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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Bartezzaghi e Turello: creatività e comico dialogano al teatro Giovanni da Udine

Bartezzaghi e Turello: creatività e comico dialogano al teatro Giovanni da Udine l'appuntamento è per domani, venerdì 24 gennaio, alle ore 17:30, nel Foyer del Teatro Nuovo Giovanni da Udine si terrà l’ultimo appuntamento del ciclo Casa Teatro “Sul Sorriso”, che vedrà protagonisti il celebre saggista e giornalista Stefano Bartezzaghi e il critico letterario Mario Turello che dialogheranno con il pubblico sui concetti di Creatività e Comico. Stefano Bartezzaghi, linguista e docente di teorie della creatività, proporrà degli esempi di comicità creativa attraverso dei giochi di parole. Come egli stesso scrive, «l’umorista vede combinazioni di idee e di parole che gli altri non colgono»; non per nulla Arthur Koestler apre il saggio «L’atto della creazione» trattando appunto del riso e dei giochi di parole, che comportano ricreazione, certo, ma anche scoperta e invenzione. Il comico, secondo alcuni, è il "nemico dei filosofi": perfido, sfuggente, inafferrabile. Studiato per secoli da tutte le discipline, dall'antropologia alla psicologia, dalla sociologia alla psicanalisi, conserva intatto il suo mistero. È forse, come sostiene Peter L. Berger, un "segnale di trascendenza"? Sabato 25 gennaio, alle ore 16.00, nel Foyer del Teatro Nuovo, si terrà il primo appuntamento del Laboratorio di Storytelling, racconti di antichi mestieri in Friuli, a cura di Sonia Cossettini. Il laboratorio si propone di far conoscere e insegnare i rudimenti dell’arte dello “storytelling”, ovvero della tradizione orale di raccontare “storie”, creando un momento di comunicazione guidata tra le generazioni familiari: figli, genitori e nonni. Sonia Cossettini, storyteller e attrice, invita a partecipare bambini e adulti, per apprendere qualche semplice regola della narrazione e dell’ascolto, per trasformare in una affascinante “storia” ricordi personali, aneddoti familiari. Le testimonianze saranno arricchite dai ricordi raccolti da Sonia dagli anziani della Residenza “La Quiete”, Azienda pubblica per i Servizi alla Persona, con la quale il Teatro ha avviato una collaborazione finalizzata al coinvolgimento attivo degli ospiti. Iscrizione obbligatoria al laboratorio: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

ÈStoriabus nei luoghi della Grande Guerra. Dieci percorsi per rivivere il tragico conflitto

ÈStoriabus nei luoghi della Grande Guerra. Dieci percorsi per rivivere il tragico conflitto

Gorizia - ÈStoriabus, l'autobus storico-turistico che viaggia nel tempo, riparte con due importanti novità che segneranno la prosecuzione del suo percorso, già iniziato nel 2013, alla scoperta dei luoghi simbolo della Grande Guerra, di cui ricorre quest’anno il centenario. L'iniziativa è stata presentata il 21 gennaio a Gorizia.

Muterà innanzitutto l’aspetto del bus, che rinnoverà la propria veste: con questa nuova immagine grandi e piccoli viaggiatori si sentiranno parte della storia e potranno sedere accanto ai suoi protagonisti, grazie alla guida degli esperti che li accompagneranno, itinerario per itinerario.

Partirà inoltre “èStoriabus in un click”, concorso fotografico per i partecipanti agli itinerari, volto a cogliere lo spirito e il contenuto storico degli appuntamenti targati èStoriabus.

Parte del progetto Carso 2014+, promosso dalla Provincia di Gorizia, èStoriabus propone, in questa sua settima edizione, un totale di dieci percorsi storico-culturali attraverso i luoghi della Prima Guerra Mondiale, per ricordarne, cent’anni dopo, battaglie e accadimenti che segnarono indelebilmente la nostra memoria collettiva.

Organizzati dall’associazione èStoria – in collaborazione con la Provincia di Gorizia e con il partenariato tecnico di APT Gorizia, promossi e sostenuti dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalla Camera di Commercio di Gorizia e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia – tre percorsi si sono già svolti nel 2013, quattro sono in programma per i prossimi mesi e i rimanenti tre saranno distribuiti nel corso della X edizione di èStoria a maggio.

