“Una notte al Museo”: concerti, degustazioni al Museo del Castello di Miramare
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- Pubblicato Giovedì, 26 Dicembre 2013 13:04
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Trieste - In occasione del progetto "Una Notte al Museo" indetto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il Museo Storico del Castello di Miramare sabato 28 dicembre prolungherà fino a tarda serata il suo normale orario di apertura al pubblico dalle ore 09.00 alle ore 23.30, ultimo ingresso ore 23.00. Per l’intera giornata l’ingresso sarà gratuito.
Tutta la serata sarà all’insegna del dialogo fra musica, vini e arte e i visitatori potranno assistere a diversi eventi ideati per questa particolare occasione.
Si inizia alle 19.30, nell’atrio dello scalone del castello di Miramare, con “Il lungo meriggio del liuto”: un insolito incontro a tre voci tra il liutista Fabio Accurso, il sommelier Roberto Filipaz e l’assistente museale Lucia Marinig che rifletteranno sull’ interpretazione dello strumento musicale, sull’arte della degustazione e sulle prestigiose bottiglie stappate alla tavola di Massimiliano d’Asburgo, a cui farà seguito un assaggio di vini e di specialità del territorio proposto dall’Associazione Italiana Sommelier del Friuli Venezia Giulia.
La parte musicale della serata, curata dall’associazione Wunderkammer, è dedicata al liuto, uno strumento che dalla Persia ha viaggiato verso ovest fino alla penisola arabica, passando per Siria, Palestina, Libano, diramandosi verso l’Egitto, lungo tutta la costa settentrionale dell’Africa per arrivare sino in Gibilterra e infine in Spagna. Un guscio che ha viaggiato su un immenso fiume immaginario producendo un suono che pare avere qualcosa di celeste, di soprannaturale, tanto da essere raffigurato dal XIII secolo in poi in qualsiasi coro d’angeli che orna una qualsiasi chiesa italiana o tedesca o francese o inglese.
L’approfondimento storico, a cura del Museo del Castello di Miramare, permetterà di conoscere un aspetto poco indagato della corte di Massimiliano d’Asburgo, ovvero la sua cantina dei vini. Il giovane arciduca era un anfitrione impeccabile ed è ben nota la splendida ospitalità con cui erano accolti gli ospiti alla sua mensa. Anche la scelta delle bevande era improntata all’eccellenza più squisita: champagne, bordeaux, ponce gelati accompagnavano l’arrivo delle pietanze a tavola e scandivano le pause nei diner ufficiali. Massimiliano d’Asburgo non era solo un raffinato intenditore di vini pregiati ma anche un appassionato botanico: come raccontano le testimonianze storiche, impiantò nel Parco del Castello numerose vigne di cui purtroppo non rimane traccia.
Alle 20.30 nell’ambito del ciclo “Dieci minuti con…”, dedicato all’approfondimento di alcune delle opere d’arte più emblematiche del Castello, l’assistente museale Stefania Comingio illustrerà uno dei dipinti più interessanti posseduti dall’arciduca Massimiliano d’Asburgo e perfettamente in tema con la serata, ovvero “L’imperatrice Livia a Grignano”. Il dipinto, saggio di pittura di Cesare Dell’Acqua che rievoca l’antichità classica, racconta un episodio tratto dalla “Naturalis Historia” dove Plinio il Vecchio citava il Pucino quale vino diffuso nelle zone di Grignano e Prosecco.
Infine alle 21.00 l’appuntamento è in Sala del Trono per “Prima che la corda si spezzi” con Fabio Accurso al liuto e arciliuto in un concerto inserito nell’8° Festival Internazionale di musica antica Wunderkammer. Musiche di Francesco da Milano, Marco dall’Aquila, Alessandro Piccinini e Bernardo Gianoncelli. Ai grandi virtuosi di questo strumento veniva attribuita la qualità “divina” di sollecitare emozioni misteriose e profonde, come Francesco da Milano che “con il farsi sentire nell’anima, rubava i sensi di chi l’ascoltava”. O come i grandi liutisti francesi del XVII secolo che concedevano preziose e rare apparizioni in pubblico in grado di creare stupore e meraviglia. Oggi, alle porte del 2014, si possono riprovare le stesse emozioni.
Info: Museo Storico del Castello di Miramare 040-224143
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- Pubblicato Domenica, 22 Dicembre 2013 16:53
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Muore a Trieste il sacerdote gesuita Mario Vit, autorevole esponente della cultura cattolica
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- Pubblicato Mercoledì, 18 Dicembre 2013 18:15
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Trieste - Padre Mario Vit, sacerdote gesuita, direttore del Centro Culturale Veritas di Trieste, è morto nella tarda serata del 17 dicembre. Alla fine di novembre gli era stata diagnosticata una grave forma di tumore.
