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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Il Fvg riferimento per i Paesi del Centro Europa

Iniziativa Centro europea

Con i suoi 18 Paesi membri, l'Ince (Iniziativa Centro Europea, Central European Initiative) copre un territorio con 250 milioni di abitanti e svolge un particolare ruolo di ponte tra le macroregioni che già esistono o che sono in via di istituzionalizzazione nella parte orientale del continente. Il 17 aprile nella sede Ince di Trieste si è svolto un seminario di approfondimento sul ruolo e sulle attività dell'organizzazione, rivolto a funzionari e dirigenti della Regione Friuli Venezia Giulia e delle società partecipate.
Obiettivo dell'iniziativa, la prima del genere, è stato offrire una panoramica delle potenzialità di una realtà internazionale localizzata in regione, che svolge un ruolo attivo come strumento a servizio della cooperazione regionale e dell'integrazione europea.

Il seminario ha fornito un'occasione di approfondimento rispetto allo straordinario potenziale di collaborazione esistente tra il ruolo istituzionale di organizzazione intergovernativa quale è l'Ince e la vocazione internazionale ed europea che contraddistingue la Regione Friuli Venezia Giulia. Nel dare il benvenuto ai partecipanti, il segretario generale vicario dell'Ince, Giorgio Rosso Cicogna, ha sottolineato alcuni aspetti di questo potenziale con margini di reciproca soddisfazione quale la partecipazione di fatto della Regione stessa alle attività della strategia danubiana della Commissione Europea. "Il peculiare valore aggiunto dell'Ince è rappresentato da un accesso pressoché illimitato ai 18 paesi membri, a tutti i livelli, a cominciare da quello politico - decisionale e ciò costituisce una risorsa per la Regione".

L'assessore regionale alle Relazioni internazionali e comunitarie, Elio De Anna, ha evidenziato che il seminario contribuisce a una "visione globale di sistema" in linea con la strategia della Regione Friuli Venezia Giulia che mira a promuovere azioni comuni tra i vari attori regionali protagonisti della cooperazione internazionale. L'assessore ha sottolineato l'esigenza di "fare sistema" soprattutto per l'utilizzo dei fondi comunitari in vista della nuova programmazione comunitaria.








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Danieli di Buttrio, una storia italiana

Danieli di Buttrio

La vicenda del Gruppo Danieli, il colosso siderurgico di Buttrio (UD), che ha deciso di investire nei prossimi mesi circa 500 milioni di euro per un nuovo polo produttivo da costruire in Serbia, ha suscitato notevoli polemiche in ambito regionale. Secondo l'europarlamentare udinese Debora Serracchiani, la decisione della Danieli "è un impoverimento per la nostra regione". Anche il presidente della Confindustria di Udine ed i sindacati hanno lanciato un allarme. "Nessun problema" invece, per il presidente Tondo. Da parte sua la Danieli ha risposto chiarendo che l'investimento rientra nella politica generale di espansione del Gruppo.

L'onorevole Serracchiani scrive in una nota: "Non è da discutere se un’azienda come la Danieli decide di investire risorse rilevanti in un altro Paese, ma è invece da chiedersi se da parte di chi ne ha la responsabilità è stato fatto tutto il possibile e il dovuto per offrire un’alternativa credibile".

"Dobbiamo chiedere alla Giunta Tondo perché non esiste una politica industriale per il Friuli Venezia Giulia, perché non c'è attenzione ai processi di internazionalizzazione, in maniera da avvicinare la produzione di beni e servizi ai mercati di consumo".

Il presidente della Regione, in occasione della visita del presidente serbo Tadic a fine marzo, aveva così commentato la decisione della Danieli: "Non mi preoccupa il fatto che il Gruppo Danieli invvesta in Serbia anziché in Friuli. Si tratta di un importante passo verso un ulteriore sviluppo". "La Danieli intende mantenere in Friuli il suo "cervello" oltre che gran parte dell'attività produttiva". Aveva affermato ancora Tondo. "E, quindi, l'importante è proprio questo. In Serbia intenazionalizza, non delocalizza. Il management di questo gruppo, come ho constato alla recente assemblea - aveva proseguito Tondo - è tutto italiano. Mi preoccuperebbe se fosse straniero. Ben vengano, quindi, le esportazioni di questo gruppo".
Secondo il governatore della Regione, così operando la Danieli mantiene il suo "dna" e non perderà maestranze. "I suoi tecnici contribuiranno allo sviluppo ulteriore del territorio. Cosa che non sarebbe assicurato fermandosi qui".

"Visto che siamo già molto in ritardo - così scrive Debora Serracchiani - se non si comincia subito, Danieli sarà solo il caso più visibile e impattante di una migrazione lenta e silenziosa".

La Danieli da parte sua ha chiarito che il progetto di espansione industriale che il Gruppo valuta da diversi mesi riguarda il settore siderurgico, che è rappresentato dalle Acciaierie Bertoli Safau SpA (ABS) di Cargnacco (UD).