La Grande Guerra occupa ancora uno spazio molto importante nella memoria collettiva, per molte ragioni, tra cui la presenza – nei territori dove è stata combattuta e vissuta – d’innumerevoli tracce e monumenti a essa legati. Sono queste tracce a ricordarci come un centinaio d’anni fa questo tragico conflitto fu combattuto proprio dentro casa nostra, in Friuli Venezia Giulia, terra di confine e proprio per questo teatro d’innumerevoli battaglie. Le esigenze militari dell’epoca, infatti, portarono a una profonda trasformazione del paesaggio, che permane tuttora, a testimonianza viva e incancellabile di quanto accaduto un secolo fa.

Le tracce e i monumenti di questi tragici trascorsi, spesso collocati in meravigliosi contesti naturali, rappresentano degli importanti segni della memoria, che i viaggiatori a bordo di èStoriabus potranno vedere con i propri occhi e toccare con mano, rivivendo le vicende di quei luoghi in cui milioni di uomini hanno combattuto e dove sono state scritte pagine e pagine della nostra storia.

Sarà possibile ripercorrere quelle pagine accompagnati dall’esperto commento degli storici, che ne approfondiranno determinati aspetti e ne sveleranno dettagli inediti.

Si inizierà sabato 15 febbraio alle 9 con il primo itinerario del 2014, dal titolo “Gorizia nella Grande Guerra”. Il percorso si snoderà a partire dal sottopasso intitolato ad Aurelio Baruzzi, il sottufficiale romagnolo che issò la bandiera tricolore entrando come primo italiano a Gorizia l'8 agosto 1916, all'Ossario di Oslavia, dove riposano le spoglie dei caduti nel conflitto. Si sosterà presso i monumenti alla VI Battaglia dell'Isonzo, a Enrico Toti e al Fante d'Italia, per poi visitare il Parco della Rimembranza, realizzato a ricordo delle vittime della Grande Guerra. Concluderanno l'itinerario la sosta presso il monumento a Gabriele D'Annunzio e la visita al Museo della Grande Guerra di Gorizia. Commento storico a cura di Lucia Pillon. Il luogo di ritrovo sarà per tutti gli itinerari piazzale Martiri della Libertà d'Italia (Stazione centrale ferroviaria di Gorizia), con rientro previsto nel pomeriggio.

Sabato 15 marzo alle 8.30 èStoriabus proseguirà con il suo secondo itinerario, che prevede la visita ad uno dei luoghi simbolo della Grande Guerra, l'altopiano di Asiago, sede di uno dei più grandi sacrari militari italiani, il Sacrario militare di Asiago-Leiten. Luogo di riposo di oltre cinquantamila salme sia italiane che austroungariche e completato da una cappella, il sacrario ospita anche un piccolo museo nel quale sono esposti cimeli e materiale rinvenuto sull'Altopiano. Commento storico a cura di Pierluigi Lodi.

Il Piave e i suoi sacrari saranno invece la meta, sabato 29 marzo alle 8.30, del terzo itinerario 2014 di èStoriabus.  Si seguirà il corso del fiume Piave, con una prima tappa a Cima Grappa, per visitare il famoso ossario “Nave del Grappa”. La visita proseguirà a Nervesa della Battaglia, per concludersi a Fagarè della Battaglia, luoghi di commemorazione degli eventi bellici e di riposo dei caduti che qui combatterono. In caso di maltempo e nell’impossibilità di raggiungere le mete programmate, si visiterà il Museo della Grande Guerra di Fontigo, sede espositiva di numerosi reperti bellici e di oggetti d’uso quotidiano, nonché luogo di approfondimento storico della Battaglia finale sul Piave. Commento storico di Alberto Vidon.

Infine si potrà rivivere “La Grande Guerra sulla Bainsizza” sabato 12 aprile, con partenza alle 9,percorrendo l’itinerario sulla Bainsizza, l'altopiano a nord di Gorizia che fu teatro di una delle più impegnative offensive programmate dal generale Cadorna nel corso della Prima Guerra Mondiale: l'undicesima battaglia dell'Isonzo, che si combatté nell'agosto del 1917.

