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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

La Regione condona il debito: il sovrintendente del Verdi di Trieste ringrazia.

Trieste - Il Sovrintendente della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste Claudio Orazi esprime, anche a nome di tutti i lavoratori del Teatro,  il più vivo ringraziamento alla Regione Friuli Venezia Giulia per l’importantissima decisione presa in ordine al debito del Teatro.

Come correttamente sottolineato dall’Assessore Gianni Torrenti, la scelta del Consiglio Regionale è anche il frutto di un forte processo di risanamento intrapreso dal Teatro e ampiamente documentato nel corso dell’attuale e  precedente legislatura nelle sedi di Commissione come nell’aula consiliare.

L’iniziativa regionale si inserisce con consapevole precisione nell’ambito delle nuove disposizioni legislative previste dalla legge 112/2013 in ordine all’imprescindibile risanamento ed efficienza gestionale dei teatri. In questo modo il Teatro Verdi, la città di Trieste, l’intera Regione ed in particolare, i Teatri di Pordenone e Udine, potranno far valere questa azione volta a sostenere  lo sviluppo dell’industria culturale presso il Governo italiano.

Un particolare ringraziamento è rivolto inoltre al Presidente Giovanni Lessio della Fondazione Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone e al Presidente Tarcisio Mizzau della Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine di Udine che hanno espresso positivi apprezzamenti sulla decisione dell’Ente Regione insieme con l’auspicio di vivificare ancora di più i rapporti di collaborazione intrapresi con la Fondazione triestina.

Sotto questo profilo il Sovrintendente Orazi è convinto che un Distretto di teatro musicale configurato attraverso tre grandi realtà come Trieste, Pordenone ed Udine, estendibile ad Est e ad Ovest, rappresenti oggi un modello unico in Italia di teatro musicale e d’opera “policentrico”.

Si può e si deve sostenere la cultura aprendo a nuovi territori, a un nuovo pubblico, secondo costi sostenibili.

“Videonotte”: regala una maratona notturna di videoarte a Trieste.

“Videonotte” a Trieste regala una maratona notturna di videoarte.

Trieste – Oggi, venerdì 13 dicembre dalle 20 a mezzanotte, la Casa dell’Arte di Trieste inaugura la stagione espositiva invernale con “Videonotte”, una vera e propria maratona di videoarte internazionale che andrà ad illuminare una delle notti più lunghe dell’anno, come vuole la tradizione.


L’iniziativa presenta ben 12 video italiani e internazionali che trattano il tema della luce nelle sue infinite declinazioni e si sviluppa nelle sedi storiche delle 12 associazioni aderenti disseminate per tutta la città. Nell’ottica di una cultura diffusa che parte dal basso, "Videonotte" intende evidenziare così la forza dell’associazionismo che si occupa di cultura contemporanea a Trieste snodandosi in ben 8 spazi disseminati in tutto il centro storico della città.

In mostra il video del performer PierPaolo Koss, Il tempo dell’ombra, del fotografo Adriano Perini che mette in relazione il processo di fontosintesi delle piante con la stampa delle fotografie, e del regista Alessio Bozzer con l’intervista al designer Michele De Lucchi che racconta la sua famosa lampada Tolomeo, estratto dal film documentario Perché un film su Michele De Lucchi prodotto da Terredarte e Videoest.

E ancora Cristiano Zane con Eclipse per JCM, Elisabetta Di Sopra con Light Water e il video musicale Ti sto guardando estratto da Biografia di te/Biography of you di Andrea Gabriele.

Ma anche video di artisti internazionali, come il viaggio interstellare nell’universo dell’artista messicano Manolo Cocho, la poetica lettura del più grande raduno in Europa di trombettisti a Gucha, in Serbia, della videoartista Breda Beban, o il fantasmatico fenomeno di un treno inghiottito da un tunnel di luce dell’artista bulgaro HR-Stamenov. Ma ancora un’intervista a Picasso sul suo rapporto con la luce estratto dal documentario Picasso: l'artista, la vita, le opere di Didier Baussy-Oulianoff, e due video degli anni ’70 del regista israeliano Amos Gitaï nell'ambito del progetto Ebraismo ai confini, ai confini dell'ebraismo.

Ogni spazio espositivo riserverà un gadget della Casa dell’Arte ai primi 10 visitatori che lì avranno completato il tour di tutte le otto sedi, regalando cataloghi, dvd, riviste e appuntamenti con artisti per farsi realizzare un ritratto.

La Casa dell’Arte di Trieste, nata nel 2007 dalla volontà di dodici associazioni culturali attive nel campo dell’arte contemporanea e della cultura artistica, costituisce un gruppo di lavoro, con interessi comuni e competenze maturate nel tempo, volto a sviluppare progetti in sinergia mettendo assieme conoscenze e professionalità, creando una rete che possa dimostrarsi un valido punto di riferimento in città e prendere parte attiva nel dialogo sulla cultura a Trieste. A oggi le associazione aderenti alla Casa dell’Arte sono Cizerouno, DayDreaming Project, Faltwerksalon, Gruppo78, Juliet, L’Officina, Mimexity, Photo Imago, Scuola del Vedere, Studio OpenSpace, Studio Tommaseo, Terredarte e Trieste Contemporanea.

“Videonotte” rappresenta in quest’ottica una prima rassegna di videoarte capace di coinvolgere il pubblico in una passeggiata notturna volta alla scoperta di artisti nazionali e internazionali, e di un circuito di spazi e opportunità diversi dai soliti percorsi praticati, dalla Stazione a Città Vecchia, dalle Rive fino al Giardin Pubblico.


