Intervista a Lino Marrazzo regista ed autore della contemporanea "Artemisia Gentileschi"
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- Categoria: Teatro
- Pubblicato Sabato, 08 Novembre 2014 12:06
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Trieste - Debutto serale per Artemisa Gentileschi, ieri sera venerdì 7 novembre, alla Sala Bartoli del Politeama Rossetti, pièce scritta e diretta da Lino Marrazzo, interpretato da Silvia Siravo Fulvio Falzarano con effetti sonori di Maurizio Bressan, resterà in scena fino a domenica 9 novembre con lo spettacolo pomeridiano alle ore17.
Racconto e denuncia al tempo stesso, lo spettacolo messo in scena da Lino Marrazzo, che mette a nudo l’emblematico rapporto padre-figlia, intriso di zone d’ombra. Ancora prepotentemente attuale l’argomento di cui si narra, trattato con incisività ed immediatezza in un linguaggio che non lascia spazio a fraintendimenti.
E lì la storia antica narrata per ogni donna, per ogni uomo, per ogni persona che vuole guardare dritto dentro al problema, in una crescente tensione emotiva che la bravura dei protagonisti ha saputo rendere efficace.Una storia che serve da monito per ognuno di noi, per quella donna che ha avuto il coraggio di denunciare, per quella che non ce l’ha fatta, per quella che potrebbe non farcela. Un racconto per dire ora, quello che un tempo solo pochi avevano il coraggio di denunciare, ma che incredibilmente tante donne, ancora, subiscono in silenzio e come allora sono intimate al silenzio.
Nata nel 1593 a Roma da Prudenzia e Orazio Gentileschi, Artemisia rimane orfana di madre e cresce con il padre pittore che la avvia all’arte sotto influenze caravaggesche. Mostra un talento immediato e potente, ma si scontra con i limiti della condizione femminile di allora. Di lei non si conosce molto altro, se non le note di uno scarno diario, la sua pittura, gli atti di un doloroso processo per lo stupro subito da un pittore amico del padre, il quale a propria volta le riserva morbose attenzioni.
L’attualità del tema ha indotto a riservare una replica straordinaria dello spettacolo - che si terrà lunedì 10 novembre in matinée – agli studenti delle scuole superiori che seguiranno Artemisia Gentileschi nell’ambito del già citato progetto dedicato alla promozione e divulgazione della cultura contro la violenza sulle donne dell'Assessorato Pari Opportunità della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Abbiamo scambiato due parole con il regista Lino Marrazzo
Cosa ti ha portato a lavorare su un testo come Artemisa Gentileschi, di non facile rielaborazione.
I suoi quadri, espressivi, significativi e di un naturalismo spietato. La sua vita sorprendente e tanto attuale, le violenze che ha subito e che dopo 500 anni rimangono purtroppo presenti nella vita e cronaca di tutti i giorni. Così ho cercato e letto quel poco che esiste su di lei, compresi gli atti del processo e il suo percorso iconografico fermandomi su un episodio sconosciuto, la visita del padre alla figli dopo 5 anni che non si vedevano.
L'argomento della pièce teatrale non è dei più leggeri, ma hai saputo trasmettere lo strazio vissuto da Artemisia, e trascinare il pubblico con incisività e delicatezza... ti ritrovi?
Certo, anche se questo lo dovrà decretare il pubblico.
A chi ha guardato e guarderà il tuo spettacolo che imprinting vuoi lasciare?
Voglio fare cultura, desidero che lo spettacolo apporti cambiamenti significativi nella mentalità e nelle azioni di ogni giorno. Voglio che escano con la consapevolezza che la violenza verso la donna esiste non perché esiste l'uomo bensì una mentalità e cultura errate.
Ci racconti un tuo progetto futuro?
Ne ho diversi, anzi tanti ma per il momento preferisco non dirlo, sono una persona che cambia spesso idee e progetti.
Informazioni sullo spettacolo al sito www.ilrossetti.it alla vendita on line.
Foto di Rita Badalucco