Quali testimonianze e segni non solo della Grande Guerra ma della complessità etnica del territorio, riflessa nella composizione dell’esercito austroungarico, si farà tappa alla fontana monumentale di Grgarske Ravne, opera degli austriaci, e al cimitero militare di Grgar.

In caso di maltempo, occasione per la contestualizzazione storica e per una riflessione sulle vicende storiche che ebbero come protagonista l'altopiano sarà la sosta a Sveta Gora. Commento storico di Marco Cimmino e partenza dal piazzale Martiri della Libertà d'Italia di Gorizia, con rientro previsto nel primo pomeriggio.

 

Giornata della memoria: il calendario degli appuntamenti a Udine

Giornata della memoria: il calendario degli appuntamenti a Udine Un viaggio per non dimenticare e per conoscere. Un percorso civile all’insegna della memoria attraverso gli spunti che possono venire dalle ricerche storiche e dai documenti di una mostra, così come dalle suggestioni proposte da uno spettacolo, un concerto o un film o, ancora, dalle parole, rare e preziose, affidate ai testimoni della Shoah. Come sempre con un particolare occhio di riguardo alle giovani generazioni. Appuntamento tradizionale e irrinunciabile per la città, torna anche quest’anno il ricco calendario di iniziative organizzate dal Comune di Udine per la Giornata della Memoria, che dal 2000, ogni 27 gennaio, il mondo intero dedica al ricordo dell’anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, per commemorare tutte le vittime della persecuzione fascista e nazista come ebrei, rom, omosessuali, disabili, malati di mente e testimoni di Geova. “Il rischio dell’oggi – spiega l’assessore alla Cultura, Federico Pirone – è che ci abituiamo ai rumori in un mondo che non sa più ascoltare. L’inconsistenza di disturbi che provocano fastidio e inducono alla sordità. L’impegno dell’amministrazione comunale con l’organizzazione della Giornata della Memoria – prosegue –, ha l’obiettivo di rendere giustizia a chi è rimasto vittima del nazismo, dell’Olocausto e onorare coloro che hanno rischiato la propria vita per proteggere i perseguitati, qui come altrove. Ma non solo. Riteniamo infatti indispensabile che oltre a ricordare le violenze del passato, si aumenti la consapevolezza delle tragedie e delle discriminazioni purtroppo esistenti ancora oggi nella società. Ricordare significa oggi più che mai – conclude – responsabilizzarsi nel presente e per il futuro e pensarsi come una vera comunità”. La rassegna, come sempre organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune, vede il coinvolgimento anche di numerose realtà culturali e associazionistiche del territorio, come i Civici Musei del Comune, la biblioteca civica “Joppi”, l’Aned – associazione nazionale ex deportati, il Centro Espressioni Cinematografiche, il Css Testro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia, il Teatro Club Udine e Kappa Vu. Entrando nello specifico del calendario, il programma messo a punto dal Comune partirà già questo giovedì 23 gennaio alle 17.30 alle Gallerie del Progetto di palazzo Morpurgo (via Savorgnana 12) con l’inaugurazione di due mostre. La prima si intitola “Cent’anni della Sinagoga di Trieste. Carlo Morpurgo, la tragedia di un uomo giusto” ed è realizzata dal Museo della Comunità ebraica di Trieste “Carlo e Vera Wagner”. L’esposizione, visitabile fino a domenica 9 marzo, racconta attraverso immagini e documenti la storia della Sinagoga di Trieste, una delle Sinagoghe più grandi d’Europa, dal progetto di Ruggero e Arduino Berlam ad oggi e le vicende del triestino Carlo Morpurgo, l’uomo che negli anni di guerra salvò le memorie ebraiche triestine. La seconda mostra, anch’essa visitabile fino al 9 marzo, si intitola “Sterminio in Europa. Perché ricordare” ed è curata dall’Aned. I pannelli narrano gli anni tragici della proclamazione in Italia delle leggi razziali nel 1938, con le quali gli ebrei vennero discriminati ed espulsi da ogni settore della vita