èStoriabus: un viaggio nel tempo nei luoghi della Grande Guerra
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- Categoria: Eventi
- Pubblicato Lunedì, 09 Dicembre 2013 11:41
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Un percorso guidato attraverso i luoghi-simbolo della Grande Guerra, di cui nel 2014 ricorrerà il centenario, quello offerto da èStoriabus, il pullman storico-turistico che permette di viaggiare nel tempo e nella storia attraverso itinerari culturali di grande fascino. L’iniziativa, realizzata dall’Associazione culturale èStoria, è parte del progetto Carso 2014+, promosso dalla Provincia di Gorizia e nasce dalla volontà di riscoprire il Carso come luogo in cui si fondono elementi unici del paesaggio e della memoria storica legata ai siti che furono teatro della prima guerra mondiale e intende promuovere la sistemazione organica dei luoghi al fine di ricomprenderli in un percorso tematico che sappia valorizzare la storia, la memoria e l’ambiente circostante. La terza uscita, sabato 14 dicembre alle 8.30, si concentrerà sulle battaglie lungo il Tagliamento, alla scoperta dei luoghi che furono teatro di cruenti scontri tra l’esercito italiano in ritirata e quello austro-ungarico. A ricostruire le vicende storiche legate a questi luoghi della memoria sarà Alberto Vidon. Nell’estate del 1914, riferendosi all’inizio del conflitto mondiale, l’ex cancelliere tedesco principe von Bülow chiede al suo successore Bethmann-Hollweg “Com’è potuto succedere?”. La risposta è stata: “Ah, saperlo…”. Il mondo è già sceso in guerra ma due protagonisti della politica internazionale sono incapaci di comprendere la dinamica degli eventi in atto, perché la Prima guerra mondiale rappresenta il primo esempio di guerra totale: è un evento che ha dato inizio a una serie di profonde trasformazioni nella storia europea, ma anche italiana e del Friuli Venezia Giulia. Quando il Regno d’Italia partecipa al conflitto al fianco delle forze dell’Intesa, si apre un fronte lungo più di 600 chilometri, una linea di trincee che, partendo dalle cime alpine trentine, giunge fino alle propaggini del Carso monfalconese; dietro alla linea di combattimento si sviluppa un reticolo di ospedali da campo, acquartieramenti per truppe, centri logistici, depositi di armi, aeroporti: praticamente non esiste località che non sia investita dal conflitto, soprattutto alla fine del ‘17 dopo la ritirata di Caporetto, quando il Friuli, e in parte il Veneto, diventano territorio di conquista e di spoliazione. Il Friuli Venezia Giulia, area di confine con l’Impero asburgico, custodisce ancora numerose testimonianze degli anni della guerra, a partire dalle fortificazioni predisposte già prima, ma anche durante il conflitto, per giungere ai diffusi monumenti funebri dedicati ai combattenti caduti. Visitando numerosi luoghi del Friuli “militarizzato” è possibile cogliere interessanti spunti per ricostruire e comprendere alcuni degli aspetti della “Grande guerra”. La prima tappa di questo percorso di éStoriabus è l’insediamento del Forte di Col Roncone, nel comune di Rive D’Arcano, sulla fascia collinare morenica, una delle tante evidenze nell’area regionale relative alla preparazione militare italiana per un conflitto che però ha assunto caratteristiche diverse da quelle previste dai Comandi militari, a riprova che la guerra è stata un evento atteso ma non compreso nella sua tragica novità. La successiva visita al Museo della guerra e al sito di Ragogna sulla riva del Tagliamento aggiunge un ulteriore spunto di riflessione su quanto accade con la rotta di Caporetto e gli eventi conseguenti, drammatici sia per l’andamento bellico – con le battaglie di contenimento dell’avanzata austro-germanica – sia per il destino della popolazione civile divisa tra la profuganza e l’occupazione nemica. L’ultima tappa è costituita dalla breve visita al cimitero di guerra di Val di Ros, nella Destra Tagliamento, sito poco conosciuto ma interessante perché permette di riflettere sul fatto che dietro agli armamenti, alle opere militari, alle battaglie ci sono esseri umani, soldati sacrificati, un’intera generazione sconvolta dalla violenza e dalla morte; la memoria del lutto che le sepolture e i monumenti funebri perpetua è testimonianza diretta di quella che nel 1917 il pontefice Benedetto XV definì “l’inutile strage”. Per informazioni si può telefonare allo 0481.539210 da lunedì a venerdì in orario 9-12, passare negli uffici dell'Associazione culturale èStoria in corso Giuseppe Verdi 69 a Gorizia nei medesimi orari oppure scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..