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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Ospedale di Trieste, risolto il giallo dell'acqua salata

Ospedale di Trieste, risolto il giallo dell'acqua salata

Trieste - Risolto il mistero dell'acqua salata che nel pomeriggio del 17 ottobre usciva da gran parte dei rubinetti dell'ospedale di Cattinara, a Trieste. Si trattava solo di un eccesso di cloruro di potassio, cioè di sale. Quindi l'acqua è sempre stata potabile, come hanno confermato le analisi.

Francesco Cobello, direttore generale dell'Azienda ospedaliero-Universitaria di Trieste, ha spiegato che il problema non ha coinvolto tutto l'ospedale, bensì solo la Torre chirurgica e la Torre medica, mentre non ha toccato le altre strutture, tra le quali il Polo cardiologico e le cucine. In tutto, i pazienti coinvolti dal problema, ai quali da ieri è distribuita acqua imbottigliata, sono 400-450.

"Anche se risulta che tutto è a posto - ha riferito Cobello - faccio fare ulteriori analisi e continuo a distribuire acqua minerale". L'esito degli ulteriori accertamenti arriverà entro breve. Cobello, che ha assaggiato l'acqua personalmente, spiega di aver "sospeso l'utilizzo dell'acqua per uso alimentare cautelarmente, dato che al gusto risultava lievemente salata".

L'azienda che gestisce l'impianto idrico dell'ospedale ha individuato in un guasto la causa dell'eccesso di sale.

Si conferma che nella vicenda non c'entra per nulla la multiutility AcegasAps, che distribuisce l'acqua in tutta la città, di cui i tecnici avevano escluso la responsabilità.

Coltivano marijuana nel bosco dietro casa, arrestati

Coltivano marijuana nel bosco dietro casa, arrestati

Trieste - Due giovani studenti universitari, S.E., di 20 anni, e R.L. (21), residenti a Duino Aurisina (Trieste), sono stati arrestati dalla Polizia perché sorpresi a coltivare piante di marijuana nei pressi di Malchina (Trieste).

I due sono stati fermati, a seguito di un appostamento, mentre raccoglievano foglie dalle piante di sostanza stupefacente che avevano coltivato in una zona boschiva.

La polizia arresta un altro dei ricercati della banda dell'Est dedita all'immigrazione clandestina

La polizia arresta un altro dei ricercati della banda dell'Est dedita all'immigrazione clandestina

Trieste - La Polizia ha arrestato un cittadino turco ricercato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, Yilmaz Tokdemir, 40 anni, presunto componente della "cellula italiana" dell'organizzazione dedita all'immigrazione clandestina sgominata lo scorso agosto dalla IV Zona Polizia di Frontiera-Settore di Trieste nell'ambito dell'operazione denominata "Okan". L'uomo è stato bloccato a Reggio Emilia dalla locale Squadra Mobile e ora si trova agli arresti domiciliari.

Tokdemir era destinatario di una delle misure cautelari emesse dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste al termine delle indagini sull'immigrazione clandestina svolte dagli investigatori della Polizia di Frontiera di Trieste, in stretta collaborazione con le polizie della Slovenia, Croazia e Austria, e del contingente Eulex che opera in Kosovo.

L'operazione "Okan" ha smantellato una banda criminale transnazionale che favoriva l'immigrazione illegale dalla Turchia verso l'Italia e altri paesi dell'Unione europea attraverso la cosiddetta rotta balcanica, cioè dalla Turchia attraverso la Serbia, il Montenegro e il Kosovo, fino alla Croazia e alla Slovenia.

Il bilancio dell'operazione, che è stata coordinata dal pm Pietro Montrone, Sostituto Procuratore della Dda di Trieste, è quindi di 17 passeur arrestati, oltre ai 46 clandestini curdi rintracciati e al sequestro di diversi veicoli e materiale vario. Sono tuttora ricercati tre cittadini turchi, ritenuti al vertice di questa associazione per delinquere, tutti destinatari di un provvedimento di custodia cautelare in carcere disposto dall'autorità giudiziaria italiana.

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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