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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

XXIII Edizione di Udin&Jazz 2013 - “Austerity”

XXIII Edizione di Udin&Jazz 2013 - “Austerity”

Udine - Settimana clou per il Festival Udin&Jazz, quella che da venerdì impegna diverse location cittadine e sposta il baricentro al Palamostre di Udine.

Si entra nel vivo con il primo appuntamento che accoglie, appunto, al Palamostre di Udine stasera venerdì  28 giugno a partire dalle 21, due concerti di grande impatto: il chitarrista Maurizio Brunod - partner dei migliori strumentisti al mondo come Ralf Towner e Tim Berne - è sul palcoscenico con “Miroslav Vitous”, tra i più grandi contrabbassisti della scena internazionale, già membro dei Weather Report. Il duo interpreta standard rivisitati e brani originali di Brunod per una musica senza confini, di grande pathos e finissimo interplay.

A seguire un altro duo di altissimo livello, composto dal vulcanico Claudio Cojanizal pianoforte e dal contrabbassista Franco Feruglio: “Blue Africa” è il titolo dello spettacolo, una miscela catartica e viscerale di nenie materne ed infantili, evocazioni di blues astrali e danze rituali. 

Un jazz affilato e di improvvisazione d’altissimo livello è quello del trio del contrabbassista Paolino Dalla Porta, strumentista di respiro internazionale, che suona sabato 29 giugno alle 18.30 nel bel “salotto” di Corte Palazzo Morpurgo, con lui Dario Carnovale al pianoforte e Luca Colussi alla batteria, e la serata continua con un momento di grande intensità, un evento complesso che con commozione e fedeltà ricorda il grande Jeff Buckley. “I am not there. A night with/out Jeff Buckleyè il titolo della serata al Palamostre che si articola partendo dalla presentazione del libro biografico Touched by Grace, scritto da Gary Lucas e pubblicato in Italia da Arcana editrice. A seguire la proiezione del rarissimo film Greetings from Tim Buckley (2012, Tribeca Film), presentato a settembre al 37° Toronto Film Festival, appassionato racconto con gli occhi e il cuore del padre del giovane e geniale artista prematuramente scomparso. Chiude la serata un tributo alle musiche di Jeff Buckley da parte dell’Alessandra Machella Quartet.

Si torna a Corte Palazzo Morpurgo il 30 giugno, che alle 18.30 ospita il concerto finale dell’ormai consolidato workshop di canto curato da Barbara Errico. Di nuovo al Palamostre, dalle 21 per ascoltare i Mocambo Swing che presentano il loro nuovo lavoro discografico, “Quando divento grande - contenente la novel graphic Maudit Bolero di Massimiliano Gosparini – che non manca di quella grande energia lirica e versatile dei dischi precedenti. Grande l’attesa per il progetto di Roy Paci: CorLeone, che segue sempre al Palamostre. “CorLeone”è un crossover che esprime un pairing tra hardcore selvaggio e jazz sperimentale: il tutto stemperato nei colori elettronici minimali e nei suoni “terragni” della Sicilia e dei paesi mediterranei, come una sorta di couscous armolodico.
Lunedì 1 luglio è atteso un nuovo aperitivo all’Osteria alla Ghiacciaia alle 18.30 con il Quartetto di Francesco Minutello, trombettista udinese che si impegna in alcuni standard riarrangiati e molti brani autografi, per tornare al Palamostre con due grandi signore del jazz: la “magnetica” e graffiante Laura Furci, pianista, interprete e autrice delle canzoni,apre la serata alle 21 con un irresistibile “one woman show” per voce e pianoforte; chiude la serata il trio di Chiara Civello, cantante che occupa la scena nazionale del jazz più morbido e melodico da molti anni: una voce duttile, carezzevole, intelligente e ricca di armonici, che ricordiamo per la recente apparizione a Sanremo.


Il programma completo di Udin&Jazz è su www.euritmica.it

Foto: immagine Corleone

Solstizio d'estate con "Attila" a Trieste. Inatteso appuntamento con la lirica.

