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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Franco Battiato porta a Udine il suo concerto “Apriti Sesamo Live”

Franco Battiato porta a Udine il suo concerto “Apriti Sesamo Live”

Udine - È partito il 19 gennaio da Bergamo il nuovo attesissimo tour “Apriti Sesamo Live”, che vedrà ancora una volta assoluto protagonista il celebre cantautore Franco Battiato. Questo nuovo capitolo della lunga e sfavillante carriera dell’artista siciliano lo vede toccare le principali città italiane, tra cui Torino, Bologna, Milano, Roma, Firenze, per arrivare a Udine, per l’unica data in Friuli Venezia Giulia, giovedì 24 gennaio, alle 21, al Teatro Nuovo Giovanni da Udine.
 
Il concerto che segna il grande ritorno dell’artista in Friuli Venezia Giulia è organizzato da Azalea Promotion, in collaborazione con il Comune di Udine e il Teatro Nuovo Giovanni da Udine.

Il nome di questo nuovo tour deriva direttamente dal titolo dell’ultimo album di Franco Battiato: “Apriti Sesamo”, pubblicato lo scorso ottobre e capace di stazionare per settimane ai primi posti delle classifiche di vendita. Questo nuovo “racconto” dell’artista siciliano si snoda attraverso dieci canzoni, che rendono l’album uno fra i suoi più riusciti e felici lavori, sapendo condensare, dal punto di vista musicale, il percorso artistico di una vita.

L’ascoltatore potrà trovare il Battiato nella sua versione più pop, rimanendo al contempo l’instancabile suggeritore di scomposizioni ritmiche ardite e il grande appassionato di musica operistica qual è. Nelle canzoni di “Apriti Sesamo” figurano anche alcuni dei più bei testi del filosofo e scrittore Manlio Sgalambro, un sodalizio artistico che dura ormai da quasi vent’anni e che, con questo nuovo lavoro, rinsalda una volta di più il legame fra il Maestro Battiato e la canzone d’autore.

Anticipato dal singolo “Passacaglia”, in rotazione nei principali network nazionali, il nuovo capitolo della strabiliante carriera dell’artista siciliano conterrà l’omonima “Apriti Sesamo”, e le canzoni Un irresistibile richiamo, Testamento, Quand’ero giovane, Eri con me, La polvere del branco, Caliti Junku, Aurora, Il serpente.

Per informazioni e prenotazioni:

Azalea Promotion tel. +39 0431 510393 – www.azalea.it – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Teatro Nuovo Giovanni da Udine tel. +39 0432 248418 – www.teatroudine.it – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Prima tappa italiana dei Sigur Ròs a Jesolo

Prima tappa italiana dei Sigur Ròs a Jesolo

Jesolo -  Appuntamento musicale di grande attesa quello dei Sigur Ròs che avrà luogo il 18 febbraio a Jesolo. La band islandese ritorna in Italia con uno spettacolo totalmente rinnovato dopo il grande successo del concerto del settembre scorso a Verona.

Per chi non li conosce loro hanno scritto le pagine più poetiche e bizzarre dell’arte della musica, conquistando negli anni i favori e gli apprezzamenti di star del cinema, dell’arte, della musica e della tv, diventando in poco più di 15 anni di carriera la massima espressione di quel rock che diventa pura arte a 360 gradi.

Nell’attesa di vederli dal vivo il 18 febbraio al Pala Arrex di Jesolo, con il nuovo concerto evento organizzato da Azalea Promotion e Vivo Concerti, in collaborazione con il Comune di Jesolo, la band islandese sta attraversando un periodo molto creativo, fatto di molteplici progetti paralleli che le stanno valendo i consensi di critica e pubblico, sempre più vasto anche nel nostro paese. Di due giorni fa l’ultimo riconoscimento, grazie al video "Ekki Múkk", girato dal regista Nick Abrahams per il progetto "Valtari Mystery Film Experiment", e premiato come miglior cortometraggio al London Short Film Festival. Ma non solo, in questi giorni è infatti andato in programmazione, sulle frequenze di Sky Arte, un altro importante documentario sulla band, dal titolo “Heima”, che racconta il tour islandese del 2006. Un viaggio tra piccoli teatri, città abbandonate, parchi nazionali e luoghi desolati: ogni location diventa il palcoscenico ideale per la band, avvolta nel set suggestivo della terra islandese.

