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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Intervista a Giovanni Folena, ideatore di "Prepaliamoci": "Soddisfatto dell'apertura, il Palio è un punto per stare insieme"

Intervista a Giovanni Folena, ideatore di

San Daniele del Friuli (Ud) - Giovanni Folena (nella foto di Benedetta Folena) è un vero esperto di palcoscenici, sia teatrali che cinematografici (è lui a introdurre, ogni martedì sera, i film proiettati da Officine d'Autore). Tanto che un giorno gli è venuto in mente di portare in anteprima, nella cittadina dei prosciutti, sei dei gruppi teatrali che, a breve, reciteranno al Palio studentesco di Udine. 

Ecco allora "Prepaliamoci", al debutto domenica 26 con i "padroni di casa" dell'Istituto Manzini, seguiti in questi mesi di preparazione proprio da Giovanni. L'abbiamo incontrato finito lo spettacolo, dopo il dibattito che ha posto a confronto attori e pubblico.

 

Come inizia "Prepariamoci"?

"Pre...paliamoci", è un "pre" palio e anche prepararsi, da qui quindi uno di quei giochi di parole che arrivano nei posti migliori per pensare, che non sto a specificare. L'anno scorso avevamo questa prova perché ci tenevo di portare un po' di teatro anche a San Daniele, visto che c'è questa parte di aprile-maggio colpevolmente scoperta e allora ho detto: "Diamine, abbiamo tutti i gruppi che fanno il Palio a Udine, che va avanti da 44 anni, sarà mica difficile trovare un 5/6 gruppi che vengano qui?". E infatti non è stato un grosso problema e ne abbiamo 6, incluso San Daniele. Volevo proprio partire con il gruppo di casa, dal momento che ci aspettavamo una bella serata, con un bel pieno, cosa che è stata e ne siamo molto contenti. E poi scuole che magari hanno meno occasioni di esporsi, come il Bertoni che per esempio ha fatto però spettacoli su Pasolini che sono arrivati fino a Roma. Hanno risposto conoscenti, amici, il gruppo del Marinelli, Malignani (questo mi ha dato l'ispirazione del "collaudo") e quindi valeva la pena provare. E abbiamo provato.

L'anno scorso c'era già stato un tentativo. Che differenza c'è con quest'anno?

Si, un prototipo, nel senso che avevamo visto che tipo di riscontro si poteva avere da una manifestazione del genere. Erano sempre 6 appuntamenti, un po' più misti come componenti però: gruppi scolastici, non scolastici, poi l'ultima serata è stata la serata di lancio della seconda stagione di "Felici ma furlans", è stata una cosa un po' più variegata. Abbiamo visto che i gruppi scolastici hanno sempre risposto molto bene, per cui gli abbiamo voluto dar particolare spazio. 

Secondo te perché il Palio di Udine attira sempre così tanto interesse?

Perché è quasi un'attività di resistenza o sovversiva, in cui si possono fare le cose assieme e anche in grandi numeri. Pensa che quest'anno abbiamo il gruppo dello Stellini che sono 60 membri, di cui 20 d'orchestra; al Marinelli, che ospitiamo il 10 maggio, sono in 47. Quindi è un'occasione di fare le cose assieme come in nessun altro posto, ci son poche attività che ti fanno fare queste cose in giro: il Palio è un luogo di aggregazione, una rassegna a cui partecipano più di 700 studenti alla volta e non la vedo come un'attività che serve a formare attori: alcuni la loro strada la trovano, come Battiston, Nicoletta Oscuro, Serena Di Blasio, grossi nomi del teatro friulano e nazionale. E quindi, quando fai le cose assieme, provi piacere a farle sempre di più, è una valanga (sorride, ndr). E i numeri sono sempre in aumento, quindi speriamo che continuino ad esserlo: io tre anni fa avevo 14 ragazzi, quest'anno 27. Le cose vanno avanti.

Legato invece a stasera, un particolare: sul palco eravate scalzi. Come mai?

Questo è un dettaglio che un po' si è perso, dato che si è visto poco ma contiamo su palchi un po' più bassi per farlo notare. Tutto attorno alla scena c'è un quadrato di tessuto verde, un cerchio delle fate in cui i viandanti vengono tirati dentro e non riescono ad uscire, continuano a ballare e l'idea originale era che ci fosse proprio un prato. Ma vuoi vedere che figata vederli entrare in scena direttamente scalzi, in questo cerchio? E allora tutti scalzi, via! È anche un pensiero in meno per le calzature, eh, perché poi le scarpe sono sempre un casino... È stata un'idea che abbiamo deciso di portare avanti, proprio il discorso del cerchio delle fate, natura, prato, la cosa più naturale possibile che, poi, si è riflettuta anche nella loro (dei ragazzi, ndr) recitazione. Molti dicono che le scarpe fanno l'attore: niente scarpe, al naturale, ragazzi naturali mi sembra! 

Pensi che lo Splendor possa attingere da questo teatro giovanile anche in futuro, non solo legato al Palio ma proprio come una stagione teatrale?

Madonna! L'obiettivo è un po' anche quello, che il gruppo del Splendor-Manzini impari anche a gestire il teatro, a tenerlo, a portare avanti le attività che Officine d'Autore porta avanti con tanto tempo libero e fatica. Avere una "cantera" (ride, ndr), una riserva di ragazzi ben disposti a portare avanti un lavoro, anche a livello di stagione, finisce essere non solo un obiettivo ma una naturale conseguenza. Vorrei che questa cosa non fosse solo "rassegna fine aprile-maggio", anche se punto a far sì che duri nel corso degli anni, ma appunto un punto di partenza per tante altre cose. Come il Palio: un punto di ritrovo, lavoro, per stare assieme. 

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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