Grande attesa per il concerto diretto dal maestro Barenboim, al Teatro nuovo Giovanni da Udine
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- Pubblicato Venerdì, 21 Febbraio 2014 13:21
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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“Enoarmonie” continua con la violinista Eriko Tsuchihashi e il pianista Claudio Trovajoli.
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- Pubblicato Giovedì, 20 Febbraio 2014 22:00
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Gorizia - Il genio mozartiano si unisce alla raffinatezza del vino Abbazia di Rosazzo nel terzo appuntamento di Enoarmonie 2014, che prelude all'intenso calendario di marzo, con domenica 23 febbraio alle ore 16, fra i magnifici affreschi dell'Abbazia di Rosazzo, l’Associazione Musicale Sergio Gaggia in collaborazione e con il sostegno dell’azienda Livio Felluga propone quella che, all’interno della formula di Enoarmonie, è fra le esperienze più ricercate: una verticale di diverse annate dello stesso vino che permette di coglierne le più sottili declinazioni. Nello specifico, le annate scelte appositamente per questa occasione privilegiata saranno le ’09-’10-’11 del pregiatissimo Abbazia di Rosazzo Livio Felluga.
Lo stesso accadrà sul versante musicale, con la giovane violinista giapponese Eriko Tsuchihashi e il pianista Claudio Trovajoli che presenteranno quattro sonate di Mozart, tutte ugualmente geniali ma composte in anni distinti e riflesso di umori differenti, capolavori che raramente si possono ascoltare e confrontare nello stesso concerto.
Eriko Tsuchihashi, che si esibisce su un violino Andrea Guarneri del 1660, dal 2010 è concertino nell’Orchestra del Teatro La Scala. Vanta un curriculum di studi con grandi maestri, una lunga lista di partecipazioni a festival internazionali e di premi, esibizioni in quartetto, orchestra e come solista. Il suo repertorio include opere solistiche che vanno dalla musica barocca a quella contemporanea e opere di musica da camera. Grandi maestri e parecchi premi internazionali anche per Claudio Trovajoli, attivissimo pianista in Europa e altrove.
A gettare ponti sinestetici fra le composizioni mozartiane e i vini dell'azienda Livio Felluga è una ospite eccellente della Gaggia: Anna Cepollaro, critico musicale, è fra le firme del quotidiano La Repubblica, saggista, curatrice dei programmi di sala per il Teatro dell'Opera di Roma e docente di Tecniche della comunicazione e di Tecniche dell'organizzazione dello spettacolo.
L’incontro con i pluripremiati vini dell’azienda, contraddistinti dalla famosa etichetta della “carta geografica”, rappresenta un ennesimo tributo alla grandezza del patriarca Livio Felluga, unanimamente riconosciuto quale rifondatore della tradizione enoica friulana, che ha saputo con caparbietà, passione e lungimiranza far risorgere la produzione vinicola collinare e creare un’azienda che per la qualità dei suoi vini e per la sua storia rappresenta il fiore all’occhiello del Friuli Venezia Giulia.
Enoarmonie 2014è realizzata anche con il sostegno della Regione FVG, di Fondazione Crup, Banca di Cividale, Banca di Credito Cooperativo di Pordenone, Fondazione de Claricini, Comune di Buttrio, Comune di Moimacco, e con la collaborazione di Slowfood regionale.
Ingresso 10 euro (ridotti soci Gaggia 8 euro)
Giovani e vestiti di carta per un Rossini raro. Secondo appuntamento con la lirica a Trieste
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- Pubblicato Mercoledì, 12 Febbraio 2014 16:26
- Scritto da Roberto Calogiuri
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Trieste – Secondo appuntamento con la lirica al Verdi di Trieste nel segno dei giovani, del riciclo e di Gioachino Rossini.
Ieri, 11 febbraio, è andata in scena la prima della “burletta per musica” in un atto, due quadri e nove numeri musicali “L’occasione fa il ladro”, scritta nel 1812 su libretto di Luigi Prividali e rappresentata a Trieste soltanto una volta nel lontano1823.
Giovane è il cast, e vestito con i candidi e bellissimi costumi di carta – come anche le parrucche - di Laura Palumbo secondo un intento preciso della regista Elisabetta Brusca che vuole ricordare – in epoca digitale – come sia in verità la carta il materiale che vince il tempo e conserva la memoria culturale contro la volatilità dei supporti magnetici.
Così indica una citazione che accoglie lo spettatore già fuori dal teatro, un inquivocabile e vistoso segno nel foyer e fino all’ingresso in sala dove il pubblico è atteso da un gruppo di folletti biancovestiti che lo introducono dal mondo reale al mondo della finzione teatrale, quasi fossero geni della carta e della narrazione, con il potere di partecipare al gioco delle parti e favorire l'azione. Infatti occuperanno piacevolmente l’attenzione del pubblico con un diversivo mimico durante l’unico cambio di scena.
E se la carta si può riciclare, anche la musica può essere riutilizzata come fece il ventenne Rossini proprio nell’”Occasione”, in cui l’Allegro introduttivo in do minore definito “Tempesta” è ripreso dalla sua “Pietra del paragone”e poi, trapiantato nel Barbiere di Siviglia, diventerà il noto Temporale.