Un gruppo del tutto particolare dunque, che generalmente non appare in prima persona nei videoclip e che preferisce che sia la musica a parlare per loro, come ha dichiarato recentemente il bassista Georg Hólm: “Insieme, musica e immagini possono creare qualcosa di potente, basta evitare gli stereotipi, a cominciare dall’uso di donne sexy e auto di lusso. Abbiamo appena finito di girare un video dove per la prima volta appariremo in prima persona mentre suoniamo la nostra musica. Per tanto tempo abbiamo pensato che non fosse necessario, le facce non servono per fare musica, per questo sono sufficienti mani e cervello”. Il video a cui Hólm si riferisce, anticiperà l’uscita del nuovo album, prevista per quest’anno, fatto che conferma una volta di più come la band stia vivendo un momento molto intenso e produttivo della sua carriera.

Il giorno 19 febbraio la band si esibirà al Forum di Milano.

I biglietti (prezzi da 32 a 36 euro più diritti di prevendita) per il concerto di Jesolo del 18 febbraio sono ancora disponibili nei punti vendita autorizzati Azalea promotion e sul circuito on line www.ticketone.it.

 

 

 

A Trieste s'inaugura la stagione lirica con un "Corsaro" che rievoca scontri tra civiltà

A Trieste s'inaugura la stagione lirica con un

Trieste – 11 gennaio 2013. Serata di gala e pubblico sfavillante delle grandi occasioni (scarse in tempi di austerità) al Teatro lirico di Trieste che inaugura la stagione dell’anno verdiano con un’opera di Giuseppe Verdi prodotta assieme all’Opera di Montecarlo.

Con la scelta del “Corsaro” la direzione artistica triestina coglie tre vantaggi: evita le dispute di etichetta cartellonistica che hanno infiammato melomani e patrioti alla prima scaligera del Lohengrin di Wagner (quindi inno di Mameli all’inizio e non alla fine come alla Scala); riprende un’opera considerata tra le minori del repertorio verdiano e perciò poco rappresentata; rinnova il ricordo della prima assoluta dell’opera avvenuta proprio a Trieste il 25 ottobre 1848 dove incontrò un pubblico ostile, nonostante un cast di prim’ordine, e fu dimenticata per centoquindici anni.

Applausi a scena aperta e un’ovazione finale con diluvio di fiori sul palcoscenico hanno consacrato il successo di quest’allestimento che è anche una dichiarazione di intenti del M° Claudio Orazi, nominato sovrintendente e direttore artistico dopo un anno da commissario: cartellone prezioso, realizzazioni brillanti, cast equilibrati e, soprattutto, molti volti giovani in platea, probabilmente attratti dalla tendenza, sempre più diffusa, di attualizzare le opere liriche.

Un “Corsaro”, infatti, che nelle intenzioni del M° Gianluigi Gelmetti, che ha curato la regia oltre che la direzione e il progetto luci, si articola sul conflitto insanabile tra Oriente e Occidente, due culture e due religioni che non smettono di contrapporsi anche in modo cruento e rappresentano un nodo ancora insoluto e uno dei massimi ostacoli al raggiungimento della pace nel mondo. L’opera lirica del 1848, quindi, che obbliga a meditare sulle rivoluzioni e le violenze che accadono ora e, se non qui, a poca distanza da casa nostra.