Solstizio d'estate con

Trieste - Sembrava che il cartellone lirico del capoluogo fosse concluso. Invece la Fondazione triestina ha trovato energia, fantasia (e i fondi necessari) per offrire al pubblico un prolungamento inatteso della stagione operistica: la scia delle celebrazioni dell’anno verdiano - iniziate con il ”Corsaro” e proseguite con Macbeth - si allunga fino a intersecare la festa della musica che, com’è noto, ricorre nel giorno del solstizio d’estate.

Coordinate non solo musicali - ma anche astronomiche - hanno condotto i cultori della lirica a questo appuntamento del 21 giugno con l’”Attila” di Verdi che sarà replicata domenica 23 giugno alle ore 18.00 e martedì 25 giugno alle ore 20.30.

Che sia un’”operona” o un’”operaccia” (Verdi stesso inasprì il giudizio al riguardo) poco importa di fronte al volume di considerazioni che la vicenda propone: guerra, stragi, invasioni barbariche e aggressioni. Ma anche politica subdola e trame ipocrite, doppio gioco e tradimenti, gelosia e amor di patria. E ancora il mistero del trascendente soprannaturale.

Soprattutto la violenza sulle donne e una in particolare, che si vendica uccidendo nel sangue - alla maniera maschile - uno tra i più noti e feroci condottieri della storia. Per di più la vicenda si svolge tra le quinte del territorio regionale di Aquileia.

Alla prima assoluta del 1846, i veneziani videro in Odabella, oltre che il simbolo del valore femminile italico, la personificazione della repubblica soffocata dagli austriaci. In Ezio applaudirono freneticamente un salvatore della patria quando invece è un detestabile intrigante. A considerare anche la protervia di Attila e il suo odio per Roma, c’è di che interpretare la scena politica nostrale e internazionale di oggi, anche senza i riferimenti patriottici tracciati dal Maestro.

Con tali presupposti, il Verdi di Trieste affida la regia di questa auto produzione – un allestimento nuovo e originale - a Enrico Stinchelli noto ai melomani per essere autore e conduttore del programma radiofonico la “Barcaccia” e che da più di vent’anni unisce l’attività registica a quella di divulgatore musicale brioso e accattivante.

Stinchelli propone un’atmosfera buia, una penombra alla Rembrandt inumidita e brumosa. Un Attila che entra terribile su un trono di lucido acciaio e un costante e dichiarato riferimento alla violenza e alla sopraffazione. Funzionale alla partitura densa e macchinosa, il movimento delle masse e dei solisti si è disteso con metodo fluido e naturale raccontando in modo chiaro gli avvenimenti. Perciò Stinchelli ha voluto un solo intervallo alla fine del primo atto.

Combinati al racconto registico in maniera raffinata e organica, le scene eleganti e i costumi di Pier Paolo Bisleri raccontano l’ambiente con precisione attraverso un’attenta ricerca materica e coloristica. Nel complesso disegnano l’atmosfera in modo essenziale senza perdere – anzi guadagnando - efficacia evocativa.

Distribuite in modo sapiente le luci di Gérald Agius Ordway e intonate le proiezioni dinamiche di Alex Magri che hanno conferito un suggestivo tocco cinematografico.

La direzione e stata affidata alla bacchetta nota e sempre competente del M° Donato Renzetti che ha saputo amministrare in modo sorvegliato una partitura impegnativa, con poche linee vocali isolate, pochi sprazzi melodici e molti concertati nei quali ha saputo riportare all’ordine le voci e amalgamare l’orchestra.

Nel cast internazionale va segnalata la presenza dei due fratelli bulgari Anastassov, figli d’arte per parte di entrambe i genitori: Orlin, basso, nel ruolo di Attila e Venteslav, baritono, che interpreta Ezio e che si firma senza la doppia “s” per distinguersi da Orlin.

Orlin ha un’indubbia presenza scenica, soddisfacente dal punto di vista attorale, una voce dal colore brunito e caldo anche se non sempre omogeneo, ma il suo registro grave manca di sostegno e gli acuti non sempre sono a fuoco. Al contrario del fratello, si muove sul palcoscenico con la disinvoltura di chi è abituato a ruoli drammatici.

