Cultura
“E’ Stato la Mafia” di e con Marco Travaglio al Teatro Nuovo Giovanni da Udine.
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- Pubblicato Venerdì, 11 Aprile 2014 16:56
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
Udine – Il giornalista Marco Travaglio porta in scena al Teatro Nuovo Giovanni da Udine l’ultimo suo lavoro “E’ Stato la Mafia”, con inizio alle 21.00.
I biglietti per l’evento, organizzato dal Teatro stesso e Azalea Promotion, in collaborazione con il Comune di Udine, sono ancora in vendita nei punti autorizzati Azalea Promotion e lo saranno direttamente alla biglietteria del Teatro domenica sera.
In questo spettacolo Marco Travaglio racconta la storia della trattativa fra Stato e Mafia, avviata dallo Stato nel 1992 e proseguita fino a oggi. Una storia di patti inconfessabili, di segreti e ricatti che hanno dato vita alla Seconda Repubblica e continuano a inquinare la presunta Terza, nata con le elezioni politiche del 2013. Com'è suo costume e con la sua impeccabile dialettica, il giornalista narra fatti drammatici in forma tragicomica, sottolineando gli aspetti grotteschi e ridicoli delle campagne di stampa negazioniste e giustificazioniste scatenate a riguardo da giornali e tv.
Sul palco del Teatrone anche l’attrice Valentina Lodovini, che accompagnerà il giornalista leggendo brani di grandi politici e intellettuali sulla buona politica, quella che rifiuta ogni trattativa e compromesso con la malavita e il malaffare. Il tutto sarà inoltre impreziosito dalle musiche di Valentino Corvino, eseguite dal vivo per l’occasione.
Trai prossimi appuntamenti al Teatro Nuovo Giovanni da Udine gli spettacoli del comico del momento, Pintus, i prossimi 14 e 15 maggio con il fortunato “50 Sfumature di Pintus” e la grande musica internazionale, con il concerto dell’icona mondiale del blues Johnny Winter, a Udine per un’unica data nel Nordest del tour dei 70 anni il prossimo 20 maggio. Per info e biglietti www.azalea.it.
Adunata degli Alpini a Pordenone, in 400mila per testimoniare responsabilità e senso civico
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- Pubblicato Giovedì, 10 Aprile 2014 22:06
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Pordenone - Circa 400 mila persone tra penne nere, famigliari e simpatizzanti, sono attesi all'87ª Adunata nazionale degli Alpini, in programma a Pordenone dal 9 all'11 maggio. L'evento è stato presentato il 10 aprile presso il Municipio di Pordenone dalla presidente della Regione, Debora Serracchiani, dal comandante delle Truppe Alpine, Generale Alberto Primicerj, e dal presidente nazionale dell'Ana, Sebastiano Favero. Quest'ultimo ha fatto sapere di aver invitato all'Adunata il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Successivamente, il sindaco di Pordenone Claudio Pedrotti ha consegnato il Sigillo della Città all’Associazione Nazionale Alpini, nella persona del presidente nazionale Sebastiano Favero.
"Con orgoglio, rispetto e simpatia" la Regione Friuli Venezia Giulia, la città e la provincia di Pordenone ma anche tutto il territorio regionale, sono pronti ad accogliere la prossima ottantasettesima Adunata nazionale degli Alpini, per la prima volta nella sua storia (una storia di incontri annuali nata nel 1920) ospitata nel capoluogo della Destra Tagliamento.
Così si è espressa la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, nel corso della presentazione di un'Adunata che, di fatto, rappresenta un momento di popolo, un momento - in tempi delicati per il nostro Paese - per ritrovare quei valori di cui l'Italia ha bisogno, per iniziare veramente ad alzare la testa.
Gli Alpini, quelli in servizio e quelli in congedo ma sempre attivi nel campo della custodia dei valori, come ha indicato nel corso della conferenza stampa il comandante delle Truppe Alpine, il friulano Alberto Primicerj, assieme, sono oggi sempre più una grande famiglia e meritano il nostro rispetto, poiché testimoniano di essere il meglio del nostro Paese.
L'Amministrazione del Friuli Venezia Giulia, ha sottolineato Serracchiani, tiene particolarmente a questa presenza a Pordenone "città nella quale - ha detto - sarete davvero a casa vostra".
La Famiglia Alpina continua ad essere esempio di responsabilità e senso civico, hanno sottolineato il presidente della Provincia ed il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani e Claudio Pedrotti, come conferma anche il motto utilizzato per la prossima adunata, "Alpini, un esempio per l'Italia".
