Uccisione di Giulio Regeni, anonimo scrive a "La Repubblica" e accusa polizia segreta egiziana
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- Pubblicato Mercoledì, 06 Aprile 2016 11:43
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Roma - Alla vigilia dell'incontro tra inquirenti italiani ed egiziani che indagano sull'uccisione del ricercatore di Fiumicello Giulio Regeni, è giunta al quotidiano "La Repubblica" una segnalazione anonima che rivela dettagli sulle circostanze dell'omicidio.
La notizia compare sulla prima pagina dell'edizione online del quotidiano. Nell'articolo si legge che la fonte "scrive a Repubblica da qualche giorno da un account mail Yahoo, alternando, nei testi, l'inglese, qualche parola di italiano, e la sua lingua, l'arabo". "Delle sue mail - riferisce ancora La Repubblica - sono in possesso il pm Sergio Colaiocco e il legale della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini".
La fonte anonima chiama direttamente in causa i vertici della polizia segreta egiziana, nello specifico il generale Khaled Shalabi, già inquisito per torture ma poi reintegrato nei servizi.
Secondo quanto riferito dal giornale, alcuni dettagli sulle torture subite dal giovane, rivelati dalla fonte anonima, coinciderebbero con i risultati dell'autopsia svolta in Italia.
Si aggraverebbero così le relazioni tra Italia ed Egitto, dopo le parole del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni che aveva affermato, riferendo in Senato, che "Se non ci sarà un cambio di marcia, il governo è pronto a reagire adottando misure immediate e proporzionate".
"Per ragioni di Stato non permetteremo che sarà calpestata la dignità dell'Italia", aveva aggiunto precisando che gli incontri di giovedì e venerdì con gli inquirenti egiziani "potrebbero essere decisivi per lo sviluppo delle indagini".
"L'omicidio di Regeni ha scosso le nostre coscienze e il Paese intero perché è stata stroncata la vita di un italiano esemplare, per il modo in cui è stato atrocemente torturato e ucciso e per la lezioni di compostezza dei genitori", aveva detto ancora Gentiloni.
Anche il premier Matteo Renzi era intervenuto sul caso Regeni scrivendo nel suo canale social: "È una vicenda che ha molto colpito, mi ha colpito la dignità della famiglia che ha dato una gigantesca lezione al mondo. Noi ci fermeremo solo davanti alla verità vera, lo dobbiamo a Giulio, alla sua famiglia e anche a tutti noi. La nostra è una presa di posizione chiara, secca e forte. Noi pensiamo e speriamo che l'Egitto possa collaborare con i nostri magistrati, abbiamo la disponibilità a vedere le carte insieme e noi vogliamo che la verità sia trovata".
Qui il link all'articolo sul quotidiano "La Repubblica":
http://www.repubblica.it/esteri/2016/04/06/news/_ecco_chi_ha_ucciso_giulio_l_accusa_anonima_ai_vertici_che_svela_tre_dettagli_segreti-136996781/?ref=HRER3-1
Porto Nogaro e Porto Margreth: la Finanza accerta danni all'erario per più di 20 milioni di euro
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- Pubblicato Lunedì, 04 Aprile 2016 11:08
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Udine - Un comunicato delle Fiamme Gialle diffuso il 4 aprile informa che, a conclusione degli accertamenti delegati alla Guardia di Finanza dalla Procura Regionale della Corte dei Conti di Trieste, è stato contestato un danno erariale per circa 21.700.000 euro nei confronti del Consorzio ZIAC - Zona industriale Aussa Corno.
L'Ente consortile in questione, con sede a Udine, godeva di notevoli sovvenzioni pubbliche per gestire e coordinare le attività di sviluppo industriale in alcune determinate aree territoriali ubicate nella bassa friulana.
Nell’inchiesta, condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Udine, risultano coinvolte a vario titolo 23 persone: i passati vertici dell’ente consortile, Presidenti e consiglieri, nonché i Direttori Generali, i membri del Collegio dei revisori nonché il funzionario della Regione FVG che ha gestito alcuni processi di erogazione dei contributi concessi per la realizzazione di opere pubbliche (per la realizzazione dei programmi di investimento finalizzati al potenziamento e completamento di infrastrutture ed attrezzature nell’ambito di Porto Nogaro).