pubblica e professionale. Le immagini conducono attraverso l’orrore della “soluzione finale” nei campi di concentramento nazisti, costata dodici milioni di deportati e undici milioni di sterminati. Ebrei, Rom, oppositori politici, omosessuali e testimoni di Geova dovevano subire la deportazione e l’eliminazione in questi campi appositamente attrezzati per lo sterminio. Venerdì 24 gennaio alle 17.30 alla Sala Corgnali della biblioteca “Joppi”, sarà la volta della conferenza “Presenze ebraiche in Friuli. Oscar Luzzatto e gli ebrei udinesi tra Otto e Novecento: vite spese per il Friuli e per l’Italia”. Nel 50° anniversario della morte di Oscar Luzzatto, l’incontro si propone infatti di ripercorrere la storia paradigmatica di un ebreo friulano, pienamente inserito nel tessuto sociale, politico, economico e culturale friulano e costretto a rifugiarsi in Svizzera per sfuggire alle persecuzioni antiebraiche. Uno spaccato di storia locale che si interseca con la “grande storia” del ‘900. Introdotti da Pier Cesare Ioly Zorattini, interverranno Maddalena Del Bianco Cotrozzi, Valerio Marchi, Fulvio Salimbeni, Emanuele D’Antonio e Pietro Ioly Zorattini. Dedicato alla “Deportazione femminile”, invece, l’incontro in calendario sabato 25 gennaio alle 17.30 sempre in sala Ajace a cura dell’Aned e guidato da Antonella Tiburzi e Gianpaolo Carbonetto. Le donne italiane scampate ai campi di sterminio hanno dovuto giustificarsi per essere sopravvissute, hanno dovuto affrontare il sospetto di essersi concesse per avere salva la vita e questo è un altro elemento di specificità di genere, purtroppo tutta italiana, all’interno della tragedia della Shoah. Spazio al teatro, poi, alle 21 al Palamostre con la performance della compagnia Anagoor “L. I. Lingua Imperi”. Lo spettacolo, per la drammaturgia di Simone Derai e Patrizia Vercesi e per la regia di Simone Derai è portato a Udine all’interno della stagione “Contatto n° 32” del Css Teatro Stabile di Innovazione del Fvg. “Uomini predatori di altri uomini annientati a milioni, la caccia più sanguinosa del XX secolo”, lo spettacolo è ispirato allo sconvolgente romanzo “Le Benevole” di Jonathan Littell nel quale drammatici episodi storici della Seconda Guerra Mondiale e della persecuzione degli ebrei emergono dai dialoghi fra due ufficiali nazisti distaccati nel Caucaso nel 1942 (info e acquisto biglietti al Palamostre 0432 506925). Particolarmente ricca di appuntamenti è la Giornata della Memoria, domenica 27 gennaio. Si parte alle 10.30 all’auditorium Zanon con il reading, dedicato agli studenti delle secondarie di secondo grado, di e con Nicoletta Oscuro “Partenze”. Attraverso un’accurata selezione di brani letterari, l’attrice prende in considerazione il dramma umano di chi deve lasciare la casa, la terra, gli affetti a causa di logiche folli basate sull’ideologia della razza (info Biblioteca Civica V. Joppi Sezione Moderna tel. 0432 271589). Alle 20.45 al Cinema Visionario, invece, sarà la volta della proiezione della pellicola “Hannah Arendt” di Margarethe von Trotta. Il film, che sarà replicato anche il 31 gennaio alle 10, ricostruisce un periodo fondamentale della vita di Hannah Arendt: quello tra il 1960 e il 1964. All’inizio della vicenda, la cinquantenne intellettuale ebrea vive a New York con il marito. Ha già pubblicato testi fondamentali di teoria filosofica e politica e insegna in una prestigiosa Università. Nel 1961, quando il Servizio Segreto israeliano rapisce il criminale di guerra nazista Adolf Eichmann, Arendt si sente obbligata a seguire il processo che si tiene a Gerusalemme (ingresso a normali tariffe di pagamento - www.visionario.info). Chiuderà la giornata, alle 21 al Teatro Palamostre, “Emanuele”, adattamento drammaturgico e lettura del testo di Ippolito Nievo proposto all’interno della stagione di Akròpolis dal Teatro Club Udine. Emanuele Ottolenghi è un giovane e ricco ebreo animato dal principio dell’uguaglianza tra gli uomini e dalla