Aveva festeggiato da poco il decimo anniversario del “nuovo” Centro Veritas, in una celebrazione molto ricca e partecipata, che aveva visto la presenza a Trieste del padre provinciale per l'Italia della Compagnia, padre Carlo Casalone.
Personalità ricca e complessa, il Padre Vit è stato un gesuita sulle frontiere delle problematiche culturali, religiose e sociali, sempre in ricerca, e nella ricerca aiuto a tante donne ed uomini. Giungono al Centro Veritas in queste ore centinaia di testimonianze commosse di confratelli ed amici e messaggi di cordoglio da parte delle autorità religiose e civili.
Giovedì 19 dicembre alle 20.30 si svolgerà una veglia di preghiera nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù in via del Ronco 12; sabato 21 alle 11 le esequie a Trieste, sempre presso la parrocchia del Sacro Cuore. Sarà possibile rivolgere l'estremo saluto a padre Mario presso il Cimitero di Sant'Anna, in via Costalunga, sabato 21 dicembre dalle 8 alle 9.30. Il feretro sarà quindi portato al Sacro Cuore, dove sarà esposto dalle 10.
A San Pietro al Natisone, le esequie saranno celebrate nella Chiesa parrocchiale il 22 dicembre alle 11. Con le Valli del Natisone padre Vit aveva un rapporto speciale, profondo, che lo metteva in sintonia con l'anima, la cultura, la religiosità delle genti del luogo. E proprio nelle Valli, nel cimitero di Calla, padre Mario Vit riposerà.
Mario Vit era nato a Portogruaro (Venezia) il 30 dicembre 1933 ed era entrato nella Compagnia a Lonigo il 21 novembre 1953. Nel 1955 era stato inviato a Gallarate per gli studi di filosofia, nel 1958 a Trieste per il magistero e nel 1961 a Chieri per la teologia.
Qui venne ordinato presbitero, il 12 luglio 1964. Dopo un anno a Gorizia come ministro ed economo della comunità ed insegnante di religione nella scuola statale, nel 1966 venne inviato a Firenze per il Terz’anno di probazione; qui, durante l'alluvione, prestò servizio in soccorso della popolazione colpita dal disastro.
Nel 1967 venne inviato a Palermo, per studiare psicologia presso l’Università statale: in questo periodo si spese per alleviare le sofferenze degli abitanti del Belice, dove il 14 gennaio 1968 si era verificato un disastroso terremoto.
Nel corso del 1968 Padre Vit fu destinato a Trento dove venne nominato Direttore del Centro universitario; qui completò gli studi di psicologia. Nel 1969 pronunciò gli Ultimi Voti.
Nel 1975 la destinazione è al Centro teologico di Torino dove studia Teologia pastorale, l’anno successivo a Grado (1976) quindi a Brischis di Pulfero nell'ottobre 1977 e nel 1978 a Gemona, per occuparsi dell’assistenza ai terremotati del Friuli.
Nel 1980-81 fu parroco della nascente parrocchia di S. Giuseppe Lavoratore a Ferrara. Nel 1981 Padre Vit venne inviato nuovamente a Gorizia, dove rimase per otto anni come operatore pastorale, aiuto direttore del “Centro Stella Matutina” e assistente dell'Associazione Scout Cattolici (Agesci).
Nel 1989 fu destinato a Padova dove rimase fino al 2002. La sua missione principale fu quella di collaboratore dell’”Osservatorio Socio-religioso del Triveneto”, cui affiancò quella di docente di religione nel Collegio Antonianum e di consigliere diocesano per l’ecumenismo (1996-2002). Nel 1993 fu nominato vicedirettore del Collegio e nel 1998 direttore.
Nel 2002 padre Mario Vit venne inviato a Trieste, ultima tappa della sua vita pastorale, dove fu nominato Direttore del Centro Culturale “Veritas”, istituto riconosciuto di interesse regionale dalla regione autonoma Friuli Venezia Giulia. Dal 2010 aveva ripreso l’impegno nell'”Osservatorio Socio-religioso del Triveneto”, come membro del comitato scientifico.
Sotto la sua direzione il Centro si è caratterizzato per la capacità di incontrare e dialogare con uomini e donne in ricerca di approfondimento spirituale, all'interno della Chiesa ed anche al di fuori di essa, sia in ambito laico che in quello di confessioni diverse.
Padre Mario Vit aveva coinvolto nelle attività culturali del Centro autorevoli esponenti della comunità ortodossa, sia serba che greca, di quella evangelica e valdese, dell'ebraismo, dell'islam e del buddismo. Intellettuale lucido e raffinato, con grandi capacità relazionali, Padre Vit è stato autore di numerosi studi sociologici pubblicati in volumi e riviste specializzate.
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