Il progetto registico è ben assecondato dalle scene di Pier Paolo Bisleri, i costumi di Giuseppe Palella e gli enormi pannelli di Franco Fortunato, grandi volti muti e inespressivi che si fronteggiano senza considerarsi. Tra un blu algido e un rosso pastoso e sensuale si muovono i personaggi vestiti alla maniera interstellare e futuribile di Matrix e Star Trek più che di Star Wars, in un’atmosfera che ammonisce sul rinnovarsi infinito e senza soluzione di questo confronto/scontro.

Tutto l’impianto scenico evoca, senza mezzi termini, gli orrori che si stanno consumando in un Oriente sempre più vicino: simboli religiosi, controscene di pestaggi, lapidazioni, sgozzamenti e torture richiamano la durezza della sharia applicata dagli ayatollah e i tristi fatti di Siria.


La battaglia tra i corsari di Corrado e i turchi di Seid pascià è sostituita da autentici filmati di guerra e disperazione. Lo stesso pascià porta dreadlocks alla Bob Marley e artigli adunchi da Nosferatu (che sia un messaggio subliminale?).

Qualche dubbio su un’opera che, secondo la tradizione, Verdi non amò particolarmente - tanto da non intervenire alla prima assoluta di Trieste - si respirava prima della prima. Il ’48 fu l’anno degli statuti e delle rivoluzioni, in cui Marx ed Hengels pubblicano il Manifesto del partito comunista: è probabile che Verdi, distratto da traguardi più politicamente impegnati, sentisse ormai meno urgente rappresentare un’opera tratta dall’omonima novella in versi di Byron, che racconta non di spiriti nazionali e popoli uniti e vittoriosi, ma esalta un eroe individuale e misterioso, reietto e bello di sventura, e celebra l’ineluttabile convergenza dell’amore nella morte.

Tuttavia, le antiche polemiche e le incertrezze su un’architettura narrativa non equilibrata sono stati polverizzati dalla concertazione plastica del maestro Gelmetti, scrupolosa nel conferire unità alla partitura, anche operando qualche taglio, e attenta tanto agli slanci eroici che agli afflati lirici.

L’orchestra ha risposto con esattezza e pulizia. I cantanti hanno fatto il resto: il tenore Luciano Ganci (Corrado) è molto espressivo, ha una voce dal bel colore eroico, eccellente nella tessitura medio alta e sicura nel passaggio di registro.

La soprano rumena Mihaela Marcu (Medora) dalla voce melodiosa, educata e timida, all’inizio sembra poco tagliata per la parte belcantistica e per la romanza (“Non so le tetre immagini”)  che forse è la pagina più celebre dell’opera, ma piglia coraggio nel terzetto finale.

Più marcatamente drammatica è la parte dell’altro soprano, Paoletta Marrocu (Gulnara) che fonde, con classe e disinvoltura, talento vocale e presenza scenica, conferendo spessore e personalità al suo personaggio.

Il baritono Alberto Gazale (Seid pascià) possiede tutte le note che servono alla sua parte, particolarmente quelle alte e, con le sue doti recitative, conferma la meritata fama di baritono verdiano.

Completano il cast Michail Ryssov (Giovanni), Romina Boscolo (l’eunuco) e Alessandro De Angelis (uno schiavo). Bella la tridimensionalità conferita dalle Luci di Iuraj Saleri.

Preciso, intonato e attento nei movimenti scenici – come sempre – il coro preparato dal maestro Paolo Vero. Un plauso anche ai figuranti, efficaci tanto nelle scene di forza che nel groviglio dei corpi nell’harem del pascià.

Prossimi spettacoli: 12 gennaio (h. 20.30), 13 (h. 15.30), 15 (h. 20.30), 17 (h. 20.30), 19 (h. 15.30). Nella replica del 12 gennaio variano i ruoli di Corrado (Sergio Escobar), Medora (Natalia Roman), Gulnara (Alisa Zinovjeva), Seid (Igor Golovatenko).
Prossimo appuntamento in cartellone: martedì 5 febbraio 2013, ore 20.30, con Carmen di Georges Bizet.

(Foto di Fabio Parenzan)

[Roberto Calogiuri]


 

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