Mistero a Tolmezzo: uomo trovato accoltellato con una larga ferita all’addome
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- Pubblicato Domenica, 23 Ottobre 2016 18:40
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Udine - Un uomo di 48 anni, il signor Gheorghe Ravas Vanea, di cittadinanza rumena, residente in Alto Friuli, è stato trovato la mattina del 23 ottobre con una larga ferita all'addome in una zona di campagna intorno a Tolmezzo (Ud).
Un passante che passeggiava con il proprio cane ha notato la vittima distesa a terra, cosciente, a torso nudo, con una vistosa ferita da taglio lunga una ventina di centimetri, ed ha allertato i soccorsi e i Carabinieri della Compagnia di Tolmezzo.
L’uomo è stato portato in ospedale, dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico; secondo le prime informazioni non dovrebbe essere in pericolo di vita.
I militari dell'Arma stanno svolgendo gli accertamenti del caso e i rilievi nella zona per ricostruire l'accaduto. Fino a questo momento, nonostante le ricerche, non è stato trovato il coltello o l'arma che ha ferito il cittadino rumeno. Di lui si erano perse le tracce sabato.
Proprio la mattina del 23 ottobre, infatti, mentre veniva trovato nelle campagna, il figlio ne denunciava la scomparsa ai Carabinieri, precisando che non era rincasato.
Muore a Udine l’industriale friulano Andrea Pittini, fondatore delle Ferriere Nord
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- Pubblicato Venerdì, 14 Ottobre 2016 18:44
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - Andrea Pittini, uno degli industriali friulani più rappresentativi, è morto all'ospedale di Udine. Avrebbe compiuto 86 anni tra pochi giorni. Uomo fattosi da solo, come ha sempre sottolineato, Pittini lascia la moglie, Annamaria e i figli Marina e Federico.
Pittini aveva cominciato a lavorare molto presto, quando era ancora minorenne negli anni immediatamente dopo la Seconda Guerra mondiale.
Iniziò recuperando i rottami ferrosi conseguenza dei bombardamenti e da lì riuscì a fondare una grande azienda. Il terremoto del 1976 causò danni enormi alla sua industria ma riuscì a riprendersi e ad espandere ancor di più la sua attività. Il suo nome è legato alle Ferriere Nord di Rivoli di Osoppo, gruppo siderurgico che occupa un migliaio di lavoratori, composto da più di dieci stabilimenti.
"Viene a mancare oggi uno dei grandissimi industriali della nostra regione, un vero pioniere, che ha saputo interpretare al meglio le politiche industriali dal Dopoguerra a oggi, con una tempra che non ha mai lasciato spazio allo sconforto, alla rinuncia: dopo la dura prova del terremoto, con una fabbrica rasa al suolo, sette operai morti e molti feriti, il giorno dopo era in azienda a ricostruire tutto più grande, più forte di prima".
Il vicepresidente della Regione e assessore alle Attività produttive Sergio Bolzonello esprime così il profondo cordoglio per la morte di Andrea Pittini, già leader degli industriali friulani, presidente dell'Associazione degli industriali siderurgici italiani e membro del comitato consultivo della Ceca, fondatore di una compagnia multinazionale in cui spicca Ferriere Nord, la prima società del gruppo con quartier generale a Rivoli di Osoppo e da anni ai vertici della siderurgia italiana.
Bolzonello ricorda come "a soli sedici anni, tra le macerie della Seconda Guerra mondiale, seppe inventarsi un mestiere e a metà anni Cinquanta insediò in un prato vicino a Osoppo il primo nucleo di quella che è oggi una tra le più importanti zone industriali della regione, in grado di dare occupazione a centinaia di lavoratori".
"La Regione e la comunità del Friuli Venezia Giulia perdono un protagonista della rinascita, un capitano d'industria che ha dato a questo territorio lustro, occupazione, esempio", conclude Bolzonello.
Frode fiscale miliardaria con base a Vicenza scoperta dalla Finanza. Indagini anche a Udine
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- Pubblicato Mercoledì, 12 Ottobre 2016 15:46
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - Dalle prime luci dell’alba, oltre 120 militari del Comando Provinciale di Vicenza, in collaborazione con numerosi Reparti del Corpo sul territorio nazionale e con le Polizie di 5 Paesi esteri, stanno dando esecuzione a 18 misure di custodia cautelare in carcere e a 11 arresti domiciliari, emessi dal Giudice delle Indagini Preliminari di Vicenza, dott. Massimo Gerace, nei confronti di altrettante persone appartenenti ad un’organizzazione a delinquere transnazionale dedita, almeno dal 2009, ad una colossale e sistematica frode all’IVA e reati fallimentari.
