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Divieto del velo islamico in classe: botta e risposta tra Istituto Malignani e Ufficio scolastico
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- Categoria: Scuola ed educazione
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18 Feb 2015
- Ultima modifica il Mercoledì, 18 Febbraio 2015 12:35
- Pubblicato Mercoledì, 18 Febbraio 2015 12:35
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - L’Ufficio scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia con una circolare si esprime sulla presa di posizione del dirigente scolastico che, in provincia di Udine, aveva emanato un avviso che vietava il velo islamico a scuola.
Il dirigente dell'Istituto tecnico "Malignani" di Cervignano, Aldo Durì, in una circolare emessa l'11 febbraio scorso, aveva proibito di indossare il velo islamico in classe, dove d'altronde "è vietato qualunque tipo di copricapo".
La motivazione era dettata dal timore di estendere atteggiamenti razzisti tra gli studenti, dopo che uno studente italiano aveva aggredito uno studente musulmano a scuola, prendendolo anche di mira con insulti razzisti.
Lo stesso dirigente aveva decretato "tolleranza zero" verso tali comportamenti, che nascono da "ignoranza e degrado". "Non esistono e non devono esistere guerre di religione a scuola - aveva affermato - la scuola italiana è laica e indifferente al credo professato dagli allievi e dalle loro famiglie".
Ecco invece il testo della circolare dell'Ufficio scolastico regionale: "Sono state inviate recentemente a questo Ufficio segnalazioni e domande relative ai casi in cui il carattere pubblico e laico della scuola possa imporre restrizioni alla libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo, ad esempio tramite l’uso, durante l’attività scolastica, di segni esteriori o abbigliamento che manifestano un’appartenenza religiosa delle studentesse e degli studenti".
"A tale proposito, giova ricordare che dette restrizioni possono essere unicamente quelle previste dalla legge, che si rendano necessarie per la tutela della sicurezza pubblica, dell’ordine pubblico, della morale pubblica o degli altrui diritti e libertà fondamentali".
"Non appare sussistano ragioni per opporsi, in generale, all’uso di segni di espressione della propria appartenenza culturale e religiosa che non si pongano in contrasto con l’ordinato svolgimento dell’attività didattica e con il regolare funzionamento della vita scolastica".
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