"L'ABS produce annualmente circa 1 milione di tonnellate di acciai speciali ed è leader in Italia nel proprio settore e terza in Europa. - Si legge nel comunicato, che ricorda che la primaria attività del Gruppo Danieli è la progettazione e la costruzione, anche chiavi in mano, di impianti per la produzione di metalli.

Il Gruppo occupa 9.600 dipendenti in tutto il mondo, di cui circa 4.800 extra-europei, con una crescita di 1.100 unità all'anno, di cui 200 in Italia. Gli uffici tecnici e lesedi produttive, oltre che in Italia a Buttrio (UD), Milano e Genova, sono localizzate in Tailandia, Cina e Vietnam. In costruzione sono gli stabilimenti in India e Russia. In Europa il Gruppo è presente in Germania, Svezia, Francia, Spagna, Polonia e Regno Unito. Il settore impiantistico esporta il 99% della produzione.

Così ancora la Danieli: "Il progetto espansivo dell'ABS nasce dall'esigenza di mantenersi competitivi in una fascia di mercato più alta in termini qualitativi, sempre nel settore degli acciai speciali. Negli ultimi anni abbiamo rilevato che la siderurgia turca e dei Paesi balcanici, oltre a quella russa, indiana e cinese, punta a una seconda fase di espansione che prevede la produzione di acciai di qualità".

"In questo contesto ABS è chiamata a rispondere ad una concorrenza che si annuncia assai aggressiva, con il fine di non perdere importanti quote di mercato. Per farlo ABS deve a sua volta crescere in termini di qualità del prodotto nelle gamme ad alto valore aggiunto che è caratteristicadelle produzioni di acciaio del centro-nord Europa. Qualità e competitività sono quindi fattori decisivi nel progetto di ABS".

"Il Gruppo Danieli sta esaminando diverse alternative d'investimento che riguardano, oltre alla Serbia, due altri paesi. A oggi la scelta di investire in Italia non viene esclusa, anche se le possibilità rimangono scarse, salvo che i fattori principali che guidano la scelta, vale a dire costo delle materie prime, costo della manodopera, disponibilità di tecnici ed ingegneri, cuneo fiscale e, in generale, la competitività del sistema paese, non migliorino radicalmente".

"La speranza e soprattutto la fiducia nel nostro Paese potranno riaccendersi se l'azione del governo Monti, encomiabile per professionalità, visione e determinazione, potrà progressivamente essere attuata e consolidarsi, con questo riducendo le ragioni che solitamente inducono a non investire in Italia".

"In questo quadro un fattore decisivo rimane quello del costo dell'energia. Ormai da una decina d'anni si discute in Friuli Venezia Giulia circa l'edificazione di una linea elettrica necessaria anche alle esigenze ABS. Se tutto dovesse andare bene la disponibilità di detta linea arriverà tra 3/5 anni, probabilmente in ritardo rispetto alle strategie del Gruppo".

"Per quanto riguarda, infine, il Memorandum d'intesa con la Repubblica Serba, nello stesso sono accordati i parametri sopra indicati: costo dell'energia, infrastrutture di trasporto, cofinanziamento, agevolazioni fiscali, strumenti di collaborazione con le Università locali per la formazione di manodopera specializzata e qualificata. Nello stesso Memorandum sono inoltre fissati i tempi per permessi ed autorizzazioni. Aver condiviso detti parametri permetterà uno studio di fattibilità definitivo che consentirà un adeguato confronto con le alternative che sono prese in considerazione. In ogni caso ci piace sottolineare la collaborazione, positiva e in amicizia, con le Autorità Serbe che contribuisce a rendere attraente l'investimento".

Quanto sopra rappresenta lo stato della situazione circa le scelte del Gruppo Danieli, che auspica di assumere una decisione finale nell'arco di 2/3 mesi.








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Il vino del Friuli trionfa a Las Vegas

Il vino del Friuli trionfa a Las Vegas

La delegazione delle imprese vinicole del Friuli Venezia Giulia alla Wswa (Wine & Spirits Wholesalers of America), la più grande fiera dei distributori americani, che si è tenuta nei giorni scorsi a Las Vegas, ha avuto un lusinghiero successo.

Le imprese del Fvg hanno partecipato alla competizione organizzata nel corso della manifestazione e quattro di esse hanno ottenuto un riconoscimento, con 8 medaglie: argento per il Pignolo dell'azienda Attimis Maniago; Bidoli ha vinto il "Best of the show" con il Pinot grigio, che si è assicurato anche il "double gold". Medaglia d'oro al Refosco Antonutti, all'azienda Aquila del Torre con il Sauvignon blanc e ad Attimis Maniago per Vignaricco, che ha conquistato pure un "double gold", e un "Best of the show" per Ronco Brolio.

Al Salone internazionale erano presenti una decina di aziende regionali sotto l'egida di Friuli Future Wines II, l'Ati guidata dalla Camera di Commercio di Udine e formata da una quarantina di imprese, unite nello spirito del progetto "Ocm vino", per la promozione sui mercati di Stati Uniti, e anche di Russia e Cina, con iniziative comuni ma con la libertà di scegliere in autonomia le azioni ritenuti migliori per le proprie realtà aziendale.








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