Sul territorio nazionale, le operazioni di esecuzione delle misure cautelari si stanno svolgendo, oltre che nella provincia di Vicenza (nella quale risiedono i principali artefici della frode e dove i sodali si riunivano per assumere le decisioni più importanti, quali quelle su come spartirsi i proventi dell’evasione), anche nelle province di Catania, Cremona, Ragusa, Roma, Bergamo, Cosenza, Brindisi, Biella, Milano, Napoli, Pescara, Varese, Udine, Alessandria, Parma, Verona e Treviso.
Le indagini, nei confronti di ben 218 indagati, praticamente tutti di nazionalità italiana (infatti, solo un denunciato è straniero, un serbo residente da anni a Vicenza), sono state coordinate dalla dott.ssa Barbara De Munari, Sostituto Procuratore della Repubblica e sono state condotte, fin dal 2013, dal Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza.
L’operazione ha visto impegnate decine di militari in attività di intercettazione telefonica (quasi 75 mila le conversazioni ascoltate) e telematica, di perquisizioni e di pedinamenti su tutto il territorio nazionale nonché di riscontri documentali mediante l’esecuzione di numerose verifiche fiscali.
Ne è risultato un complesso intreccio di società (in tutto 180), sia nazionali (145, in gran parte con sede in Milano e Roma, delle quali 76 cosiddette “cartiere” e 69 cosiddette società “filtro”/”broker” (questi ultimi costituiti da 15 “filtri puri” e da 54 società invece effettivamente esistenti ed operative, nonché dotate di una reale struttura organizzativa e di dipendenti) e di società estere (35 c.d. “conduit” di 15 Paesi comunitari: 4 in Austria, 4 a Malta, 4 in Repubblica Ceca, 4 in Slovacchia, 3 in Polonia, 2 in Belgio, 2 in Bulgaria, 2 in Croazia, 2 in Germania, 2 in Romania, 1 Cipro, 1 in Gran Bretagna, 1 in Irlanda, 1 in Lettonia e 1 nei Paesi Bassi) strumentalmente utilizzate per non versare all’Erario oltre 130 milioni di euro di IVA.
La complessa attività ha permesso di accertare un giro di fatture per operazioni inesistenti pari a 930 milioni di euro, relative a svariati prodotti, soprattutto hi-tech (tablet, supporti digitali e televisori); tuttavia, l’organizzazione ha diversificato trattando anche altra merce come toner per stampanti e materie prime alimentari, quali farine, zucchero e latte in polvere.
Il sistema criminale ha apportato ingegnose varianti alla classica frode carosello, allo scopo di rendere più difficoltosa l’individuazione della rete di società utilizzatrici delle fatture false.
Pertanto, la merce, che già si trovava nel territorio italiano, veniva ceduta, molto spesso solo cartolarmente, in regime di sospensione d’imposta, a un’azienda comunitaria, la quale rivendeva (sempre in sospensione d'imposta e sempre solo mediante trasferimenti puramente virtuali) alla società “cartiera” italiana.
Quest’ultima cedeva ulteriormente la merce (questa volta con IVA e “sottocosto”) a una o più società “filtro”, le quali – infine – la rivendevano al beneficiario finale della frode.
Da tale circuito, consegue che la “cartiera” (o “missing trader”), nel breve volgere di pochi mesi, matura un ingente debito IVA (quella riscossa nel momento della cessione alle società “filtro”) che però non versa; la sede della società viene, quindi, dapprima trasferita in una grande metropoli (Roma o Milano) e, conclusivamente, allocata all’estero dove viene “rottamata” lasciando dietro di sé un cospicuo debito tributario non più esigibile e l’impossibilità di dichiararne il fallimento.
Le varianti al sistema classico prevedono l’interposizione di più “conduit”, con sede anche in Paesi differenti, e l’ingegnosa eliminazione della figura della “cartiera”, sostituita da un “filtro”: la società italiana che acquista dalla “conduit” comunitaria neutralizza il rilevante debito IVA che andrà a maturare con un articolato intreccio di operazioni (questa volta oggettivamente inesistenti) con altre due società (entrambe “cartiere”) che si pongo al di fuori del circuito proprio della frode carosello e, perciò, non immediatamente riconducibile alla frode stessa.
È inoltre da anni strettissima la collaborazione con la Polizia Cantonale del Ticino, che sta eseguendo la misura nei confronti di uno degli organizzatori delle frodi: un italiano di Chieti stabilmente residente in Svizzera. Sono state attivate anche le Autorità slovene, croate, britanniche e statunitensi perché provvedano al rintraccio e all’arresto di cittadini italiani coinvolti a vario titolo nell’organizzazione criminale che da tempo risiedono in quei Paesi.
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