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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Duino, frontale sulla Venezia-Trieste, muore il bassista Paolo Passador

Duino, frontale sulla Venezia-Trieste, 2 morti

DUINO - Scontro frontale la scorsa notte, 21 settembre, con due morti sull'autostrada Venezia-Trieste, al km 122 in località Duino, in direzione Trieste. Le vittime sono Paolo Passador, di 36 anni, di Gorizia, alla guida di una Ford Focus, e Sasko Djurasevic, cittadino sloveno di 62 anni, residente a Lubiana, al volante di una Alfa Romeo 156 Station Wagon. L'impatto dopo che la prima ha urtato a destra ed è stata sbalzata a sinistra girandosi col muso verso i veicoli che stavano arrivando.

In base alle prime ricostruzioni della Polstrada, la causa dell’incidente sarebbe stata  un colpo di sonno o  un malore di uno dei due conducenti, che avrebbe determinato la perdita del controllo del mezzo.

Paolo Passador suonava il basso elettrico nei "Fandango", una celebre tribute band di Ligabue. Con i Fandango aveva già pronta una nuova stagione di concerti. Nell'ultimo anno aveva perso sia la madre che il padre, e si era recato a Romans d'Isonzo per assistere a una messa in ricordo dei genitori. Lascia la moglie e due figli piccoli, uno di poco più di un anno e un neonato di quattro mesi.

Sul posto sono giunti i Vigili del fuoco e i sanitari del 118. Rilievi e indagini sono condotte dalla Polizia Stradale di Gorizia.

La polizia tributaria di Trieste sgomina una banda di trafficanti di droga

La polizia tributaria di Trieste sgomina una banda di trafficanti di droga

Trieste - I finanzieri dei Gruppi d'investigazione sulla criminalità organizzata del nucleo di polizia tributaria di Trieste hanno demolito un'organizzazione di malviventi dediti al traffico di droga. La banda operava tra Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia: 8 gli arresti, con il sequestro di oltre 200 kg di hashish e cocaina e 100.000 euro in contanti. I trafficanti erano disoccupati ed operai che risiedevano in Lombardia, tra le province di Milano e Bergamo, e in Veneto, in provincia di Padova.

L'operazione, durata oltre dieci mesi e denominata "Brenta 2011", è stata coordinata dalle procure di Venezia e Padova.

In una prima fase sono state arrestate in flagranza di reato sette persone, sei marocchini e un italiano tra i 27 ed i 47 anni, e sono state sequestrate 202,8 kg di hashish, 215 grammi di cocaina ed oltre centomila euro in contanti. Le indagini, infatti, hanno permesso inizialmente di arrestare, a novembre scorso a Milano, due trafficanti con circa sessanta kg di hashish.

I successivi accertamenti hanno poi consentito di arrestare, questa volta a Padova, sempre nel mese di novembre, un'altra persona, che stava trasportando trenta kg di hashish e 215 grammi di cocaina. Successivamente nelle vicinanze di Milano, a Cinisello Balsamo, sono stati arrestati altri quattro membri dell'organizzazione criminale mentre trasportavano oltre un quintale di hashish. Le relative perquisizioni hanno portato anche al sequestro di una ingente somma di denaro, centomila euro.

Dopo questi primi arresti, nei mesi successivi ulteriori approfondimenti hanno permesso di risalire ad altri due componenti della banda, due marocchini di 35 e 37 anni.

Nei loro confronti sono state emesse due ordinanze di custodia cautelare, di cui una è stata eseguita nel mese di luglio scorso, mentre l'ultimo trafficante è latitante.

Sfruttamento della prostituzione: arrestato alla frontiera un pericoloso pregiudicato

Fernetti

Trieste - La Polizia di frontiera ha arrestato giovedì 13 settembre per i reati di associazione per delinquere, induzione e sfruttamento della prostituzione e sequestro di persona D.C.C., cittadino romeno di 23 anni.

Il giovane viaggiava su un pullman romeno diretto in Slovenia, che è stato controllato presso l'ex valico di Fernetti, nell'ambito dei controlli a contrasto della criminalità transfrontaliera.

Dagli accertamenti sull'identità dei passeggeri è emerso che D.C.C. era destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa lo scorso giugno dal gip del Tribunale di Pescara.

L'arresto del comunitario rientra in un'importante operazione di polizia. D.C.C. era infatti destinatario di una delle quindici misure cautelari a carico dei componenti di gruppi criminali dediti al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Ragazze romene arrivavano in Italia con false promesse di lavoro per essere poi sfruttate, anche con minacce e violenza, sul mercato della prostituzione nel Pescarese. Ora è rinchiuso nel carcere di via del Coroneo a disposizione dell'Autorità giudiziaria.

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