Cultura
Risate e riflessioni con Giobbe Covatta a Pordenonelegge
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- Pubblicato Domenica, 23 Settembre 2012 11:15
Pordenone – Successo di pubblico a tutto tondo per Giobbe Covatta, sabato sera al teatro Verdi, dove con maestria e verve, che gli è propria, ha saputo deliziare i presenti offrendo spunti di riflessione.
Con una conferenza spettacolo, condita da semplicità e franchezza, Covatta ha risvegliato l’attenzione dei presenti sui tanti cambiamenti, che dovremmo affrontare nei prossimi anni, dalle fonti alternative, al risparmio energetico all’approvvigionamento dell’acqua, elemento sempre più scarso.
Da anni impegnato in campagne di sensibilizzazione su temi ecologici e vicino a coloro che soffrono, Covatta ha dialogato con il pubblico in un racconto avvincente, narrando le sue esperienze personali che lo hanno portato a divenire quello che ora è.
Un’occasione per comprendere da vicino quali comportamenti è necessario adottare fin da subito per migliorare la qualità della nostra vita e quella delle generazioni future, perché come ha sottolineato il comico “se non trovi una soluzione fai parte del problema”.
Pordenonelegge: McEwan, nuovo romanzo su turbolenti anni 70
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- Pubblicato Domenica, 23 Settembre 2012 09:42
- Scritto da Maurizio Pertegato
PORDENONE - ''Il mio nuovo romanzo e' ambientato negli anni Settanta, che in Gran Bretagna come in Italia sono stati turbolenti e hanno scosso le nostre vite''. Lo ha detto oggi lo scrittore britannico Ian McEwan al festival Pordenonelegge.it, dove e' giunto per ritirare il premio ''La storia in un romanzo'', promosso da Banca Friuladria in collaborazione con il festival ''e' Storia'' di Gorizia. L'opera e' in uscita per Einaudi a novembre, e il titolo in italiano sara' ''Miele''. ''Il tema di dove si intersecano i grandi eventi storici con le nostre vite private - ha proseguito McEwan - e' secondo me uno dei temi piu' importanti da affrontare in un romanzo: e' interessante capire fino a che punto i grandi eventi storici possono influenzare le nostre vite, e il romanzo e' il luogo migliore per analizzare queste intersezioni''. Soffermandosi poi sulla vicenda delle vignette su Maometto pubblicate in Francia e sull'ondata di reazioni che hanno suscitato nel mondo islamico, lo scrittore ha detto che ''e' un vero peccato che le religioni vengano talvolta insultate in un modo piuttosto volgare, ma credo che se tu ami il tuo dio puoi restare fermo e calmo in questa convinzione - ha concluso - e non hai bisogno di fare male a nessuno''.
Lectio magistralis di Marc Augè a Pordenonelegge
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- Pubblicato Sabato, 22 Settembre 2012 15:39
Pordenone - Fra i grandi protagonisti di Pordenonelegge, nella giornata di oggi sabato 22, l’antropologo Marc Augé, ha intrattenuto il pubblico, nella mattinata, presso il Chiostro della Biblioteca Civica, con una lectio magistralis sul suo ultimo saggio, “Futuro”.
Mar Augè, padre dei concetti di nonluogo e di nontempo, ha illustrato il suo ragionamento in una consecutio temporale precisa ed esauriente, offrendo ai presenti, spunti di riflessione per un concetto di futuro, non scevro da carenze e paure per il presente.
Augè ha esordito dicendo, che pur nel paradosso della velocità del tempo in cui viviamo, la nostra società ha perso la sensazione di cosa sia, conseguentemente abbiamo la necessità di reimpostare il proprio tempo, per recuperare la dimensione di appartenenza ad un proprio spazio. Questo legame, tra spazio e tempo, definisce ogni tradizione e all’interno di essa gira il concetto di circolarità nella società. Potremmo dire, come ha precisato l’antropologo, che l’uomo del diciannovesimo secolo vive il primato dell’individuo ed il primato del futuro sul passato.
Interessanti, anche i concetti sviluppati di utopia e di comunicazione, l’uno si interseca nell’altro. Infatti, la comunicazione, impostata così com’ è ora, dove il mezzo diventa il fine, - continua – sfocia in un apoteosi della relazione. Viviamo l’ideologia del presente dove la nota dominante è la circolarità dell’immagine, l’utopia, quindi, ha perso valore e si è ridotta a pura strumentalità del presente. Solo, recuperando il concetto di utopia come educazione alla cultura, colmeremmo il vuoto sempre maggiore che si sta creando fra coloro che hanno accesso alla conoscenza e quelli che, sempre, più non c’è l’hanno. Così debellando il male dell’oligarchia culturale, il sapere di pochi su molti, che si sta allargando.
Molti i contenuti trattati che, non abbiamo la pretesa qui di esaurire, ma che necessitano di essere analizzati e ridiscussi in ambito privato, aiutati dalla lettura del libro “Futuro”.
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