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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Attualità

Firmato a Roma l'accordo su Electrolux: nessun licenziamento e nessun esubero

Firmato a Roma l'accordo su Electrolux: nessun licenziamento e nessun esubero

Roma - Il 15 maggio il premier Matteo Renzi ha firmato a Palazzo Chigi l'accordo su Electrolux. Erano presenti il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, dello Sviluppo Federica Guidi, i governatori di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia Zaia, Serracchiani e Maroni, i vertici aziendali e i rappresentanti sindacali.

"Tra settembre e ottobre Electrolux indicava 1700 lavoratori in più, quasi una chiusura per Porcia - ha commentato il ministro Guidi -. Siamo arrivati ad un accordo significativo e importante e grazie ad un nuovo approccio delle relazioni industriali moderno si preservano tutti i posti lavoro: nessun licenziamento e nessun esubero".

Il ministro Guidi poi ha ringraziato le parti sociali "per il lavoro svolto, una dimostrazione di grandissimo senso di responsabilità nella trattativa".

"Un accordo importante incentrato su un piano industriale che consente di mantenere la produzione in tutti e quattro gli stabilimenti in Italia, compreso quello di Porcia - ha commentato la governatrice del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani - grazie anche all'impegno da parte dell'azienda a investire per migliorare la competitività. Considerando da dove eravamo partiti, ovvero una procedura di investigazione che poteva probabilmente concludersi con l'uscita dall'Italia della produzione Electrolux, credo che abbiamo ottenuto un risultato significativo".

Questa la sintesi dell'accordo ratificato da tutte le parti: nessuna chiusura di stabilimento, in virtù di un piano industriale per tutti i quattro stabilimenti italiani con 150 milioni di euro di investimenti nel periodo 2014-2017; nessun licenziamento, grazie al ricorso ai contratti di solidarietà nelle fabbriche, alla cassa integrazione straordinaria in alcune aree impiegatizie ed alle uscite incentivate volontarie o finalizzate alla pensione; mantenimento integrale del salario, nonché delle pause per effetti stancanti e per necessità fisiologiche, con la riduzione della sola pausa aggiuntiva di Porcia che passa da 10 a 5 minuti; per Porcia impegno dell'azienda al riassorbimento di 150 esuberi, attraverso iniziative interne e intervento di un imprenditore intenzionato a insediarsi nelle aree dismesse del sito; previsione di alcuni incrementi di gettito produttivo, ma con l'impegno aziendale a non peggiorare gli indici di salute e sicurezza sul lavoro e a verificare in fabbrica la fattibilità degli interventi; taglio del 60% dei permessi sindacali dal 1/1/2015, ma mantenimento delle ore di assemblea sindacale.

"Conosciamo gli sforzi di tutte le parti e dei lavoratori in particolare, per dare soluzione a questa delicatissima e complessa vertenza. Tutto ciò che è stato fatto e discusso ha prodotto un accordo difficile ma dignitoso per i lavoratori. Sapere che la multinazionale ha preso l’importante decisione di restare in Italia e garantire il salario ai lavoratori è un risultato positivo" ha commentato Giovanna Cirillo a nome della Rsu Electrolux di Susegana.

"Permettete, comunque, l’espressione del dissenso che rappresento anche a nome di altri miei colleghi Rsu di Susegana e di Forlì, legato all’ennesimo aumento delle velocità delle linee e catene di montaggio" ha aggiunto Cirillo.

"Un terzo dei lavoratori, proprio per questa condizione, oggi ha patologie muscolo scheletriche da usura e l’avanzare dell’età e il continuo aumento delle prestazioni sono un ulteriore peggioramento alla salute di questi operai, che risultano sfruttati e gli unici lavoratori direttamente chiamati a farsi carico della riduzione del costo del lavoro, con i pezzi in più da produrre".

"L’aumento dei ritmi inoltre limita ulteriormente la possibilità di inserimento al lavoro degli operai svantaggiati (Ral, disabilità e anzianità). Si prescinde così dalle condizioni umane nel lavoro. L’abbiamo detto, scritto anche con petizioni, ma il tema del rapporto prestazioni/salute è incomprensibilmente sottovalutato o, peggio, ignorato. Essendo noi operai direttamente coinvolti, non possiamo che dissentire da tale soluzione per tutti coloro che rappresentiamo".

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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