Spettacolo doppiamente invitante, quindi: perché questa farsa è un elemento essenziale della prima fioritura rossiniana, preludio dell’”Italiana in Algeri” e trampolino verso la piena maturità del genio comico di cui già si anticipano situazioni e soluzioni musicali. E poi perché la regia di Brusca è garbata e intelligente nel mettere in evidenza le caratteristiche spiritose e caratteriali dei personaggi, e nel definire con sicurezza una vicenda che si inizia con il Caso e poi si attrorciglia con scambio di oggetti, furto di identità, doppio scambio incrociato di persona, un’agnizione, equivoci vari e il lieto fine con doppio matrimonio.
Oltre la già vivace e ingegnosa azione a incastro - che risale all’idea del vaudeville di Eugène Scribe “Le prétendu par hasard”- la scena è insaporita dalla sovrapposizione delle missive di Rossini, dalla suggestiva trovata della scena iniziale e dalle azioni dei mimi che ora fungono da servi di scena ora commentano, contornano e moltiplicano l’azione principale marcandone gli aspetti umoristici e teatrali.
In un allestimento così scrupolosamente pensato e realizzato, il cast vocale risponde in modo adeguato pur nella richiesta di una vocalità sempre molto impegnativa, ricca e fantasiosa, di una duttilità che va dal sillabato rapido e denso alle fioriture belcantistiche e, nello stesso tempo, particolarmente efficace nel definire l’identità dei personaggi.
La soprano Irina Dubrovskaya (Berenice) ha buona presenza e intelligenza intrepretativa, un fraseggio morbido, buoni volume e messa di voce, precisione nelle colorature. La vocalità e le movenze sono quelle della “diva” cui ancora manca quel pizzico in più di brio e sicurezza nelle proprie capacità a completare una professionaolità matura. Suoi gli applausi più accesi.
Il baritono Domenico Balzani (Don Parmenione) ha la verve necessaria per intrepretare con simpatia e calibrato effetto comico e istrionesco questa parodia di un Don Giovanni fanfarone senza mai scadere nell’eccesso. Buona l’emissione messa a dura prova nei sillabati in cui mantiene il timbro. Buoni anche l’estensione e il colore. Avrebbe meritato applausi più caldi.
Ben assortito con il suo “padrone”è il basso Gabriele Sagona nel ruolo di Martino, il servo impacciato di Parmenione, simile al Germano della “Scala di seta” o a un Leporello un po’ sciroccato. Anch’egli recita a dovere con un’emissione esatta e duttile anche se non sempre il volume è quello richiesto.
La mezzosoprano Antonella Colaianni è un’Ernestina che regge il confronto scenico con Berenice. Spiritosa e spigliata, ha una vocalità incisiva e intonata e una voce calda con un volume adeguato al ruolo. Il tenoreEnrico Iviglia (Don eusebio)è un altro giovane promettente: spigliata la recitazione come elegante la figura, agile e brillante la vocalità, sicuro nel registro acuto e pulito nell’emissione.
Non espressivo come il resto della compagnia è il tenore Francisco Brito (Conte Alberto). Pur con il timbro del tipico tenore rossiniano, ha una voce sottile seppure elegante, debole al centro e nel registro acuto, scarso nel volume. Impersonale e freddo nella recitazione, non coglie il carattere dell’innamorato svenevole e malinconico tormentato dall’incertezza e dal sopruso.
La Piccola Orchestra del Teatro Verdi è diretta dal Maestro Josè Miguel Perez-Sierra che completa la compagnia di giovani ed è considerato una promessa della direzione spagnola. Al suo debutto sul podio della Fondazione lirica, conduce l’orchestra con ritmo sempre misurato, imprime il giusto ritmo all’avvio di ciascun numero musicale mantenendo l’unità dinamica dell’insieme.
Tutta l’azione procede con fluidità nelle scene linde e lineari di Alberto Galeazzo che le luci di Andrea Sanson immergono in un’atmosfera elegante e vaporosa.
I figuranti sono: Gianmaria Bissacco, Marco Ferraro, Armando Polacco, Marjolaine Uscotti, Federico Vazzola, Annalisa Viviani.
“L’Occasione fa il ladro” è proposta nell’allestimento del Teatro La Fenice di Venezia affidato agli allievi della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e presentato al Teatro Malibran nel 2012
Repliche: 13 febbraio, ore 20.30 E. 14 febbraio, ore 20.30 B*. 15 febbraio, ore 16.00 S. Domenica 16 febbraio, ore 16.00 D*. Martedì 18 febbraio, ore 20.30 C. Le recite contrassegnate dall’asterisco Due recite (14 e 16 febbraio) vedranno alternarsi un altro cast formato da Gianluca Sorrentino (Don Eusebio), Rita Cammarano (Berenice), Matteo Mezzaro (Conte Alberto) e Andrea Porta (Martino).
Prossimo appuntamento: giovedì 27 febbraio 2014 con "Madama Butterfly" di Giacomo Puccini.
In apertura: una scena dello spettacolo (FotoParenzan). In basso: un "folletto" nella platea del Teatro Verdi (Foto RobertoCalogiuri)
[Roberto Calogiuri]
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