Proprio la distrazione di 10.900.000 Euro, percepiti dall’Ente consortile per le opere portuali, costituisce la voce più significativa tra quelle segnalate dalle Fiamme Gialle friulane: a riguardo sono stati segnalati dalla Guardia di Finanza l’ex Presidente ed il Direttore Generale che hanno illegittimamente impiegato i fondi, nonché il funzionario della Regione FVG che aveva il compito di vigilare sugli interventi sostenuti da risorse finanziarie pubbliche.
Sotto la lente degli investigatori è finita, inoltre, la locazione di Porto Margreth, affidato alle imprese portuali socie dell’Ente consortile ad un prezzo irrisorio. In questo caso, per l’ipotizzato danno di oltre 3 milioni di euro, sono stati segnalati alla Procura Regionale della Corte dei Conti anche i revisori dell’Ente.
Riguardo alle compravendite di terreni che hanno cagionato un notevole dissesto nei bilanci dell’Ente consortile, invece, è emerso un danno erariale di 3,2 milioni di euro causato da anomale modalità di acquisto e gestione degli stessi.
Infine, sono emerse ulteriori diverse ipotesi di danno erariale, riconducibili a spese e oneri sostenuti dell’Ente consortile ritenuti privi di utilità e vantaggi direttamente assunti dal Presidente e dal Direttore Generale.
"Oltre un anno fa - fa sapere il consigliere regionale Cristian Sergo del Movimento 5 Stelle - abbiamo interrogato la giunta Serracchiani proprio su questa vicenda, portando alla luce quanto successo negli anni nel Consorzio. All'epoca avevamo chiesto all’amministrazione regionale - tra le altre cose - se, in merito a queste vicende, si fosse concretizzato un pregiudizio economico per il Consorzio Aussa Corno, per i suoi soci e per le imprese insediate".
"Abbiamo anche chiesto se, e come, la Regione avesse effettuato verifiche o controlli gestionali e finanziari in merito alla citata operatività del Consorzio e quali fossero stati gli esiti - aggiunge Sergo -. Ovviamente, come per tante altre nostre interrogazioni, anche questa risulta tuttora inevasa. È triste dover apprendere dalla Guardia di Finanzia e non dalla giunta regionale queste notizie".
Va a fuoco l'auto sulla regionale 356, automobilisti di passaggio salvano due ragazze
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- Pubblicato Lunedì, 04 Aprile 2016 10:34
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Udine - Si è risolto senza vittime grazie al tempestivo intervento di un'auto di passaggio l'incidente stradale avvenuto sulla SR 356 tra Nimis ed Attimis in provincia di Udine.
Attorno alle 23 di domenica 3 aprile, una Opel Corsa guidata da una giovane, per cause al vaglio della Polizia Stradale, è uscita di strada all'altezza del passo Monte Croce di Attimis. Dopo aver colpito il muretto di contenimento, la vettura ha preso fuoco.
Fortunatamente in quel momento transitava un'altra automobile: i due occupanti, due coniugi di nazionalità colombiana residenti ad Attimis, sono immediatamente corsi in soccorso dell'auto in fiamme, riuscendo a rompere i finestrini e ad estrarre dalla Opel le due ragazze che erano sedute sui sedili anteriori in stato di shock.
Di fatto hanno salvato loro la vita, dato che poco dopo la loro vettura si è completamente incendiata.
I soccorsi del 118, giunti sul posto assieme ai Vigili del Fuoco, hanno trasportato in ospedale le giovani. La conducente della Opel, una 26enne di Campoformido, versa in gravi condizioni.
Più lievi le ferite dell'altra ragazza, 24 anni, di Savorgnano. La signora Artundaga, che ha partecipato al salvataggio, ha riportato dei tagli alle mani ed è stata anche lei ricoverata all'ospedale di Udine.
I VV.FF. hanno provveduto a spegnere l'incendio e a bonificare la strada.
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