Il motto è stato scelto "senza retorica, dunque operando con attenzione ai valori sociali e per il rispetto dell'ambiente, e senza presunzione, non credendoci certo migliori degli altri", ha spiegato don Bruno Fasani, direttore del mensile dell'ANA "L'Alpino", nato ad Udine nel 1919 per iniziativa di tre ufficiali in congedo dell'8° Alpini.
Sarà un'Adunata che vuol essere non solo una festa, ma anche "una presa di coscienza, ricordando il passato e assumendosi responsabilità per il tempo presente", è stato ribadito oggi a Pordenone, responsabilità assunte però, in un momento in cui il Paese ha forse perso un certo senso della misura.
Nella speranza e con l'auspicio, ha detto il presidente nazionale dell'Associazione Alpini, Sebastiano Favero, che magari il presidente del Consiglio dei ministri possa essere presente il prossimo 11 maggio a Pordenone, per capire il significato di cosa vuol dire un'Italia vera, che opera e lavora, che anche attraverso le nuove generazioni sia in grado di crescere e di far crescere i propri valori e la propria identità.
All'odierna conferenza stampa sono intervenuti anche il presidente del Comitato organizzatore dell'Adunata Nino Geronazzo, il presidente della Sezione ANA di Pordenone Giovanni Gasparet, il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop.
Moltissimi gli eventi collaterali all'Adunata, con presentazioni di libri, visite guidate e degustazioni (gratuite con FVGcard) in diverse cantine della regione.
Le Voci dell’Inchiesta a Pordenone dal 9 al 13 aprile
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- Pubblicato Lunedì, 07 Aprile 2014 09:39
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
Pordenone - Torna da mercoledì 9 a domenica 13 aprile a Pordenone il festival di Cinemazero con l’Università di Udine “Le voci dell'inchiesta”. Sguardi che intrecciano importanti esempi del passato alle più recenti espressioni del genere dell’inchiesta, con omaggi a grandi maestri del giornalismo e un fitto palinsesto di proiezioni con premiati documentari italiani e internazionali, numerosi in anteprima italiana: con oltre quaranta ospiti italiani e stranieri e una ventina di opere selezionate nei più importanti festival cinematografici del mondo.
Un focus sul'anniversario per i 60 anni della Televisione diverrà occasione per l'omaggio ad Andrea Barbato (1934-1996) inarrivabile cronista oltre che, scrittore, autore televisivo e teatrale. Del Barbato televisivo ricordiamo soprattutto quelle insuperabili Cartoline (847 in cinque anni, dal 1989 al 1994) spedite al popolo italiano, ai governanti e ai notabili.
Tra gli ospiti presenti l’amico Walter Veltroni, protagonista della serata inaugurale (in programma mercoledì 9 aprile), con Ivana Monti, Furio Colombo, Olivero Beha ed Emanuela Giordano. La presenza di Walter Veltroni, a cui fu affidato il discorso commemorativo in occasione della scomparsa di Barbato, sarà anche l’occasione per presentare il suo film “Quando c’era Berlinguer”, uscito da pochi giorni nelle sale italiane, mercoledì 9 alle 17.00.
Ulteriore, ineludibile ricorrenza quella dei vent’anni dalla morte della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi, uccisa in Somalia assieme al cameraman triestino Miran Hrovatin. Un esempio di tenacia e di coraggio ‘al femminile’ che attraversa tutto il festival. Un’ospite d’eccezione di questa ottava edizione è al centro della serata-omaggio ad Ilaria Alpi, realizzata venerdì 11 aprilein collaborazione con il Premio giornalistico Ilaria Alpi e il Premio Marco Luchetta: la giovanissima filmmaker Rachel Beth Andersonin Italia la prima volta dopo aver sbancato in pochi mesi i principali Festival internazionali - tra cui l’IDFA di Amsterdam e il Sundance Film Festival - con il suo documentario First to Fall, frutto di 7 mesi in mezzo alla guerra libica. La giovane filmmaker sarà anche protagonista, nella mattinata di sabato 12 aprile, del seminario “In prima linea: il reportage di guerra”, a cui seguirà la proiezione in prima italiana del documentario australiano Reach for the skies che presenta l’inchiesta del reporter Andrew Fowler sugli F35: proprio in un momento ‘caldo’ del dibattito in Italia sui costosissimi cacciabombardieri, l’autore cerca di rispondere alla domanda se si tratti di un super caccia militare o un progetto militare desueto e dispendioso.
L’ampia selezione dei Documentari italiani e internazionali, dove spiccano ben 9 anteprime italiane, ci riporta sul tema delle “rivoluzioni al femminile”, a partire dalla grande testimonianza offerta dal gruppo punk rock delle Pussy Riot, tenacemente impegnate in questi anni in un’intensa azione contro Vladimir Putin.
