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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

La Danieli di Buttrio accusata di evasione e frode fiscale per circa 281 milioni di euro

La Danieli di Buttrio accusata di evasione e frode fiscale per circa 281 milioni di euro

Udine - La Procura della Repubblica di Udine ha comunicato il 25 febbraio di aver chiuso un'indagine sul Gruppo Danieli di Buttrio (Ud), chiedendo il rinvio a giudizio per sette dirigenti. L'indagine riguarda il campo della fiscalità internazionale e della cosiddetta "esterovestizione societaria" in Paesi a fiscalità privilegiata e paradisi fiscali.  

La Danieli, secondo l'accusa della Procura, avrebbe dichiarato costi fittizi relativi a interessi passivi maturati attraverso conferimenti azionari a società di comodo situate all'estero. Il totale dei costi fittizi dichiarati è stato calcolato in circa 12,9 milioni di euro, con un'evasione di 3,9 milioni.

Viene inoltre contestata la costituzione di tre società con sede formale in Lussemburgo, ma di fatto gestite in Italia dalla stessa ditta. Per questo, sarebbero state omesse le dichiarazioni dei redditi relative agli anni dal 2004 al 2013, pari a redditi per 255 milioni e un'evasione di imposte pari a circa 73 milioni.

Secondo la Procura, queste società "esterovestite" avevano mere domiciliazioni fiscali in alcuni "open space" in Lussemburgo, ma non avevano dipendenti e struttura.

L'udienza preliminare è stata fissata per l'8 maggio.

Prende fuoco l'essiccatoio della soia nell'Oleificio San Giorgio in zona industriale Aussa Corno

Prende fuoco l'essiccatoio della soia nell'Oleificio San Giorgio in zona industriale Aussa Corno

Udine - Un incendio è divampato nella notte tra il 23 e il 24 febbraio all'Oleificio San Giorgio, impianto per l'estrazione e la raffinazione di oli vegetali che sorge nella zona industriale dell'Aussa Corno a San Giorgio di Nogaro (Ud).

Il fatto è avvenuto intorno alle 3.00 del mattino e ha interessato l'impianto essiccazione soia dello stabilimento industriale; l'oleificio, nel suo complesso, si estende su un'area di oltre 138.000 metri quadri.
    
Le fiamme si sono sviluppate in altezza da circa i due terzi dell'essiccatoio, un silos alto circa 25 metri. Sono stati alcuni lavoratori dei turni di notte della zona industriale a dare l'allarme.

Il rogo è sotto controllo, ma i Vigili del fuoco lavoreranno ancora per ore per spegnerlo del tutto. Sulle cause dell'incendio sono in corso accertamenti da parte delle forze dell'ordine.

 

 

 

 

 

 

 

 

Morto a 94 anni il presidente Anpi FVG Luciano Rapotez. Fu vittima di un tragico errore giudiziario

Morto a 94 anni il presidente Anpi FVG Luciano Rapotez. Fu vittima di un tragico errore giudiziario

Udine - È morto nelle prime ore del 23 febbraio, all'Ospedale civile di Udine, a 94 anni, Luciano Rapotez, vicepresidente dell'Anpi provinciale e del Friuli Venezia Giulia. Da mesi era sofferente per una grave malattia che l'aveva costretto all'immobilità.

Nato a Muggia nel 1920, militante nelle fila del Partito Comunista, fu partigiano della prima brigata d'assalto partigiana "Trieste". Dopo essere stato accusato ed assolto da un'infamante accusa di omicidio, emigrò in Germania e vi rimase fino agli anni Ottanta.

Dal 1987 fu segretario dell'Anpi di Udine. In tale veste aveva promosso costantemente i valori della Resistenza e della Costituzione specie tra i giovani.

Il tragico errore giudiziario di cui fu vittima ha accompagnato la sua vita dal gennaio 1955, quando Rapotez fu prelevato dalla polizia e costretto, con trattamenti disumani, a confessarsi colpevole di una rapina avvenuta nel 1946 in una villa sul Carso, dove erano stati assassinati un orefice, la fidanzata e la domestica.

Nel 1957 venne assolto dopo quasi tre anni di carcere preventivo. L'assoluzione venne definitivamente sancita nel 1961, ma Rapotez nel frattempo era stato lasciato dalla moglie ed aveva perso la custodia dei figli.

Per 56 anni tentò di farsi risarcire dallo Stato per le torture e i danni subiti, senza successo. Sulla sua vicenda nel 1981 uscì il volume di Giorgio Medail e Alberto Bertuzzi "Il caso Rapotez"; nel 2010 la regista Sabrina Benussi dedicò alla vicenda un documentario: "Rapotez: un caso italiano" con Moni Ovadia, che fu proiettato al Visionario di Udine.

Per approfondire:

dall'archivio storico del "Corriere della Sera" l'articolo di Gian Antonio Stella.

La scheda film del "Visionario"
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