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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Giovani e vestiti di carta per un Rossini raro. Secondo appuntamento con la lirica a Trieste

Giovani e vestiti di carta per un Rossini raro al lirico diTrieste

Trieste – Secondo appuntamento con la lirica al Verdi di Trieste nel segno dei giovani, del riciclo e di Gioachino Rossini.

Ieri, 11 febbraio, è andata in scena la prima della “burletta per musica” in un atto, due quadri e nove numeri musicali “L’occasione fa il ladro”, scritta nel 1812 su libretto di Luigi Prividali e rappresentata a Trieste soltanto una volta nel lontano1823.

Giovane è il cast, e vestito con i candidi e bellissimi costumi di carta – come anche le parrucche - di Laura Palumbo secondo un intento preciso della regista Elisabetta Brusca che vuole ricordare – in epoca digitale – come sia in verità la carta il materiale che vince il tempo e conserva la memoria culturale contro la volatilità dei supporti magnetici.

Così indica una citazione che accoglie lo spettatore già fuori dal teatro, un inquivocabile e vistoso segno nel foyer e fino all’ingresso in sala dove il pubblico è atteso da un gruppo di folletti biancovestiti che lo introducono dal mondo reale al mondo della finzione teatrale, quasi fossero geni della carta e della narrazione, con il potere di partecipare al gioco delle parti e favorire l'azione. Infatti occuperanno piacevolmente l’attenzione del pubblico con un diversivo mimico durante l’unico cambio di scena.

E se la carta si può riciclare, anche la musica può essere riutilizzata come fece il ventenne Rossini proprio nell’”Occasione”, in cui l’Allegro introduttivo in do minore definito “Tempesta” è ripreso dalla sua “Pietra del paragone”e poi, trapiantato nel Barbiere di Siviglia, diventerà il noto Temporale.

Spettacolo doppiamente invitante, quindi: perché questa farsa è un elemento essenziale della prima fioritura rossiniana, preludio dell’”Italiana in Algeri” e trampolino verso la piena maturità del genio comico di cui già si anticipano situazioni e soluzioni musicali. E poi perché la regia di Brusca è garbata e intelligente nel mettere in evidenza le caratteristiche spiritose e caratteriali dei personaggi, e nel definire con sicurezza una vicenda che si inizia con il Caso e poi si attrorciglia con scambio di oggetti, furto di identità, doppio scambio incrociato di persona, un’agnizione, equivoci vari e il lieto fine con doppio matrimonio.

Oltre la già vivace e ingegnosa azione a incastro - che risale all’idea del vaudeville di Eugène Scribe “Le prétendu par hasard”- la scena è insaporita dalla sovrapposizione delle missive di Rossini, dalla suggestiva trovata della scena iniziale e dalle azioni dei mimi che ora fungono da servi di scena ora commentano, contornano e moltiplicano l’azione principale marcandone gli aspetti umoristici e teatrali.

In un allestimento così scrupolosamente pensato e realizzato, il cast vocale risponde in modo adeguato pur nella richiesta di una vocalità sempre molto impegnativa, ricca e fantasiosa, di una duttilità che va dal sillabato rapido e denso alle fioriture belcantistiche e, nello stesso tempo, particolarmente efficace nel definire l’identità dei personaggi.

La soprano Irina Dubrovskaya (Berenice) ha buona presenza e intelligenza intrepretativa, un fraseggio morbido, buoni volume e messa di voce, precisione nelle colorature. La vocalità e le movenze sono quelle della “diva” cui ancora manca quel pizzico in più di brio e sicurezza nelle proprie capacità a completare una professionaolità matura. Suoi gli applausi più accesi.

Il baritono Domenico Balzani (Don Parmenione) ha la verve necessaria per intrepretare con simpatia e calibrato effetto comico e istrionesco questa parodia di un Don Giovanni fanfarone senza mai scadere nell’eccesso. Buona l’emissione messa a dura prova nei sillabati in cui mantiene il timbro. Buoni anche l’estensione e il colore. Avrebbe meritato applausi più caldi.

Ben assortito con il suo “padrone”è il basso Gabriele Sagona nel ruolo di Martino, il servo impacciato di Parmenione, simile al Germano della “Scala di seta” o a un Leporello un po’ sciroccato. Anch’egli recita a dovere con un’emissione esatta e duttile anche se non sempre il volume è quello richiesto.

La mezzosoprano Antonella Colaianni è un’Ernestina che regge il confronto scenico con Berenice. Spiritosa e spigliata, ha una vocalità incisiva e intonata e una voce calda con un volume adeguato al ruolo. Il tenoreEnrico Iviglia (Don eusebio)è un altro giovane promettente: spigliata la recitazione come elegante la figura, agile e brillante la vocalità, sicuro nel registro acuto e pulito nell’emissione.  

Non espressivo come il resto della compagnia è il tenore Francisco Brito (Conte Alberto). Pur con il timbro del tipico tenore rossiniano, ha una voce sottile seppure elegante, debole al centro e nel registro acuto, scarso nel volume. Impersonale e freddo nella recitazione, non coglie il carattere dell’innamorato svenevole e malinconico tormentato dall’incertezza e dal sopruso.

La Piccola Orchestra del Teatro Verdi è diretta dal Maestro Josè Miguel Perez-Sierra che completa la compagnia di giovani ed è considerato una promessa della direzione spagnola. Al suo debutto sul podio della Fondazione lirica, conduce l’orchestra con ritmo sempre misurato,  imprime il giusto ritmo all’avvio di ciascun numero musicale mantenendo l’unità dinamica dell’insieme.

Tutta l’azione procede con fluidità nelle scene linde e lineari di Alberto Galeazzo che le luci di  Andrea Sanson immergono in un’atmosfera elegante e vaporosa.

I figuranti sono: Gianmaria Bissacco, Marco Ferraro, Armando Polacco, Marjolaine Uscotti, Federico Vazzola, Annalisa Viviani.

“L’Occasione fa il ladro” è proposta nell’allestimento del Teatro La Fenice di Venezia affidato agli allievi della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e presentato al Teatro Malibran nel 2012

Repliche: 13 febbraio, ore 20.30 E. 14 febbraio, ore 20.30 B*.  15 febbraio, ore 16.00 S. Domenica 16 febbraio, ore 16.00 D*. Martedì 18 febbraio, ore 20.30 C. Le recite contrassegnate dall’asterisco Due recite (14 e 16 febbraio) vedranno alternarsi un altro cast formato da Gianluca Sorrentino (Don Eusebio), Rita Cammarano (Berenice), Matteo Mezzaro (Conte Alberto) e Andrea Porta (Martino).

Prossimo appuntamento: giovedì 27 febbraio 2014 con "Madama Butterfly" di Giacomo Puccini.

In apertura: una scena dello spettacolo (FotoParenzan). In basso: un "folletto" nella platea del Teatro Verdi (Foto RobertoCalogiuri)


[Roberto Calogiuri]

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