Venteslav ha un buon volume e una buona disposizione naturale. La parte di Ezio mette in risalto la caratteristica più affascinante della voce di baritono, ossia il registro medio alto, proprio dove difetta la copertura dell’emissione, con l’effetto di un timbro sbiancato, un colore altalenante e una dizione non sempre chiara.

La soprano russa Anna Markarova,(Odabella), deve sostenere un’entrata energica e di forza. È colei che ruba ad Attila la scena e la soddisfazione della cavatina iniziale: appena entrata, e nel giro di otto battute, deve centrare un do sopra il rigo e piombare al si di due ottave più sotto. Quando scalda la voce, il personaggio acquista spessore e si apprezzano momenti di bel canto ma, nel complesso, si avvicina soltanto a quanto Verdi intendeva per “prima donna” e alla coincidenza tra virtuosismo vocale ed eroismo del personaggio.

Delineata con delicatezzala figura di Foresto dal tenore cinese Like Xing. Il volume non è ampio e più adatto al versante di flebile innamorato che di tonante patriota, ma la linea vocale è omogenea e corretta. Emissione e intonazione sono compatte in ogni registro. Garbata la recitazione.

Completano il cast il tenore Antonello Ceron (Uldino), e il basso Gabriele Sagona (Leone) declassato da pontefice a “vecchio romano” affinché  la censura non impedisse di rappresentare papa Leone Magno, come Verdi avrebbe voluto pensando alle Stanze vaticane di Raffaello.

Il coro preparato dal M° Paolo Vero ha fornito la consueta prova onorevole, anche se qualche attacco della sezione maschile non era tra i più puliti.

Ampiamente meritato il caloroso successo tributato da un pubblico più che soddisfatto.

[Roberto Calogiuri]

Grande attesa per i vincitori della Groove Factory Contest Drum Edition

Grande attesa per i vincitori della Groove Factory Contest Drum Edition

Grande attesa nella Scuola di musica di Martignacco, non solo per scoprire il nome del vincitore del primo “Groove Factory Contest – Drum Edition”, ma anche per conoscere Giorgio Di Tullio, affermato batterista del panorama musicale italiano e internazionale, che ha collaborato con musicisti del calibro di Eric Marienthal, Mena Gendrickson e molti altri. Appuntamento domenica 9 giugno dalle 11 alle 12.30 nella sede della The Groove Factory (Città Fiera) per la finale del Contest e quindi dalle 15 alle 17 per il seminario didattico con il grande maestro della batteria. (Iscrizioni 15 euro).

 

I dieci finalisti che si esibiranno domenica 9 giugno davanti alla giuria tecnica, presieduta da Giorgio Di Tullio e composta dai musicisti Christian Colusso e Maurizio Pagnutti, sono stati scelti dal pubblico, che ha espresso le proprie prefenze online. In soli 14 giorni il sito della The Groove Factory ha ottenuto 10 mila visualizzazioni. Ora è il momento di conoscere il nome del vincitore, che si porterà a casa 500 euro in contanti; un rullante artigianale offerto da Stocco Drums e un set di piatti messo in palio dal negozio di strumenti musicali Acustica Napoli.

 

Si sfidano per il podio: Gianluca Zavan, Alfredo Macuz, Carlo Amendola, Christian Giglio, Gabriele Russello, Simone Fortuna, Nicola Cecotti, Andrea Pin, Francesco Pandolfo e Marco Munini. “Visto il successo di questa prima edizione del Contest dedicato alla batteria - dicono i titolari della The Groove Factory Alessio Turchetti e Stefano Palaferri – abbiamo deciso di organizzare anche un Contest di canto e uno di chitarra durante il prossimo anno scolastico. E' un'occasione per i musicisti non professionisti di mettersi alla prova davanti a una giuria e conoscere il giudizio del pubblico”.

Tutte le informazioni sul sito: www.thegroovefactory.it.

 

 

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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