fiducia ottimistica nella bontà naturale del mondo. Forte di ciò, egli vuole contrastare sia la vecchia logica usuraia del ghetto, da cui provengono i suoi avi, sia la società mondana e benestante dei gentili e dei nobili che oppongono barriere di pregiudizi razziali. Un testo teatrale, mai rappresentato e pressoché sconosciuto, con cui nel 1852 il ventenne Ippolito Nievo prese posizione netta contro il pregiugizio antiebraico. Una pagina decisamente inedita, proposta da Paolo Patui e Angela Felice secondo la rodata formula di “Letture in corte”, tra momenti di lettura e contrappunti di riflessione (info per acquisto biglietti 0432 507953). Dedicata alla scuole è ancora la mattinata di martedì 28 gennaio quando, alle 11 al Cinema Visionario, verrà proiettato, sempre a cura del Cec, il film di Dorino Minigutti “Oltre il filo”. Una decina di anni fa Metka Gombac, ricercatrice dell’Archivio di Stato di Lubiana, portò alla luce alcuni disegni e componimenti di bambini rinchiusi nel campo di Gonars. Sono testimonianze toccanti scritte nel 1944, quando i ricordi erano ancora freschi nella memoria di quei bambini. “Oltre il filo” è un intreccio avvincente e toccante della storia di quei sopravvissuti. Le testimonianze dei bambini di allora sono molto più di un ricordo: a quelle voci è affidata la ricostruzione storica di una delle pagine italiane più ignobili della Seconda Guerra Mondiale. La proiezione avverrà alla presenza del regista stesso. Per tutta la giornata di mercoledì 29 in sala Ajace, inoltre, è previsto il convegno a cura di Kappa Vu e intitolato “I campi di concentramento fascisti”. Durante la Seconda Guerra Mondiale, almeno centomila civili jugoslavi vennero internati dal regime fascista in campi di concentramento, nelle varie regioni italiane e nelle isole della Dalmazia. Migliaia di persone - donne, uomini, vecchi, bambini - vi morirono di fame e di malattie. Si tratta di una tragedia di cui si è parlato poco, ma che è importante conoscere non solo per capire meglio la storia del confine orientale d’Italia, ma anche per riflettere sulla disumanità di tutte le strutture concentrazionarie, sull’oggi e sulle origini del razzismo crescente nella nostra società. Coordinati da Alessandra Kersevan si alterneranno, dalle 9.15 alle 12.40 e dalle 14.30 alle 17.30 gli interventi di Piero Purini, Carlo Spartaco Capogreco, Boris Gombač, Dragutin Drago V. Ivanović, Sandi Volk, Andrea Martocchia, Claudia Cernigoi, Genni Fabrizio, Ferruccio Tassin, Ivan Cignola, Alessandra Piani, Dorino Minigutti. Sempre il 29 gennaio ancora cinema dedicato ai ragazzi con la proiezione curata dal Cec, alle 11 al Visionario, del film “Anita B.” di Roberto Faenza. Tratto dal romanzo “Quanta stella c’è nel cielo” di Edith Bruck «Quanta stella c’è nel cielo» non è un errore, è il primo verso di una ballata amara del giovane Petöfi, il grande poeta ungherese. Quei versi sono tra le poche cose che Anita porta con sé, insieme a molti ricordi laceranti. Anita non ha ancora sedici anni. È una sopravvissuta ai campi. È bella, è sensibile, le prove della vita le hanno tatuato l’anima. Sta fuggendo da un orfanotrofio ungherese per andare a vivere a casa di una zia, Monika. Eli, il giovane cognato di Monika, è venuto a prenderla al confine per accompagnarla nel viaggio in Cecoslovacchia, dove si ritrova clandestina in un mondo ancora in subbuglio (info e prenotazione obbligatoria a scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., tel 0432 299545). Chiude la rassegna organizzata dal Comune di Udine, venerdì 7 marzo alle 18 in sala Ajace, la presentazione di “Le rose di Ravensbrück. Storia di deportate italiane”, video di Ambra Laurenzi e presentato a Udine grazie all’Aned. Per tutte le informazioni è possibile contattare il PuntoInforma del Comune di Udine telefonando allo 0432 414717 o inviando una email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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