Giovani e vestiti di carta per un Rossini raro. Secondo appuntamento con la lirica a Trieste
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- Pubblicato Mercoledì, 12 Febbraio 2014 16:26
- Scritto da Roberto Calogiuri
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Trieste – Secondo appuntamento con la lirica al Verdi di Trieste nel segno dei giovani, del riciclo e di Gioachino Rossini.
Ieri, 11 febbraio, è andata in scena la prima della “burletta per musica” in un atto, due quadri e nove numeri musicali “L’occasione fa il ladro”, scritta nel 1812 su libretto di Luigi Prividali e rappresentata a Trieste soltanto una volta nel lontano1823.
Giovane è il cast, e vestito con i candidi e bellissimi costumi di carta – come anche le parrucche - di Laura Palumbo secondo un intento preciso della regista Elisabetta Brusca che vuole ricordare – in epoca digitale – come sia in verità la carta il materiale che vince il tempo e conserva la memoria culturale contro la volatilità dei supporti magnetici.
Così indica una citazione che accoglie lo spettatore già fuori dal teatro, un inquivocabile e vistoso segno nel foyer e fino all’ingresso in sala dove il pubblico è atteso da un gruppo di folletti biancovestiti che lo introducono dal mondo reale al mondo della finzione teatrale, quasi fossero geni della carta e della narrazione, con il potere di partecipare al gioco delle parti e favorire l'azione. Infatti occuperanno piacevolmente l’attenzione del pubblico con un diversivo mimico durante l’unico cambio di scena.
E se la carta si può riciclare, anche la musica può essere riutilizzata come fece il ventenne Rossini proprio nell’”Occasione”, in cui l’Allegro introduttivo in do minore definito “Tempesta” è ripreso dalla sua “Pietra del paragone”e poi, trapiantato nel Barbiere di Siviglia, diventerà il noto Temporale.
Spettacolo doppiamente invitante, quindi: perché questa farsa è un elemento essenziale della prima fioritura rossiniana, preludio dell’”Italiana in Algeri” e trampolino verso la piena maturità del genio comico di cui già si anticipano situazioni e soluzioni musicali. E poi perché la regia di Brusca è garbata e intelligente nel mettere in evidenza le caratteristiche spiritose e caratteriali dei personaggi, e nel definire con sicurezza una vicenda che si inizia con il Caso e poi si attrorciglia con scambio di oggetti, furto di identità, doppio scambio incrociato di persona, un’agnizione, equivoci vari e il lieto fine con doppio matrimonio.
Oltre la già vivace e ingegnosa azione a incastro - che risale all’idea del vaudeville di Eugène Scribe “Le prétendu par hasard”- la scena è insaporita dalla sovrapposizione delle missive di Rossini, dalla suggestiva trovata della scena iniziale e dalle azioni dei mimi che ora fungono da servi di scena ora commentano, contornano e moltiplicano l’azione principale marcandone gli aspetti umoristici e teatrali.
In un allestimento così scrupolosamente pensato e realizzato, il cast vocale risponde in modo adeguato pur nella richiesta di una vocalità sempre molto impegnativa, ricca e fantasiosa, di una duttilità che va dal sillabato rapido e denso alle fioriture belcantistiche e, nello stesso tempo, particolarmente efficace nel definire l’identità dei personaggi.
La soprano Irina Dubrovskaya (Berenice) ha buona presenza e intelligenza intrepretativa, un fraseggio morbido, buoni volume e messa di voce, precisione nelle colorature. La vocalità e le movenze sono quelle della “diva” cui ancora manca quel pizzico in più di brio e sicurezza nelle proprie capacità a completare una professionaolità matura. Suoi gli applausi più accesi.
Il baritono Domenico Balzani (Don Parmenione) ha la verve necessaria per intrepretare con simpatia e calibrato effetto comico e istrionesco questa parodia di un Don Giovanni fanfarone senza mai scadere nell’eccesso. Buona l’emissione messa a dura prova nei sillabati in cui mantiene il timbro. Buoni anche l’estensione e il colore. Avrebbe meritato applausi più caldi.
Ben assortito con il suo “padrone”è il basso Gabriele Sagona nel ruolo di Martino, il servo impacciato di Parmenione, simile al Germano della “Scala di seta” o a un Leporello un po’ sciroccato. Anch’egli recita a dovere con un’emissione esatta e duttile anche se non sempre il volume è quello richiesto.
La mezzosoprano Antonella Colaianni è un’Ernestina che regge il confronto scenico con Berenice. Spiritosa e spigliata, ha una vocalità incisiva e intonata e una voce calda con un volume adeguato al ruolo. Il tenoreEnrico Iviglia (Don eusebio)è un altro giovane promettente: spigliata la recitazione come elegante la figura, agile e brillante la vocalità, sicuro nel registro acuto e pulito nell’emissione.
Non espressivo come il resto della compagnia è il tenore Francisco Brito (Conte Alberto). Pur con il timbro del tipico tenore rossiniano, ha una voce sottile seppure elegante, debole al centro e nel registro acuto, scarso nel volume. Impersonale e freddo nella recitazione, non coglie il carattere dell’innamorato svenevole e malinconico tormentato dall’incertezza e dal sopruso.
La Piccola Orchestra del Teatro Verdi è diretta dal Maestro Josè Miguel Perez-Sierra che completa la compagnia di giovani ed è considerato una promessa della direzione spagnola. Al suo debutto sul podio della Fondazione lirica, conduce l’orchestra con ritmo sempre misurato, imprime il giusto ritmo all’avvio di ciascun numero musicale mantenendo l’unità dinamica dell’insieme.
