“Racconto dei racconti”: magica allegoria dei desideri della contemporaneità
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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Lunedì, 25 Maggio 2015 22:38
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Trieste - Matteo Garrone stupisce tutti, dopo il successo di Gomorra, con un film completamente atipico per il cinema italiano, cimentandosi in un genere appannaggio del cinema hollywoodiano, il Fantasy. E lo fa, attingendo dalla propria cultura, ovvero dai racconti fiabeschi del Basile, narratore fantastico napoletano del XVII secolo. Il film prende libero spunto da tre delle cinquanta fiabe de Lo cunto de li cunti (Il Racconto dei Racconti), che dà il titolo al film.
C’erano una volta… tre regni senza tempo abitati da re e regine, principesse e principi, giullari e saltimbanchi, animali mitologici e fantastici, personaggi improbabili e paesaggi incantati ma reali. Tre storie parallele che raccontano di una regina intenzionata a tutto pur di avere un figlio, una principessa in cerca di marito, un re libertino e ossessionato dal piacere e dal possesso.
Personaggi molto diversi ma che hanno in comune il desiderio di ottenere un qualcosa, chi un figlio, chi la giovinezza perpetua, chi l’amore materno, chi il piacere, a tutti i costi o per diritto reale. Ma, “ogni azione prevede una reazione. Solo così si mantiene l’equilibrio del mondo”, sono le parole scoccate dal primo, fantomatico e oscuro, personaggio con cui si apre il film.
Magica allegoria dei desideri della contemporaneità, le storie si susseguono in maniera non lineare ma fluida, offrendo allo spettatore un caleidoscopio fantastico di eventi attesi ma egualmente stupefacenti in cui ognuno vi può riconoscere delle corrispondenze. Impeccabile e di grande gusto estetico la fotografia, la scelta del montaggio “sfumato” e spesso invisibile, l’architettura barocca delle scenografie, i costumi sgargianti e ben curati e le ambientazioni, di una bellezza mozzafiato (tutte girate in e Italia, ndr), fanno di questo film un quadro antico, bellissimo e deforme, in cui la cornice siamo noi, con le nostre pulsioni, i nostri desideri, la perpetua ricerca, le nostre debolezze e le nostre vette – come quelle su cui si inerpicano castelli inespugnabili – alle quali spesso tendiamo, attraverso i sogni o d’improbabili battaglie in vita.
Nota sulle ambientazioni: a volte sembrano finte, costruite ad hoc per le scene, per quanto sono d’effetto, in realtà sono tutti luoghi veri e italiani. Come il castello di Donnafugata, con annesso il labirinto, a due passi da Ragusa; non lontano, le stupefacenti gole di Alcantara, che sembrano fatte di cartapesta. Il castello si Roccascalegna, inerpicato sulla cima del monte, a Chieti. E poi il verdissimo bosco del Sasseto, nel Lazio. Molti avranno riconosciuto infine le mura ottagonali del famoso Castel del Monte in Puglia. E molti altri posti naturali di incantevole bellezza tutti da scoprire, per una suggestiva cartolina d’Italia.
Daniele Benvenuti