Asse ciclabile Piazzale Diacono-via Zanon: al via la sistemazione definitiva.
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- Pubblicato Mercoledì, 09 Maggio 2012 14:58
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Entro fine maggio, cominceranno i lavori sulle vie Moro, Zanon, Poscolle, Mantica, Cosattini, Zanon. L'obiettivo è quello di creare un vero percorso ciclabile all'interno della città di Udine.
L'elenco dei lavori va dallo spostamento sul lato opposto della carreggiata del tratto ciclabile in via Moro, al posizionamento di alcuni dissuasori di sosta sul marciapiede di via Mantica, alla riorganizzazione degli stalli fino al posizionamento di alcune fioriere di fronte alla chiesa del Redentore.
E, ancora, la creazione di una fascia di rispetto ancora più ampia tra la fila di parcheggi e la nuova ciclabile in via Cosattini e l’allargamento del tratto ciclo-pedonale in prossimità dell’incrocio con via Mazzini. Infine, l’allargamento della ciclabile in via Zanon, con la realizzazione di una fascia di protezione delle bici e la rimozione degli ultimi 12 stalli blu per consentire un più agevole accodamento delle auto al semaforo.
“Dopo la prima fase di sperimentazione e dopo aver ascoltato proposte, critiche e i suggerimenti raccolti durante l’incontro pubblico organizzato in sala Ajace un mese fa, spiega il sindaco di Udine, Furio Honsell , abbiamo approvato la sistemazione definitiva dell’asse ciclabile che da piazzale Diacono porta direttamente nel cuore del centro cittadino in via Poscolle. Si tratta, precisa ancora il primo cittadino, di un intervento molto atteso e sul quale, proseguendo il metodo partecipativo che contraddistingue la nostra amministrazione, abbiamo voluto ascoltare tutti i pareri dei soggetti interessati, dalle categorie economiche alle associazioni dei ciclisti, dai residenti a tutti gli altri cittadini, in modo tale da arrivare a una soluzione quanto più condivisa possibile”.
Dalle interviste effettuate durante la fase di realizzazione del Piano urbano della mobilità (Pum) era già emerso che il corridoio ciclabile che attraversa Udine da Nord a Sud riveste una posizione strategica, tant’è che è stato inserito all’interno dell’itinerario ciclistico Fvg1 Alpe Adria Coccau – Grado i cui lavori, per il tratto udinese, sono stati consegnati qualche giorno fa.
“Dall’analisi dei dati relativi ai flussi di bici ed auto monitorati nel nuovo asse ciclabile, spiega l’assessore alla Mobilità, Enrico Pizza, è emerso un effettivo incremento del transito di biciclette rispetto ai dati rilevati prima della creazione della pista, con punte di incremento medio pari addirittura al 106% di maggiore utilizzo in un anno. Senza contare, conclude, che è diminuito il traffico automobilistico dell’attraversamento della zona centrale della città”.
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Friuli: a 252 km/ora sull'A4, patente ritirata
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- Pubblicato Lunedì, 07 Maggio 2012 14:49
- Scritto da Maurizio Pertegato
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UDINE - Aveva scambiato l'autostrada per una pista da Formula 1 lanciandosi sulla A4, nel tratto tra Palmanova e San Giorgio di Nogaro, in Friuli, a 252 chilometri all'ora. La Polizia stradale è riuscita a fermarlo: patente ritirata e multa salatissima per il conducente, abitante a Riese (Treviso). Nel fine settimana in Friuli Venezia Giulia per eccesso di velocità sono state ritirate 14 patenti di guida. Le infrazioni complessive al Codice della strada sono state 215.
Ala al Aswani: i giovani hanno condotto l'Egitto alla rivoluzione
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- Pubblicato Venerdì, 04 Maggio 2012 15:35
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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"Se una rivoluzione nasce nelle strade che conducono alle piazze, ad a farla sono soprattutto i giovani il cambiamento non può che essere radicale e duraturo." Ne è convinto Ala al-Aswani, ad Udine per Vicino/Lontano 2012. Sabato 5 maggio, al teatro Nuovo Giovanni da Udine, riceverà per il suo libro: "La rivoluzione egiziana"(Feltrinelli) il Premio letterario Internazionale Tiziano Terzani.
