Ricordare è d’obbligo: “Juliet” arriva a 33, ce ne parla il direttore Roberto Vidali
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- Pubblicato Martedì, 04 Febbraio 2014 18:09
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Trieste - Il numero zero della rivista “Juliet” ha visto la luce nel dicembre del 1980. In copertina c’era il "cagnetto sputafuoco" disegnato da Oreste Zevola, ed essendo la matematica una scienza esatta a dicembre 2013 i trentatrè anni di Juliet sono stati del tutto compiuti. Anche se il futuro sembra incerto.
Abbiamo conversato con Roberto Vidali, direttore della rivista Juliet e gli abbiamo chiesto: perché ritiene che il futuro sia così incerto?
Il lavoro che l’Associazione Juliet conduce ormai da troppi anni è sotto gli occhi di tutti: le nostre pubblicazioni sono distribuite in tutto il mondo e le collaborazioni sono innumerevoli, solo nella nostra zona è importante ricordare le collaborazioni avute con la BCC di Staranzano e Villesse, l’Itis, la Fondazione Teatro Lirico G.Verdi, il centro di formazione sociale Ad Formandum, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del FVG, il Comune di Muggia, la Camera di Commercio e adesso last but not least, la collaborazione con l’IIC di Lubiana.
Eppure si avverte che non c’è vera disponibilità da parte delle pubbliche istituzioni. Il tutto a fronte di circa duecento fascicoli confezionati e di circa quattrocento attività espositive o appuntamenti culturali organizzati e sostenuti dall’Associazione.
Potrebbe essere più chiaro?
Da anni l’Associazione Juliet, di cui l’omonima rivista è colonna portante, si muove tra le paludi istituzionali senza trovare riscontro né appoggi economici nei tre grandi ordinamenti istituzionali o nei suoi bracci esecutivi: Regione, Provincia, Comune. Che forse la contemporaneità non faccia tanto gioco alla pubblica amministrazione?
Ora, però, dobbiamo parlare di tre autori che vengono presentati all’ICC (Istituto Italiano di Cultura) di Lubiana, fra alcuni giorni. Ci può fare un quadro sintetico di questo progetto?
Si inaugura giovedì 6 febbraio alle 17.30 la mostra di tre autori, Carlo Fontana, Luka Širok e Magda Starec Tavčar, all’Istituto Italiano di Cultura a Lubiana. Detto in maniera sintetica si potrebbe parlare di un dialogo transfrontaliero, interculturale e multigenerazionale. Gli artisti verranno presentati con una serie di lavoro di piccole e medie dimensioni.
E lei se ne starà a guardare?
Beh, ovviamente non potrò esimermi dal dire due parole, innanzitutto sulla mostra e poi se qualcuno dei presenti avrà una qualche curiosità da voler chiarire ben volentieri avrò modo di approfondire un qualsiasi discorso inerente alla vita del marchio “Juliet”.
E ci può dire ancora qualcosa in più a proposito degli artisti?
Carlo Fontana è un artista di madrelingua italiana. È di origini campane, ma vive a Casier e si esprime con modalità coloratissime e di configurazione pseudoingenua.
Luka Širok, artista e illustratore, poggia il suo lavoro su una tecnica che, nel suo caso, diviene quasi un impianto ideologico: la possibilità dell’accorpamento che si traduce in collage e sovrapposizioni. È di madrelingua slovena e vive sul lato sloveno del Collio goriziano.
Magda Starec Tavčar è un’artista visiva, grafica e illustratrice, esperta e ricercatrice nel campo della tessitura, usa vari prodotti di risulta, scarti di lavorazione, assemblando, incorporando e riciclando secondo la sua particolare esigenza espressiva. È cittadina italiana di nazionalità slovena e vive nella frazione di Padriciano.
Fino a quando sarà visitabile la mostra?
Fino al 29 marzo, presso la sala mostre dell’Istituto Italiano di Cultura in Slovenia (Breg 12, Lubiana) con il seguente orario: da lunedì a giovedì dalle 9,00 alle 17.00, il venerdì dalle 9.00 alle 13.30. Per ulteriori info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
E due parole sulla città che ospita questa iniziativa?