Tutta l’azione procede con fluidità nelle scene linde e lineari di Alberto Galeazzo che le luci di Andrea Sanson immergono in un’atmosfera elegante e vaporosa.
I figuranti sono: Gianmaria Bissacco, Marco Ferraro, Armando Polacco, Marjolaine Uscotti, Federico Vazzola, Annalisa Viviani.
“L’Occasione fa il ladro” è proposta nell’allestimento del Teatro La Fenice di Venezia affidato agli allievi della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e presentato al Teatro Malibran nel 2012
Repliche: 13 febbraio, ore 20.30 E. 14 febbraio, ore 20.30 B*. 15 febbraio, ore 16.00 S. Domenica 16 febbraio, ore 16.00 D*. Martedì 18 febbraio, ore 20.30 C. Le recite contrassegnate dall’asterisco Due recite (14 e 16 febbraio) vedranno alternarsi un altro cast formato da Gianluca Sorrentino (Don Eusebio), Rita Cammarano (Berenice), Matteo Mezzaro (Conte Alberto) e Andrea Porta (Martino).
Prossimo appuntamento: giovedì 27 febbraio 2014 con "Madama Butterfly" di Giacomo Puccini.
In apertura: una scena dello spettacolo (FotoParenzan). In basso: un "folletto" nella platea del Teatro Verdi (Foto RobertoCalogiuri)
[Roberto Calogiuri]
Il Coro del Friuli Venezia Giulia al “Requiem per le vittime di tutte le guerre” diretto da Riccardo Muti
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- Pubblicato Lunedì, 10 Febbraio 2014 21:55
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Gorizia - Il 9 febbraio a Ravenna è stata presentata ufficialmente la 25ª edizione del Ravenna Festival, una delle più affermate e prestigiose manifestazioni artistiche europee.
Uno degli eventi di punta del ricco programma è il “Requiem per le vittime di tutte le guerre”, il solenne concerto inscritto nelle Commemorazioni nazionali della Prima Guerra Mondiale e inserito anche nel programma di Mittelfest, in programma domenica 6 luglio alle ore 21 nel Sacrario di Redipuglia (GO).
Scelto dal Maestro Riccardo Muti che dirigerà la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, il Coro del Friuli Venezia Giulia sarà uno dei grandi protagonisti confermandosi come una delle più importanti realtà musicali del panorama nazionale conosciuta e apprezzata in tutta Europa.
Dopo il consueto appuntamento del Ravenna Festival al Pala De André, riservato al pubblico ravennate, quest’anno le Vie dell’Amicizia si ritrovano a Redipuglia per il Requiem per le vittime di tutte le guerre.
Riccardo Muti, sul podio dell’Orchestra Cherubini assieme all’European Spirit of Youth Orchestra ed al Coro del Friuli Venezia Giulia, (solisti il soprano Tatiana Serjan, il mezzosoprano Daniela Barcellona, il tenore Saimir Pirgu ed il basso Riccardo Zanellato), compagini a cui si affiancheranno molti altri strumentisti e coristi provenienti dai principali paesi che presero parte alla guerra, dirigerà la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi.
Un grande successo per il Coro del Friuli Venezia Giulia del Maestro Cristiano Dell’Oste, che si conferma come una delle più importanti realtà musicali del panorama nazionale e internazionale.
(foto di Simone di Luca)
Miela Music Live: al suo terzo appuntamento con Bombino
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- Pubblicato Domenica, 09 Febbraio 2014 13:18
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - La fortunata rassegna Miela Music Live è giunta al suo terzo appuntamento, mercoledì 12 febbraio alle ore 21 con Omara Bombino Moctar e il suo “Tuareg blues”. Il chitarrista che sta infiammando le platee internazionali rappresenta una miscela esplosiva, perché alla musica e all'energia delle sue performances unisce la storia di un popolo nomade in un’ intensa vicenda personale.
Il suo ultimo album, “Nomad”, è stato prodotto nientemeno che da Dan Auerbach dei “The Black Keys” e il suo nomadismo musicale da sahariano diventa internazionale.
Omara Moctar, in arte Bombino è un Tuareg, un berbero di quelle comunità che vivono di pastorizia nomade attraversando i territori desertici dell'Africa settentrionale. Nella musica di questo incredibile e personalissimo chitarrista vita e storia sono infatti tutt’uno da quando nel 1990 questo giovane tuareg all’età di 10 anni prese la via dell’esilio dal Niger, durante la rivolta del suo popolo contro il governo, spostandosi con la famiglia in Algeria. Per i Tuareg la musica e soprattutto la chitarra rappresentano una forma di lotta contro chi vuole ingabbiare questo popolo nomade e indomito nei confini geografici e culturali di uno stato.
Non a caso in Niger la chitarra è stata per lungo tempo proibita ai Tuareg e non a caso è anche lo strumento che Moctar ha scelto di suonare seguendo dall'esilio le influenze occidentali di Knopfler e Hendrix ma diventando anche allievo di uno dei maestri indiscussi del chitarrismo tuareg, Haja Bebe, che per la sua giovane età lo ha soprannominato Bombino, storpiatura dell’italiano bambino.
Si sviluppa così la storia di questo musicista africano che per sonorità ricorda i vicini maliani Tinariwen e come loro viene scoperto e prodotto da attenti artisti americani ormai affermati sulla scena rock internazionale e amanti del blues del deserto, quello delle origini. Organizzazione: Bonawentura
Prevendita c/o biglietteria Teatro Miela tutti i giorni, esclusi sabato e domenica, dalle 17.00 alle 19.00; www.vivaticket.it
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