Truffa ai danni dell'erario per 1 milione 600 mila euro: indagati due imprenditori a Udine
- Dettagli
- Categoria: Udine
- Pubblicato Lunedì, 16 Febbraio 2015 16:52
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
- Visite: 499
Udine - La Guardia di Finanza di Udine il 16 febbraio ha eseguito un sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale nei confronti di due imprenditori friulani che avevano accumulato un'evasione dell'Iva per 1.633.000 euro su un'attività di vendita di automobili.
Il decreto di sequestro per equivalente ha riguardato i conti correnti, immobili e terreni nei comuni di Torviscosa, Palmanova e Tavagnacco, per oltre 731 mila euro. Gli imprenditori sono indagati per sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte che prevede, nel caso di specie, l’applicabilità della reclusione da uno a sei anni.
I due imprenditori avevano accumulato nei confronti dello Stato obbligazioni tributarie - comprensive di sanzioni ed interessi - per 1.633.000 euro. La somma era stata già oggetto di provvedimenti definitivi delle Commissioni Tributarie e della Corte di Cassazione.
Gli accertamenti condotti dal Nucleo di Polizia tributaria udinese hanno consentito di rilevare come i soggetti, responsabili delle evasioni poste in essere con una società operante nella commercializzazione di autoveicoli, allo scopo di sottrarsi e sottrarre la società stessa al pagamento delle tasse, poco dopo il consolidamento del debito fiscale con l’amministrazione finanziaria, avevano messo in opera un complesso sistema fraudolento.
Ceduti i contratti di locazione degli immobili della loro società ad un’altra azienda riconducibile ad un loro congiunto, avente sede a Roma all’indirizzo di uno studio professionale, avevano reso vana la procedura esecutiva nei confronti della società imputata.
Inoltre avevano venduto, in maniera simulata, due unità immobiliari ad uso abitativo già adibite a loro residenza (e rimaste anche dopo l’alienazione nella loro piena disponibilità) a due cittadini stranieri che non avevano peraltro mai corrisposto il relativo pagamento per la compravendita dichiarata al rogito per 140.000 euro.
Avevano inoltre venduto, in maniera simulata, a due loro parenti, un fabbricato e due terreni i cui pagamenti, come accertato da indagini bancarie, erano stati condotti con modalità fraudolente tramite giroconti bancari (anche con bonifici esteri) che di fatto comportavano che le somme pagate dagli “acquirenti” venivano poi restituite agli stessi “venditori”.
Infine avevano alienato un fabbricato ad uso commerciale ad una società di diritto estero, con sede in Austria, con un prezzo dichiarato nel relativo atto di compravendita di 350.000 euro. Il realtà il prezzo non è mai stato corrisposto dall’acquirente, malgrado fosse stato dichiarato al rogito innanzi al notaio.