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L'Austria istituisce controlli alle frontiere con l'Italia per bloccare migranti
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- Pubblicato Mercoledì, 17 Febbraio 2016 10:38
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - I valichi di Tarvisio, Brennero e Resia, tra gli altri, saranno sottoposti a controlli da parte della Polizia austriaca per bloccare il flusso dei migranti ai valichi con l'Italia, in tutto 12 comprendendo le frontiere "minori".
Ne hanno dato notizia il ministro degli Interni Johanna Mikl Leitner ed il ministro della Difesa Hans Peter Doskozil, come riferisce l'agenzia austriaca Apa.
Si tratta del presidio classico delle frontiere, con punti di osservazione. Ai valichi l'attenzione sarà rivolta al traffico dei veicoli, dei treni e delle persone, ha spiegato il ministero.
Degli appositi nuclei di intervento saranno impiegati, se del caso, per impedire l'intrusione di gruppi di persone che dovessero fare uso della forza.
Controlli adeguati - si afferma infine - saranno svolti anche nelle zone a ridosso della frontiera. Il ministro degli esteri Johanna Mikl Leitner ha spiegato che i tempi dipenderanno dall'evolversi delle rotte seguite dai migranti.
Una "cooperazione estremamente intensiva" viene auspicata dal ministro per quanto concerne i controlli al valico del Brennero, "a causa della particolare situazione storica di questa località". Il ministro Mikl Leitner non esclude "se necessario" anche l'eventuale utilizzo "di recinzioni".
"Non sono a favore della chiusura delle frontiere in Unione europea, la trovo aberrante, o siamo un continente vero o siamo un insieme che si chiude in categorie nazionali": lo ha detto il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker parlando al Parlamento europeo.
"Questa scelta del Governo austriaco non comporterà per il Friuli Venezia Giulia un arrivo in massa di profughi alle nostre frontiere. Una possibile conseguenza potrebbe essere invece un aumento degli sbarchi sulle coste italiane, visto che la chiusura di fatto dei confini all'interno di quella che viene definita la rotta balcanica renderà la traversata via mare l'unica via d'accesso all'Europa".
Così l'assessore all'Immigrazione del Friuli Venezia Giulia, Gianni Torrenti, a seguito della decisione annunciata da Vienna di un rafforzamento dei controlli ai valichi di frontiera con l'Italia.
"Il prefetto di Trieste, Annapaola Porzio - ha sottolineato Torrenti - ha confermato che non sussiste alcun elemento di preoccupazione sui transiti che riguardano la nostra regione.
Quindi ribadisco che quella presa dal Governo austriaco non è una decisione che avrà un impatto per il Friuli Venezia Giulia".
"Non possiamo però esimerci - ha concluso Torrenti - dal manifestare, con amarezza, una contrarietà culturale e politica al fatto che vengano chiusi dei confini la cui apertura ha rappresentato il simbolo e il senso stesso dell'Europa".
"Quello che si sta facendo è programmare adeguate misure per rispondere a un'emergenza legata all'aumentare di flussi migratori che potrebbe verificarsi nei prossimi mesi. Ai confini tra Austria e Italia quindi per ora non cambierà assolutamente nulla".
A spiegarlo è stato, nella seduta del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione degli accordi di Schengen, l'ambasciatore d'Austria in Italia, Renè Pollitzer, a una precisa domanda del deputato Pd Giorgio Brandolin, che ha chiesto lumi circa le notizie riportate dalla stampa sulla prossima chiusura dei confini con il ripristino di controlli alle frontiere tra Austria e Italia.
L'ambasciatore ha quindi smentito questi provvedimenti, affermando che "si sta semplicemente procedendo, come previsto dall'articolo 26 del trattato di Schengen, a predisporre le misure che si potranno attuare lungo i confini con un ampliamento del controlli nell'eventualità di un'emergenza".
I confini non saranno quindi chiusi né nell'immediato né in futuro, anzi, l'ambasciatore ha dichiarato che "Schengen è una conquista che va difesa. Nell'ambito dell'articolo 26 del trattato è però previsto che dietro delibera del Consiglio Europeo possano essere disposte delle misure straordinarie ai confini".
Il Consiglio europeo quindi dovrà valutare la questione delle carenze ai confini esterni dell'Unione Europea, e deliberare in merito. Solo su questa base poi potranno essere previsti ampliamenti dei controlli.
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