Lubiana è una città molto vivace e culturalmente avanzata. È curioso che una piccola città, inserita in un paese di non grandi dimensioni possa essere così attiva. Mi viene spontaneo citare Gregor Podnar che pur essendo partito da Lubiana ha avuto la capacità di emergere all’estero e di far conoscere il lavoro della sua galleria e dei suoi artisti, partecipando alle più importanti fiere internazionali.
Anche per questo motivo sono grato al dottor Izzo che ha deciso di aprirsi alla contemporaneità ospitando questa mostra e il marchio “Juliet” che la sostiene, perché un clima culturale in fermento è sempre parte essenziale di un qualsiasi dibattito oltre che la premessa di qualsiasi crescita.
Di Roberto Vidali ricordiamo l’ultima fatica editoriale (“El papin di G. Pixi”, un fascicolo di 96 pagg, Juliet editrice): un fascicolo pieno di humour, pensieri profondi, battute lapidarie, foto curiose e disegni divertenti.
Serenella Dorigo
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Trieste - A vent'anni dai tragici fatti di Mostar riparte il Premio Giornalistico Internazionale Marco Luchetta, istituito e promosso dalla Fondazione Luchetta Ota D'Angelo Hrovatin in collaborazione con la RAI per ricordare i giornalisti Marco Luchetta, Alessandro Ota e Dario D'Angelo uccisi da una granata mentre giravano un servizio sui bimbi della ex Yugoslavia, e il cineoperatore Miran Hrovatin, assassinato pochi mesi dopo a Mogadiscio con la giornalista Ilaria Alpi.
Proprio questo giornalismo “di trincea”, che documenta in tempo reale dal cuore dei fatti mettendo a rischio la propria vita, è l’elemento caratterizzante del Premio Marco Luchetta, che ha valorizzato, nell'arco di dieci edizioni, migliaia di corrispondenze dai fronti caldi di cinque continenti, legate a realtà e contesti spesso invisibili dell’infanzia minacciata da guerre, scontri etnici, emarginazione, povertà. La cerimonia di consegna dei riconoscimenti giornalistici si svolgerà il 3 luglio a Trieste con il galà televisivo "I Nostri Angeli", come sempre ripreso e trasmesso da Rai1.
Molte le novità che caratterizzano questa 11ª edizione: a cominciare dalla Giuria che valuterà le corrispondenze in gara, presieduta quest'anno dal neodirettore della Rai Tgr Vincenzo Morgante. Agli storici componenti della giuria si aggiungono il presidente della Scuola di Giornalismo di Perugia Nino Rizzo Nervo, il direttore di RaiTeche, Barbara Scaramucci e il vicedirettore del Tg1, Fabrizio Ferragni.
Potranno concorrere i lavori pubblicati, trasmessi o diffusi tra il 1 aprile 2013 e il 31 marzo 2014 che dovranno pervenire alla segreteria del Premio entro il 12 aprile 2014.
Il bando di concorso del Premio Giornalistico Internazionale Marco Luchetta 2014, da oggi anche su Twitter, è consultabile sui siti www.premioluchetta.it e www.fondazioneluchetta.org e proprio in queste ore partirà la newsletter informativa, che raggiunge migliaia di testate giornalistiche in tutto il mondo.
"Novità ulteriore, certamente significativa e in linea con l'informazione del nostro tempo – spiega il segretario di Giuria Giovanni Marzini - è la partecipazione estesa alle testate giornalistiche web, purchè registrate. Come sappiamo la rete, con la sua immediatezza, è divenuta realtà di riferimento quasi automatica per veicolare l'informazione giornalistica ed essere aggiornati in tempo reale".
Target del Premio, come sempre, sono i giornalisti, telecineoperatori e fotoreporter che, con il loro lavoro, hanno raccontato e documentato contesti ed episodi legati alle vittime più indifese delle società d'ogni tempo, i bambini. Come per la scorsa edizione il Premio Luchetta Tv sarà esplicitamente riservato al migliore servizio giornalistico della durata massima di 5 minuti, mentre la sezione Alessandro Ota sarà dedicata ai servizi televisivi fino a 45 minuti.
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