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Torna Timavo System Exploration, la spedizione che indaga sui misteri del fiume sotterraneo
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- Categoria: Ecologia ed ambiente
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13 Ago 2016
- Ultima modifica il Sabato, 13 Agosto 2016 13:25
- Pubblicato Sabato, 13 Agosto 2016 13:25
- Scritto da Marco Restaino
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Trieste - Per il quarto anno consecutivo, in queste giornate di metà agosto, si rinnova l'appuntamento estivo italo francese per cercare di svelare nuovi misteri del fiume Timavo.
Facciamo un passo indietro.
Quattro anni fa, la società Adriatica di speleologia di Trieste aveva contattato una squadra di speleosub che avevano operato venti anni prima in una campagna di esplorazioni legate al fiume Timavo.
Si tratta dell’équipe esplorativa appartenente al National Cave Diving Committee della FFESSM (Fédération française d'études et de Sports Sous-Marins), al fine di riuscire ad avere delle informazioni sulle precedenti loro esplorazioni.
Da una mail spedita per raccogliere informazioni, arriva, ormai inaspettata, una risposta dopo ben sette mesi.
Non ci sono solo tutte le informazioni sulle esplorazioni di venti anni prima, ma anche la possibilità di ricominciare un ciclo di immersioni, con l'appoggio della Società Adriatica di speleologia di Trieste.
La motivazione che riporta l'attenzione dei francesi sul Carso è che Il Timavo resta, a livello europeo, il mistero sotterraneo più importante e affascinante ancora da svelare.
Così nasce Timavo System Exploration, un progetto italo francese, con la collaborazione di altri gruppi italiani e sloveni, che mira alla scoperta di nuove prosecuzioni subacquee presso le risorgive del Timavo e in fondo all'abisso di Trebiciano.
Esplorazioni che si erano dovute interrompere due decenni fa a causa non dei limiti umani, ma limiti tecnici delle attrezzature di immersione.
Oggi con le nuove tecnologie si possono superare i limiti di una volta,ed i risultati non si sono fatti attendere.
In queste tre campagne esplorative, nel Pozzo dei Colombi presso le risorgive del Timavo (ad esse direttamente collegato) si sono superati i due chilometri precedentemente complessivamente esplorati di gallerie sommerse, raggiungendo addirittura gli 80 metri di profondità totale sotto il livello del mare.
Nella grotta di Trebiciano, a 330 metri di profondità dalla superficie, gli speleosub, aiutati dai soci dell'Adriatica di speleologia, hanno raggiunto una nuova cavità a pelo libero, quindi fuori dall'acqua, dopo trecento metri in una galleria-sifone, totalmente allagata.
Le condizioni dell’acqua, naturalmente molto torbida, non aiutano le indagini nel sottosuolo, ma si proseguirà ugualmente nelle ricerche anche in questi prossimi giorni, per aggiungere un tassello in più al mistero che avvolge nostro fiume carsico, ed a cercar di comprendere meglio le complicate dinamiche delle acque sotterranee scorrenti sotto i nostri piedi.
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