Attesa prima nazionale per il film che documenta in modo del tutto inedito la loro coraggiosa sfida al gigante del Cremlino: Pussy vs Putin – vincitore dello scorso International Documentary Film Festivaldi Amsterdam – è realizzato dal collettivo russo Gogol’s Wives che, documenta camera a spalla le gesta del gruppo dalle prime azioni fino all’arresto, mostrando il vero volto di queste ragazze, dalla sala prove al carcere.
Kismetè, invece, il documentario greco-cipriota della regista Nina Maria Paschalidou, al festival in prima italiana, che racconta il successo delle soap-opera turche in Medio Oriente, Nord Africa, Balcani e Asia: storie che raccontano la donna in una dimensione di maggiore libertà e indipendenza e che stanno contribuendo a rivoluzionare i rapporti di genere in quei Paesi.
Sepideh. Reaching for the starsdell’antropologa Berit Madsen è una coproduzione internazionale che narra la personale rivoluzione della ragazza iraniana Spideh, che ha il sogno di diventare astronauta, aspirazione in contrasto con le aspettative della sua famiglia. La forza di una donna, nella sua veste di medico e di mamma, è al centro di un’altra anteprima: l’intenso documentario statunitense, Life according to Sam, di Sean Fine e Andrea Nix. I due medici Leslie Gordon e Scott Berns hanno un figlio tredicenne, Sam, affetto da progeria, una rara forma di invecchiamento precoce per cui non esiste alcuna cura. La madre decide così di dedicare i suoi studi alla ricerca del gene responsabile della malattia: una lotta coraggiosa per affrontare una malattia rara e fatale.
Delle minacce occulte alla nostra salute si parla, poi, in una delle prime nazionali più attese di questa edizione: l’ultima giornata di festival regala, infatti, al pubblico dell’Inchiesta il nuovo documentario prodotto e narrato dalla voce fuori campo del premio Oscar SEAN PENN, da sempre impegnato sul fronte della denuncia sociale e politica. The Human Experiment - nato dalla collaborazione dell’attore con i giornalisti Dana Nachman e Don Hardy - alza il velo sulla realtà scioccante delle migliaia di sostanze chimiche non testate presenti nei nostri prodotti di uso quotidiano, nelle nostre case e in noi stessi (dai cosmetici ai conservanti per alimenti).
Una sezione del festival sarà anche dedicata ai 60 dall’impresa italiana della la conquista del K2, seconda e all'epoca, ancora inesplorata, vetta del mondo. Con una selezione di rari e interessanti materiali storici e l'ausilio delle inchieste e ricostruzioni più recenti ed aggiornate, il festival cercherà di fare luce su una vicenda che, a 60 anni di distanza, appare ancora avvolta dalle nebbie d'alta quota, tra verità ufficiali e versioni personali dei fatti, rivelazioni e insabbiamenti, scandali e misteri, coperti, a quanto pare, persino dalla Ragion di Stato. A Pordenone il regista irlandese Nick Ryan presenterà il suo documentario “The summit” sulla tragedia del 2008 al K2., film selezionato in numerosi Festival cinematografici di tutto il mondo, dall’Australia agli Stati Uniti, che cerca di ricostruire fatti e dinamiche che in quei giorni hanno portato alla morte di 11 delle 20 persone che si trovavano sulla “montagna delle montagne”
Ulteriore, tema forte di questa edizione quello dei nuovi media, la rete, la web reputation e i pericoli di Internet in cui possono incorrere i cosiddetti ‘nativi digitali’. Tra i documentari, l’accurata ricerca della regista Beeban Kidron - che ha firmato, tra l’altro, il sequel di Bridget Jones - nel suo InRealLife dove esplora i rischi della rete, soprattutto per i più giovani, alla ricerca di chi sta davvero dietro la presunta libertà di Internet. Per questo film si è avvalsa di collaboratori come Julian Assange, Clay Shirky (professore della NYU, considerato un'icona di Internet) e Jimmy Wales (Wikipedia e Wikia).
Mettendo a confronto interviste di ieri e documentari di oggi, commentati dal vivo e integrati dai ricordi e dalle testimonianze degli amici e dei collaboratori più fidati, tra cui Furio Colombo, sarà possibile anche ripercorrere la grande lezione umana e civile di uno dei più grandi innovatori del Novecento, l'industriale, politico, editore, urbanista Adriano Olivetti (1901-1960).
Tutto il programma su www.voci-inchiesta.it
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