L’Associazione Mimexity, che da quest’anno aderisce alla Casa dell’Arte, partecipa all’evento in partnership con lo storico Caffè San Marco. Altre info su: www.mimexity.com

Casa dell’arte Trieste:c/o Studio Tommaseovia del Monte 2/1 - 34122 Trieste040 639187 - 349 1642362 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.casadellarte.it - www.facebook.com/casadellartetrieste


Nella foto: opera di Andrea Gabriele con Carboni, Straccini e Cosma, “Ti sto guardando” da “Biografia di Te”, 2012, still da video.

Stars and Strips: l'inaugurazione della mostra a Casa Cavazzini

Stars and Strips: l'inaugurazione della mostra a Casa Cavazzini Dall’espressionismo astratto al minimalismo fondato sul rigore delle forme geometriche fino all’affascinante eco della Pop Art. C’è tutto questo e molto altro ancora nella collezione Friam, che sotto il nome di Friuli Art and Monuments raccoglie le opere donate nel post terremoto del 1976 da alcuni artisti statunitensi che decisero di far pervenire alla città una loro opera da vendere all’asta per raccogliere denaro per la ricostruzione. E saranno proprio le opere della collezione Friam al centro della prossima mostra che aprirà i battenti domani, venerdì 13 dicembre, alle 18 a Casa Cavazzini e intitolata “Stars & Stripes. Arte americana dagli anni Settanta”. Un’occasione per riproporre all’attenzione del pubblico, partendo da un nucleo consistente di opere appartenenti alle raccolte museali, buona parte della collezione al cui interno sono testimoniati alcuni dei movimenti artistici statunitensi di maggiore rilevanza, a livello internazionale, dalla seconda metà del XX secolo fino ai giorni nostri. A promuovere l’iniziativa di raccogliere le opere nel post terremoto furono lo scultore minimalista Carl Andre e il critico del “New York Times” Thomas B. Hess che coinvolsero nel loro progetto esponenti del mondo dell’arte, della finanza e della politica americane. Fu così fondato il Friuli Art and Monuments (Friam), il comitato italo-statunitense con sede a New York che si occupò della raccolta e del trasferimento in Italia delle 113 opere di cui alla fine risultò composto il nucleo della donazione. Prima di giungere a Udine nell’estate del 1978, la raccolta fu esposta all’Accademia Americana a Roma in attesa di decidere il suo futuro destino. Considerando l’importanza delle singole opere, si stabilì di tenere unita la collezione facendola confluire in quella della Galleria d’Arte Moderna, che di lì a qualche anno avrebbe trovato sede presso il Palamostre. Dopo una mostra allestita in Sala Ajace a Palazzo D’Aronco nel 1980, la raccolta Friam fu esposta a rotazione, e solo in piccola parte, all’interno del percorso espositivo permanente del museo. Molte le opere di pregio rappresentative dei più importanti movimenti artistici che potranno essere ammirate. Tra queste figura senza dubbio l’Espressionismo Astratto rappresentato efficacemente, nella sua ultima fase, dal dipinto Untitled di Willem De Kooning, risalente al 1970. La corrente del Minimalismo, fondata sul rigore delle forme geometriche realizzate ricorrendo all’essenzialità dei materiali e all’impersonalità dei processi di produzione industriale, appare invece ben rappresentata dal lavoro di Carl Andre Seven Copper Triode del 1975. Nello stesso filone rientrano anche la serigrafia 4 Color Horizontal (1970) di Sol LeWitt e il disegno Untitled (1972) di Donald Judd. Echi della Pop Art si possono poi cogliere nella stampa Bauhaus (1969) donata da Saul Steinberg, ma soprattutto nella serigrafia di George Segal, storico esponente del movimento ispirato ai linguaggi coevi della pubblicità e della comunicazione di massa quali espressioni di una società dei consumi, impersonale e uniformante nel suo modo di proporsi. Se personalità e correnti artistiche statunitensi del secondo dopoguerra appaiono ben rappresentate nel contesto della collezione Friam c’è qualche lacuna che è stato possibile colmare ricorrendo a importanti prestiti da collezioni private. La figura e l’attività di artisti come Barnett Newman, Robert Rauschenberg, Jasper Johns, Andy Warhol e James Rosenquist sono testimoniate in mostra da opere che, dagli anni Settanta, aprono in direzione della più stretta contemporaneità, documentata anche dai lavori di Bill Jensen, Carroll Dunham, Elisabeth Murray e Kiki Smith. Il quadro complessivo che ne risulta è quello di una ricognizione del panorama artistico americano negli ultimi decenni del Novecento, ma anche di un aggiornamento dei percorsi professionali di singoli artisti che hanno offerto un contributo fondamentale all’arte americana del secolo scorso. L’inaugurazione sarà accompagnata da un brindisi offerto dall’Azienda Vinicola Alessandro Vicentini Orgnani e la Cooperativa Altreforme, che gestisce il servizio didattico dei Civici Musei, ha già organizzato le prime attività dedicate alla mostra. Domenica 22 dicembre 2013 e domenica 5 gennaio 2014 dalle 11.00 alle 12.00 sono in programma due visite guidate (con prenotazione obbligatoria, tel. 0432.414749) al costo di 5 euro, mentre sabato 28 dicembre dalle 15.00 alle 17.00 un laboratorio didattico sarà aperto ai bambini dai 6 ai 10 anni. La mostra, come ricordato, dopo l’inaugurazione di venerdì 13 sarà aperta dal 14 dicembre al 30 marzo 2013 dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 17 e il venerdì e sabato dalle 10.30 alle 19 (chiuso lunedì). Per informazioni: 0432.414772 www.udinecultura.it

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