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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Attualità

Finiscono le "quote latte" dell'UE. A rischio gli allevamenti nelle zone più fragili e sensibili

Finiscono le

FVG - Dopo 30 anni finisce il regime delle "quote latte" dell'Unione Europea. Il 1° aprile scocca l'ora finale per una norma che ha fatto cambiare per sempre il settore lattiero caseario anche nella nostra Regione.

Solo 1 stalla su 5 infatti è sopravvissuta al regime delle quote latte, lasciando in vita in Italia appena 36mila allevamenti.

Lo fa sapere il "Dossier sull'attuazione delle quote latte in Italia" della Coldiretti, presentato in occasione della mobilitazione degli allevatori a Roma, il 31 marzo, in Piazza del Foro di Traiano, con la presenza della pronipote della mucca "Onestina", simbolo della battaglia per il Made in Italy degli allevatori onesti.

All'inizio del regime delle quote latte nel 1984 in Italia - sottolinea la Coldiretti - erano presenti 180mila stalle, con il latte che veniva pagato in media agli allevatori 0,245 euro al litro mentre i consumatori lo pagavano 0,40 euro al litro (780 lire).

Oggi, il prezzo del latte fresco moltiplica più di quattro volte dalla stalla allo scaffale, con un ricarico del 317%, con il latte che viene pagato agli allevatori in media 0,36 centesimi al litro mentre al consumo il costo medio per il latte di alta qualità è di 1,5 euro al litro.

Aumenterà la concorrenza per gli allevatori italiani con la fine del regime delle quote latte? "La concorrenza già c'era, non la scopriamo con la fine di questo sistema. Noi però in questa fase dobbiamo attrezzarci meglio e il lavoro di riorganizzazione del settore lattiero-caseario, in particolare per quanto riguarda la difesa del reddito degli allevatori, è un punto decisivo". spiega il ministro per le Politiche agricole e forestali, Maurizio Martina, rispondendo ai giornalisti a margine della manifestazione della Coldiretti.

Con la fine del regime delle quote latte è prevedibile un aumento della produzione lattiera comunitaria, quest'anno stimata pari al 6%, con il rischio di una vera invasione straniera in Italia dove si importa già quasi il 40% dei prodotti lattiero caseari consumati.

A temere per la sopravvivenza "sono soprattutto gli allevamenti da latte che risiedono nelle zone più fragili e sensibili del nostro Paese e dell'Unione. Tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, ma nessuno lo sa - denuncia la Coldiretti - perchè non è obbligatorio riportarlo in etichetta".

"Il prezzo pagato agli allevatori - rimarca ancora Coldiretti - è aumentato di poco più di 10 centesimi mentre il costo per i consumatori è cresciuto di 1,1 euro al litro. Oggi quindi gli allevatori devono vendere tre litri di latte per bersi un caffè al bar, quattro litri per un pacchetto di caramelle, quattro litri per una bottiglietta di acqua al bar mentre quasi 15 litri per un pacchetto di sigarette".

"E il prezzo riconosciuto agli allevatori non copre neanche i costi per l'alimentazione degli animali".

Soddisfazione è stata espressa invece dal commissario europeo all'agricoltura, Phil Hogan: "Oggi è un giorno significativo per la Pac, è l'ultimo delle quote latte".

Secondo Hogan "l'Unione europea è ben piazzata per beneficiare della crescita stimata del 2% della domanda globale" di latte e "la sfida per il settore è quella di costruire la stabilità rispetto alla volatilità dei prezzi".

Il commissario europeo all'agricoltura ha ribadito come in questi anni il settore lattiero-caseario Ue "ha guardato al mercato e ha visto dove trovare il potenziale per la crescita".

"Il volume dell'export europeo - ha detto Hogan - è aumentato del 45% negli ultimi 5 anni e il suo valore nello stesso periodo è aumentato del 95%".

Sul mercato globale "il potenziale per la crescita è con i prodotti dal valore aggiunto, come formaggio e yogurt, e ingredienti per prodotti nutrizionali, dietetici e per lo sport" ha spiegato il commissario europeo all'agricoltura, secondo cui questo settore "rappresenta un enorme potenziale per crescita economica e posti di lavoro nell'Ue".

 

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