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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Identificati i responsabili della rapina con aggressione ad un'anziana avvenuta a Pordenone ad agosto

Identificati i responsabili della rapina con aggressione ad un'anziana avvenuta a Pordenone ad agost

Pordenone - La Polizia di Stato di Pordenone l'11 settembre ha deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pordenone una donna di 20 anni, V.F. ed un uomo di 29, B.F., entrambi cittadini romeni di etnia rom, in Italia senza fissa dimora, per il reato di furto aggravato di una collana in oro, ai danni di una signora di anni 83, residente a Pordenone.

Nella mattinata del 20 agosto scorso a Torre di Pordenone, in via Baracca, una donna di 84 anni era stata avvicinata da due persone, un uomo e una donna, a bordo di una Opel color grigio scuro.

La donna, dopo essere scesa dall’autovettura, aveva chiesto all’anziana signora delle informazioni stradali. A quel punto era scattata l'aggressione: la ragazza si era avvicinata, aveva circondato la donna con le braccia e le aveva sfilato una collana d'oro che portava al collo.

Alla reazione della vittima che gridava di lasciarla, la giovane donna si era allontanata a bordo dell’autovettura condotta dal complice.

Le indagini, immediatamente avviate dalla terza sezione della Squadra Mobile, hanno consentito di identificare le due persone ritenute responsabili del furto.

La giovane donna è risultata essere già stata deferita in stato di libertà ed irreperibilità, in data 5 giugno 2014, per vari furti commessi con lo stesso tranello, avvenuti nella provincia di Vicenza.

Arrestato in Bosnia-Erzegovina l'imam sospettato di reclutare in Friuli immigrati da inviare in Siria

Arrestato in Bosnia-Erzegovina l'imam sospettato di reclutare in Friuli immigrati da inviare in Siri

Pordenone - Svolta nelle indagini sulla morte di Ismar Mesinovic, immigrato residente a Belluno, ucciso in combattimento in Siria. La polizia bosniaca ha arrestato mercoledì 3 settembre a Banja Luka il presunto reclutatore, nell'ambito di una vasta inchiesta sul terrorismo islamico.

Si tratta dell’imam salafita Bilal Bosnic, sospettato di aver finanziato e reclutato giovani connazionali da inviare in Siria e Iraq, per alimentare le fila dei miliziani dell’Isis.

Il predicatore è stato fermato in Bosnia-Erzegovina dalla polizia dello stato balcanico, nell’ambito di una vasta operazione antiterrorismo che ha portato in cella altre quindici persone. Bosnic era già noto alle forze dell'ordine locali per un'accusa di poligamia.

L'operazione, nome in codice "Damasco", avviata da mesi, ha visto impiegati più di 200 agenti delle forze speciali dell'Agenzia per l'investigazione e protezione (Sipa) della Bosnia-Erzegovina.

Tutte le attività sulla scoperta e l'arresto dei membri del movimento radicale islamico, effettuate in 17 località dello stato balcanico, sono state effettuate su ordine della Corte della Bosnia-Erzegovina e della Procura della Repubblica di Bosnia-Erzegovina.

Husein Bilal Bosnic, 41 anni, predicava spesso nei centri islamici italiani del Nordest. Secondo gli inquirenti, era di casa anche a Pordenone. E potrebbe aver conosciuto Ismar Mesinovic proprio in Friuli Venezia Giulia, secondo le ipotesi degli investigatori dei Ros di Padova e della Procura di Venezia, che coordinano le indagini in Italia.

"Crediamo che un giorno il mondo intero sarà uno stato islamico. Il nostro obiettivo è che anche il Vaticano diventi un luogo musulmano" avrebbe detto Bosnic all'atto dell'arresto.

Nel corso dell'operazione sono stati catturati anche altri personaggi di spicco dell’estremismo islamico, come Hamdo Fojnica, presunto complice di Mevlid Jasarevic, autore dell’attacco armato all’ambasciata Usa di Sarajevo tre anni fa.

La polizia bosniaca fa sapere in un comunicato che l'operazione è solo all'inizio e si attendono altri arresti. Secondo dati non ufficiali, le attività delle persone arrestate avrebbero portato al reclutamento di più di 150 cittadini bosniaci.

Muore in ospedale l'anziana donna rapinata a Pordenone. Confessa il colpevole

Muore in ospedale l'anziana donna rapinata a Pordenone. Confessa il colpevole

Sacile (Pordenone) - Una donna, Santina Tosoni, di 74 anni, di Pordenone, è morta il 1° settembre in seguito alle ferite riportate nel corso di una rapina, avvenuta il 29 agosto scorso, in cui le era stata sottratta la borsetta.

Luca Lissandron, il ventunenne di Cordenons che era stato fermato dai Carabinieri, è ora accusato di rapina pluriaggravata e di omicidio preterintenzionale.

Il 2 settembre ha ammesso le proprie responsabilità davanti al Gip Alberto Rossi.

Da quanto si è appreso, il giovane ha ammesso sia di aver rubato l'auto con cui era giunto a Sacile, sia di aver sottratto la borsetta all'anziana.

La donna era stata trovata agonizzante in casa, in viale Zancanaro, e si riteneva fosse caduta. Proprio perchè si pensava a un incidente, nessuno aveva ritenuto di allertare i Carabinieri.

Le indagini sono scattate solo nella mattina del 30 agosto, con 24 ore di ritardo rispetto al ritrovamento dell'anziana agonizzante, quando il figlio si è presentato ai Carabinieri per denunciare il semplice smarrimento della borsetta della madre, per bloccare le carte di credito.

A quel punto, il comandante della Compagnia, capitano Pierluigi Grosseto, si è insospettito e assieme ai colleghi ha avviato una caccia all'uomo conclusasi il 30 agosto col fermo del giovane sacilese e il ritrovamento della borsetta della donna in un cassonetto poco distante dall'abitazione di questa.

L'anziana era stata ricoverata nel reparto di Terapia Intensiva dell'ospedale di Pordenone dove è deceduta lunedì 1° settembre.

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