Economia
Settore balneare in profondo rosso: in Friuli Venezia Giulia calo del 30-40%
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- Categoria: Economia e mercati
- Pubblicato Venerdì, 01 Agosto 2014 12:55
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Lignano Sabbiadoro - Oltre 400 milioni di euro persi e 50.000 lavoratori giornalieri a chiamata rimasti a casa: queste le stime per il settore del Sindacato Italiano Balneari (SIB, circa 10.000 le imprese associate; aderisce alla Fipe/Confcommercio) per i primi mesi di quest'estate 2014, pubblicate in una nota del 1° agosto. Le cause: crisi economica e condizioni metereologiche avverse.
Gli stabilimenti balneari del Friuli Venezia Giulia registrano cali delle presenze del 30% a giugno e del 40% a luglio rispetto allo stesso periodo del 2013, a fronte di una perdita che in tutta Italia giunge in alcuni casi fino al 70% .
“La crisi economica influisce pesantemente sulle vacanze al mare - afferma Riccardo Borgo, presidente del SIB - anche se ormai gli italiani ci devono convivere da diversi anni, tanto che i turisti sono abituati a cercare offerte e promozioni per il lettino e l’ombrellone, ma condizioni meteo così sfavorevoli a giugno e, soprattutto, nel mese di luglio era da tempo che non si verificavano: pioggia e ancora pioggia hanno obbligato tanti clienti a rimanere distanti dagli stabilimenti balneari: tra meno 10 e meno 70% le presenze in spiaggia rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”.
Il tracollo colpisce tutta la filiera del turismo: meno clienti al mare vuol dire ristoranti con tavoli vuoti, alberghi che devono fare i conti con camere libere, negozi con merce invenduta, ma anche personale giornaliero a chiamata (come bagnini, camerieri, aiutanti in cucina, addetti alle pulizie, parcheggiatori, animatori) che è rimasto a casa in quanto le giornate di maggior richiesta, come i week-end, sono stati funestanti costantemente da pioggia, vento e basse temperature.
“Stimiamo che almeno 50.000 persone, tra i quali molti studenti universitari che lavorano d’estate per pagarsi gli studi, a giugno e luglio sono rimasti disoccupati – prosegue Borgo. - Il danno economico per la nostra categoria è superiore ai 400 milioni di euro e comprende, oltre ai servizi di spiaggia, anche il mancato guadagno di bar, ristoranti, piscine, parcheggi e feste serali all’aperto”.
Gli imprenditori balneari le hanno pensate tutte in tema di sconti e promozioni: ombrellone e cabina condivisi, 3 lettini al prezzo di 2, riduzioni fino al 50% dopo le 14,00, ma se manca il sole tutto questo non serve. Anche i meteorologi non ci hanno dato una mano a causa di previsioni spesso approssimative o, addirittura, totalmente sbagliate.
Unica nota parzialmente positiva è stato il ritorno dei turisti stranieri, specialmente tedeschi e austriaci, che hanno affollato i litorali del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Il sud della nostra penisola è stato meno condizionato da piogge e temporali, ma purtroppo il segno negativo, anche se più modesto, rimane ugualmente.
In alcune località turistiche la diminuzione delle presenze è stata tale da compromettere seriamente l’economia delle imprese balneari. Il SIB pertanto ritiene opportuno che questo risultato, assolutamente non prevedibile, debba essere tenuto in seria considerazione ai fini della fiscalità sia locale che nazionale.
“Non ci resta che confidare in agosto - conclude Borgo - se è vero che continua ad essere il mese preferito dagli italiani per le vacanze e se anche Madre natura fosse dalla nostra parte, questo connubio potrebbe, almeno, limitare le perdite della stagione estiva 2014, che inogni caso, si chiuderà con un pesante passivo”.
Le situazioni più critiche si registrano in Campania (-40% a giugno e -70% a luglio), Marche (-35% e -60%), Liguria (-40% e -50%) e Toscana (-35% e -50%). In Emilia Romagna non va meglio con il 40% in meno delle presenze in spiaggia a giugno e il 30% a luglio.
Unica nota parzialmente positiva - spiega il SIB - il ritorno dei turisti stranieri, specialmente tedeschi e austriaci, sui litorali del Friuli Venezia Giulia e Veneto, che segnano comunque a luglio cali rispettivamente del 40% e del 15%. Il Sud è stato meno condizionato da piogge e temporali, ma il segno negativo, anche se più modesto, rimane ugualmente.