Unanimamente riconosciuto come il più grande scrittore egiziano, storica voce di opposizione al regime di Mubarak grazie a Vicino/Lontano 2012, può testimoniare in diretta, del cambiamento di rotta di un intero paese, l’Egitto, e di una rivoluzione cominciata sul web con la potenza che solo i nuovi mezzi di comunicazione, Facebook e Twitter hanno.
“La scintilla, spiega Ala al Aswani, quella che ha acceso la protesta e quindi ha scalzato il tiranno dopo oltre trent’anni di dittatura è dilagata in rete, grazie a uomini e donne che fanno il 65%della popolazione ed hanno meno di trentacinque anni.”
La fine del regime, anche quella è arrivata in diretta, via Media, pochi minuti dopo le sei del pomeriggio, quando era già buio sulle due sponde del Nilo e il Cairo era sommerso da una folla mai vista nei diciotto giorni di rivolta. L'ex tenente generale Omar Suleiman, da poco nominato vice presidente, è comparso sui televisori e in due frasi ha annunciato che Hosni Mubarak aveva infine rassegnato le dimissioni. Nel frattempo si era sparsa la notizia che il raìs se ne era già andato dal Cairo, con la famiglia, per raggiungere la residenza estiva di Sharm el Sheikh, sul Mar Rosso egiziano. Suleiman, l'uomo dei servizi segreti, campione dello spionaggio, delle trame e delle repressioni, ha dichiarato, con un'espressione trasudante collera, la resa del suo capo.
La faccia scavata e gli occhi socchiusi, dicevano più delle parole gettate in faccia ai milioni di egiziani impegnati notte e giorno, da tre settimane, a gridare sulle piazze, con tenacia e semplicità, la voglia di libertà e democrazia.
“I giovani, prosegue 'Ala al-Aswani, hanno pagato il prezzo più alto, senza sparare un colpo di fucile, senza violenza, hanno trascinato con loro un paese di ottanta, cento milioni di abitanti.” Ala al Aswani è stato in piazza dal primo all’ultimo giorno della rivoluzione ed ha documentato attraverso il libro per il quale verrà premiato con il Terzani, quanto è accaduto nel suo paese.
“Ogni martedi, continua, usciva un mio articolo in arabo che veniva poi tradotto in inglese e faceva il giro del mondo. Io stesso ho raccolto gli articoli presenti nel libro, scegliendo quelli che potessero spiegare all’Occidente quanto stava avvenendo”.
Attualmente il Paese vive una situazione in cui dopo il colpo di stato l'esercito controlla, gestisce la rivoluzione , che non ha promosso, anzi l'ha colto di sorpresa, come il resto del regime. Si vedrà poi se i generali dell'Alto Consiglio delle forze armate manterranno le promesse ed esaudiranno le aspirazioni della gente di piazza Tahrir. Se riusciranno a disegnare una democrazia accettabile.
Ala al-Aswani, è convinto di si ed è ottimista. “La rivoluzione è irreversibile, ed è l’ esito di un processo lungo iniziato già nel 2004. Il mio paese dice non metterà in crisi la democrazia né lo faranno i fratelli musulmani. Inizialmente sono stati strumentalizzati da Mubarack per giustificare la dittatura ma non approderemo ad un nuovo autoritarismo”.
Alla testa dell'Alto consiglio delle Forze armate c'è ora il feldmaresciallo Mohamed Tantawi, fino a ieri ministro della difesa e ufficiale distintosi nella quarta guerra contro Israele, quella del Kippur, nel 1973.” La morte nelle strade, con i cecchini che sparavano mirando alla testa ti fa cambiare lo sguardo che hai sul mondo e sulla vita. Scriverò di questo, conclude Ala al Aswani che continua ad andare, due volte alla settimana, nel suo studio dentistico. Spesso con i pazienti parliamo di quanto è accaduto e delle trasformazioni ancora in corso nel nostro paese. Così parlo con la gente e resto in contatto con le persone.”
Gli egiziani hanno cacciato il raìs, che con la sua famiglia ha accumulato un patrimonio di sessanta miliardi di dollari, un sesto del reddito nazionale, in una società dove quattro famiglie su dieci vivono sotto il livello di sussistenza.
In questo momento, le verità non ha veli ed è spesso crudele. Dopo la piccola Tunisia, l’ Egitto è un esempio, una tentazione per tutto il mondo arabo, dove si è aperta una grande breccia per la democrazia.
Fabiana Dallavalle
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