Index Zero l'esodo della speranza di Sportiello al Trieste Science + Fiction
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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Domenica, 08 Novembre 2015 14:24
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Trieste – Il giorno 5 novembre, alle ore 18, al Teatro Miela è stato proiettatato “Index Zero”. Il film èstato premiato nel 2014 al Trieste Science + Fiction, con il Meliés d'Argent, e quest'anno è in gara per il Meliés d'Or.
Si tratta di una produzione italiana del 2014, che vede alla regia Lorenzo Sportiello. Il film èstato girato in Bulgaria, e si avvale di un cast internazionale. Protagonisti della vicenda sono Kurt, Sam Merrels e Eve, Ana Ularu, che sono chiamati a dare vita a una vicenda ambientata nel 2035, in un futuro non troppo distante e, purtroppo, spaventosamente verosimile, dove gli individui vengono valutati solo in base alla loro capacità di produrre.
Nel mondo creato da Sportiello è importante non disperdere risorse economiche che altrimenti andrebbero a pesare sulle spalle di un'Europa già sufficientemente vessata. Il paesaggio è lunare e post-apocalittico, la fotografia è notevole e mai scontata. Molto efficaci risultano essere i tagli d'immagine dati alla scena (caldamente sconsigliata ai claustrofobici) della fuga della giovane coppia attraverso un angusto cunicolo. Il tunnel collega due mondi agli antipodi: una specie di terra di nessuno sorge, addossata alle mura degli Stati Uniti d'Europa. Dalla baraccopoli senza nome, pagando, è possibile cercare di arrivare dall'altra parte della barriera.
La distopica realtà dispiegata da Sportiello ci mostra un mondo devastato dalla lotta di classe. Non sono pochi i rimandi in “Index Zero”all'attualità: risultano spietate le assonanze con le immagini che riempiono da mesi le prime pagine dei giornali, di centinaia di migliaia di individui in fuga.
L'esodo della speranza, è forse la principale tematica di questa pellicola. Il titolo richiama la caratteristica che i migranti devono avere per poter restare all'interno dei confini degli Stati Uniti d'Europa: indice zero, appunto, nel rapporto tra produttivitàe consumo di ogni individuo. Kurt e Eve dopo aver attraversato tutta l'Europa, dipinta come una landa desolata, riescono ad accedere alla fortezza, Eve però aspetta un bambino. Un figlio costa caro, rappresenta uno spreco enorme. Kurt si trova a dover scegliere se abbandonare la propria compagna e il loro bambino al proprio destino, o se essere espulso a sua volta. La risposta è scontata. E il finale del film lascia presupporre che germi di speranza convincano gli uomini a ribellarsi ad un sistema che li vorrebbe schiavi del sistema economico.
Il film pur presentando non pochi aspetti positivi, si presenta incompleto nell'esposizione della vicenda. Tutto quello che era stato costruito con dovizia di particolari, viene arrangiato in un finale frettoloso che non aiuta lo spettatore. Pur non ritenendo necessarie eccessive strizzate d'occhio alle capacità di comprensione del pubblico, è un peccato veder vanificata una costruzione dell'ambientazione quanto dei personaggi semplice e armonica. La frontiera rimane il grande sfondo di questa storia, che vede l'uomo messo contro un altro uomo, impegnato fino alla morte nella ricerca disperata di un futuro degno.