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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Attualità

"Ideal Standard può decidere di non produrre, ma non può vietare che altri lo facciano"

Pordenone - Il segretario regionale del sindacato Femca-Cisl Franco Rizzo ha commentato positivamente gli sviluppi della costituzione della Cooperativa Idealscala, nata il 18 luglio scorso per continuare la produzione nello stabilimento della Ideal Standard di Orcenico di Zoppola.

Ricordando che lunedì 11 settembre si svolge un importante incontro a Roma, al Ministero dello Sviluppo economico, tra governo, sindacati, azienda ed esponenti delle amministrazioni regionali, riportiamo integralmente la nota del rappresentante sindacale, pubblicata sul sito idealscala il 7 agosto.

"Quello raggiunto al Ministero del Lavoro è un accordo importante che i lavoratori, nell’assemblea tenutasi il 24 luglio, hanno giudicato positivamente".

"L’accordo è figlio di una vertenza difficile, complicata e dai toni aspri, da un clima di forte sfiducia che il management della Ideal Standard ha provocato, che si è trascinata per quasi un anno".

"In questo arco di tempo fondamentale è stata la tenacia e la lucida determinazione del sindacato e dei lavoratori che non si sono mai arresi, così come importante è stato il protagonismo, la coesione e la solidarietà di un intero territorio, che si è stretto intorno ai lavoratori e alla fabbrica, divenuta simbolica nel panorama della crisi industriale pordenonese".

"Ora però è tempo di girare pagina, e tempo di nuove sfide: rilanciare l’attività produttiva di Orcenico attraverso i difficili sentieri dell’autoimprenditorialità, imboccata con la coraggiosa scelta di costituire una cooperativa; una scelta impegnativa anche nel nome, Ceramiche Idealscala, che rievoca i fasti di un passato glorioso della nostra industria manifatturiera".

"E nella novità è forte il richiamo alla nostra storia comunitaria: persone che si autorganizzano in forma partecipativa e mutualistica, per risolvere problemi e bisogni comuni, nella convinzione di poter guardare al futuro con la stessa speranza con cui i loro padri hanno costruito i propri percorsi di vita".

"Ancora una volta sono quindi i lavoratori ad indicare la strada del possibile sviluppo, ancora una volta loro, in prima linea, armati del solo coraggio, convinti, come sono, che lo stabilimento di Orcenico non può chiudere, che non è possibile disperdere un patrimonio enorme fatto di capacità e di competenze".

"Lavoratori che non attendono solo aiuto, ma che decidono di rimettersi in gioco perché non ci stanno a farsi rubare il lavoro e il futuro da una multinazionale, che ha deciso, per logiche esclusivamente finanziarie, di mettere la parola fine ad uno stabilimento produttivo ed efficiente".

"Siamo solo all’inizio di questa sfida, avanguardia di una via che potrebbe essere scelta da altri lavoratori e da altre realtà".

"C’è tanta strada da fare ed il tempo a disposizione è quello concesso dalla cassa in deroga. Dentro questo percorso, e con gli impegni previsti dall’accordo ministeriale, la multinazionale può trovare le ragioni per porre parziale rimedio alla profonda ferita inferta a 400 famiglie ed al tessuto economico e sociale di un’intera provincia: facilitare concretamente la riprese dell’attività produttiva attraverso la messa a disposizione di impianti e capannoni a prezzi simbolici. In altri termini supportare la fase di avvio della start up, con la messa a disposizione di volumi produttivi per un tempo limitato, in modo da consentire ai propri “ex” dipendenti di portare a successo l’operazione del workers buyout".

"È un atto dovuto, un’assunzione di responsabilità sociale che Ideal Standard deve ad una intera comunità, che sino alla fine è stata attenta ai bisogni di questa azienda; da Orcenico sono partiti tanti lavoratori che, con generosità, in giro per il mondo sono andati a insegnare i segreti della ceramica, contribuendo così a far diventare grande la multinazionale".

"Ideal Standard può decidere di non produrre, ma non può vietare che altri lo facciano, soprattutto non può vietare ai propri dipendenti di provarci".

"Questo nuovo protagonismo sociale, che i lavoratori della Ideal Standard alimentano con entusiasmo e passione, interroga le coscienze di tutti. Il dovere dell’urgenza chiama in causa un intero territorio regionale/nazionale, nelle sue svariate espressioni economiche, sociali ed istituzionali, una chiamata a stare dentro una sfida difficile ma ambiziosa, una sfida da raccogliere per lavorare intorno a un progetto comune: sostenere e accompagnare un modello di sviluppo alternativo, l’unico in grado di rispondere  ad una emergenza occupazionale  sostituendo il fatalismo e la sfiducia, con la speranza e con la voglia di credere nel futuro, il garantire profitto per la finanza, garantire sostenibilità e lavoro".

"Serve quindi accompagnare e sostenere, con atti concreti, il coraggio e l’audacia dei lavoratori della Ideal Standard: questa iniziativa, se realizzata, può rappresentare un valore e un bene per l’intera comunità, una opportunità per sperimentare l’avvio di un processo di sviluppo partecipato basato su valori etici, un volano virtuoso per interpretare la crisi come una opportunità per cambiare in meglio, per costruire un nuovo equilibrio nel contesto economico e produttivo".

"In questa sfida il sindacato è pronto a fare la propria parte. Possiamo vincere se l’esempio diventano i lavoratori della Ideal Standard, se tutti insieme lavoriamo intorno allo stesso obiettivo fino in fondo senza risparmiarci, se lavoriamo ad un progetto “per” e non “contro”, dove il dialogo e il confronto e le azioni prevalgono su veti e pregiudizi".

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