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Selezione ruolo addetto stampa "Giovanni da Udine", giornalisti non soddisfatti
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- Categoria: Uomini e diritti
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29 Mag 2012
- Ultima modifica il Martedì, 29 Maggio 2012 18:56
- Pubblicato Martedì, 29 Maggio 2012 18:58
- Scritto da Maurizio Pertegato
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UDINE - I giornalisti esclusi dalla selezione per il ruolo di addetto stampa del teatro "Giovanni da Udine", che nei giorni scorsi avevano contattato il Direttivo della Fondazione allo scopo di ottenere chiarimenti sui criteri seguiti per la scelta del pubblicista Sandro Sguazzin, non sono soddisfatti della risposta fornita per iscritto dal Presidente Tarcisio Mizzau: «Si tratta, a tutti gli effetti, di una 'non risposta' - spiegano - dato che la nostra richiesta, cioè quella di conoscere le competenze del collega che ha ottenuto l'incarico, è rimasta inevasa: non una parola sul suo curriculum settoriale, da cui emerge soltanto la collaborazione con la scuola di danza della sorella Sara Sguazzin, e non una parola sul resto del curriculum, detto che la sua attività principale è quella di segretariato presso la sede udinese dell'Ordine dei Giornalisti e dell'Assostampa».
Il Presidente Mizzau, riepilogando le coordinate tecniche previste dai regolamenti per la selezione, ha sottolineato che «il giornalista uscente (Gianmatteo Pellizzari) è risultato quello con maggior esperienza; fra gli altri due candidati convocati (Sandro Sguazzin e Alessandro Cesare) è stato scelto per la seconda posizione quello che nel complesso è sembrato più adatto al ruolo da coprire». Una risposta ritenuta, appunto, una «non risposta» dagli esclusi, anche perché il solo Cesare ha avuto modo di approdare al colloquio finale mentre gli altri sono stati "bocciati" già in fase di lettura dei curriculum.
«Mizzau - commentano i quattro - non è entrato nel merito dei criteri di scelta ma s'è limitato a fornire una generica spiegazione che, di fatto, lascia intendere come sia stato utilizzato l'arbitrio per decidere a spanne fra in due colleghi. Arbitrio che non è stato esercitato nemmeno da un giornalista, ma, appunto, da Mizzau, le cui competenze specifiche in materia non sono certo tecniche». E concludono: «Riformuliamo, quindi, la domanda, estendendola ai soci del teatro, Comune, Provincia e Regione: in base a cosa i nostri curriculum sono risultati, per usare le parole del dottor Mizzau, 'meno adatti' di quello di Sguazzin? E cosa significa l'espressione 'nel complesso', considerato che alcuni di noi sono in attività da vent'anni, ma non sono stati presi neppure in considerazione per il colloquio?».
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