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Friuli Venezia Giulia, fallimenti record. L'industria in caduta libera trascina giù le imprese
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- Categoria: Economia e mercati
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05 Ago 2014
- Ultima modifica il Martedì, 05 Agosto 2014 12:22
- Pubblicato Martedì, 05 Agosto 2014 12:22
- Scritto da Tiziana Melloni e Maurizio Pertegato
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Pordenone - Il Friuli Venezia Giulia risulta la regione con la più alta incidenza di fallimenti sul totale del tessuto produttivo del territorio, con il 4,4%. Record assoluto a Pordenone, con il 5,9%. Nelle vicine Veneto e Trentino Alto Adige il tasso è pari rispettivamente a 3,3% e 2,3%.
Questo dato, assieme a quello della disoccupazione, è uno degli elementi di maggiore preoccupazione per la Regione in generale e per la provincia di Pordenone in particolare, considerata fino ad un decennio fa il perno dell'industria regionale.
Il punto sullo stato dell'economia è stato fatto presso la sede di Ascom-Confcommercio di Pordenone il 5 agosto, dove è stato presentato il "Diario economico Pordenone - luglio 2014". All'incontro erano presenti il presidente di Ascom Pordenone Alberto Marchiori ed il direttore Massimo Giordano.
Il tessuto imprenditoriale nel territorio di Pordenone si è andato via via depauperando nel corso degli ultimi anni. Pordenone risulta difatti l’ultima provincia (assieme ad Udine) in Italia per tasso di crescita annuale delle imprese e la prima per fallimenti in tutta Italia.
In prima battuta incide naturalmente la crisi di Electrolux e Ideal Standard - che lunedì ha comunicato la chiusura del forno 4 e la cessazione delle attività - industrie che danno lavoro ad un vasto giro di indotto.
"Occorre un cambiamento di rotta - ha affermato Marchiori. - Il manifatturiero è in caduta libera. Serve investire sul terziario e ripensare il settore industriale puntando sull'agroalimentare. L'Inghilterra, patria della rivoluzione industriale, oggi vive di terziario".
C'è poi una situazione nazionale molto compromessa, che è stata descritta con ampio dettaglio nella mattinata: l'Italia è il Paese europeo con tassazione più elevata a fronte di una crescita asfittica.
Il debito pesa fortemente sulle possibilità di sostenere la crescita e l'occupazione con misure di alleggerimento del carico fiscale: "O c'è un salto di qualità nazionale - ha sottolineato il presidente - o il debito pubblico ci porterà nel baratro".
Nonostante la criticità dello scenario, vi sono lievi segnali di ripresa nella fiducia degli imprenditori sull'andamento dell'economia nei prossimi mesi.
Per Marchiori è essenziale puntare sulla riqualificazione delle città, sull'ambiente, sull'innovazione, sul risparmio energetico, che fanno aumentare il reddito e la produzione. Serve un'idea alternativa di economia.
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