I Greci di Trieste e la loro memoria: l'inaugurazione del Museo della Comunità
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- Categoria: Eventi
- Pubblicato Domenica, 26 Gennaio 2014 19:09
- Scritto da Roberto Calogiuri
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Trieste - La Comunità Greco-orientale di Trieste, che in questo momento comprende circa seicento membri, marca l’estensione e la diramazione delle proprie radici nel territorio giuliano, ben più in profondità di quanto il senso comune sia già abituato alla sua presenza nel variegato tessuto religioso, nel dialetto triestino, nella toponomastica, nell’architettura cittadina o nelle origini della locale squadra di calcio.
I Greci di Trieste ricostituiscono - fin dalle origini - la memoria lontana della loro presenza a Trieste con due iniziative di evidente portata storica e culturale, proposte a poco più di un mese l’una dall’altra.
La prima, nel dicembre dell’anno passato, è stata la presentazione dell’Archivio Storico della comunità con la redazione dell’inventario: un’operazione costata due anni di fatiche e che testimonia la presenza in città dei primi greci - che vi giunsero attratti dalle favorevoli condizioni del portro franco - fin dal 1750, la loro partecipazione alla vita economica, sociale e culturale del capoluogo giuliano e le implicazioni nelle vicende europee del primo dopo guerra.
La seconda iniziativa è l’inaugurazione del Museo della Comunità che sarà celebrata venerdì 31 gennaio alle ore 17.30 nella nuova sede di Riva III Novembre, 7, negli ambienti appena rinnovati della struttura della chiesa di San Nicolò dei Greci, anche sede della Comunità.
Il museo è intitolato a Costantino e Mafalda Pisani. Console Generale di Grecia, il primo, che si prodigò per la valorizzazione del patrimonio culturale della comunità e, nel 1947, sposò quella Mafalda che di cognome faceva Prekop, ed era la sorella della nuotatrice che ispirò a Umberto Saba una nota poesia.
Quindi, il patrimonio storico culturale dei Greci di Trieste vede da una parte - archiviati con ordine - attestati, corrispondenze, suppliche, registri anagrafici e verbali di ogni tipo. Dall’altra, le opere provenienti da donazioni, lasciti e acquisti che formarono, fin dalla prima metà del ‘900, il nucleo dell’attuale museo ora suddiviso in due sezioni principali.
Nella prima sezione, dedicata alla tradizione ortodossa, vi sono icone dal XV al XX secolo di provenienza greca, russa, slava e medio orientale. Particolarmente affascinanti quelle realizzate dai monaci del Monte Athos. Poi quelle eseguite in area veneta e a Trieste, da pittori greci qui attivi. Risalta ,inoltre, il notevole Epitaffio, in legno intagliato dorato realizzato probabilmente a Venezia nel 1823 sotto la guida del pittore corfiota Michael Speranza che partecipava negli stessi anni alla decorazione della chiesa di San Nicolò. Ancora oggi l'Epitaffio è utilizzato durante i riti della settimana santa.
Di grande interesse è anche una vetrina dedicata agli argenti liturgici di provenienza greca, russa e veneziana.
Nella seconda, si possono ammirare opere d’arte della tradizione europea occidentale, anche cattolica, come una “Sacra conversazione” di scuola veneta del '500, una notevole “Presentazione della Vergine al Tempio” del Maestro delle storie di Sant'Agnese, un allievo del Bramantino anche del '500, o “Susanna e i vecchioni” opera fiamminga del '600.
Rilevanti sono i ritratti di personaggi notevoli per la storia di Trieste e della Comunità, come quello realizzato da Antonio Lonza che ritrae Alessandro de Manussi grande benefattore che lasciò un fondo per la cura dei bambini al “Burlo Garofalo”, o l'opera di Eugenio Scomparini che riproduce il barone Ambrogio di Stefano Ralli il quale, oltre che grande benefattore, fu tra i creatori delle “Assicurazioni Generali”. E ancora i ritratti del barone Demetrio Economo - opera del Sorio - o quello di Giovanni Scaramangà realizzato da Zangrando o ancora quello di Konstantinos Hatzikonsta di Alfredo Tominz e poi quadri di genere e quelli dedicati ai temi di carattere patriottico riferiti alla Rivoluzione Greca del 1821.
In questa sezione troviamo anche una vetrina con elementi legati alla storia e all'attività scolastica e filantropica della Comunità.
L’organizzazione e l’allestimento (al quale ha partecipato Marino Jerman) sono opera del maestro Antonio Sofianopulo che è anche Assessore alla cultura della Comunità e che ha curato i testi assieme a Katerina Karadima – dell’Università di Atene - la quale si è occupata anche delle ricerche storiche. Suo è il lavoro di riordino dell’Archivio Storico e di creazione dell’inventario. Le strutture espositive sono di Emanuela Renzi.
Il Museo osserverà il seguente orario di apertura:
mercoledì dalle 15 alle 18; giovedì e venerdì dalle 10 alle 13.
L’ingresso è gratutito e l’apertura al pubblico è a cura dei Volontari per il Patrimonio Culturale del Touring Club Italiano, nell’ambito del progetto nazionale “Aperti per Voi”.
Per informazioni: www.comgrecotrieste.it
Uffici della Comunità: 040 635614
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
(In apertura la chiesa di San Nicolò dei Greci con accanto il simbolo della Comunità. In basso un'icona di San Demetrio, per gentile concessione del Museo)
[Roberto Calogiuri]