Violenza sulle donne, le sofferenze di "Maria"
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- Categoria: Timeline
- Pubblicato Domenica, 16 Dicembre 2012 11:06
- Scritto da Paola Dalle Molle
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Camera numero uno, due, tre ma dove sarà? E’orario di visite in ospedale e camminando lungo il corridoio si incrociano persone che bisbigliano in un reparto silenzioso. “E’ di là …. “ mi dice sottovoce un’infermiera indicando una stanza in fondo al corridoio. Maria è lì. Il suo corpo è lì, accucciato nel letto con i suoi trent’anni nascosti sotto lividi e ferite così diffusi che confondono i suoi connotati. Non si muove, non parla, non risponde alle mie domande. Lui in fianco sembra un marito premuroso. Qualcuno dice troppo premuroso.
La storia di Maria, questo era il suo nome di fantasia, è stata ricostruita ma senza certezze, senza capi d’accusa e vola sul “ si dice che” . No, non è lei che si è buttata dalla finestra. Nessuno crede a un tentativo di suicidio mal riuscito. Non si decide di morire buttandosi giù dal secondo piano di un piccolo condominio di periferia. Da quell’altezza rischi solo di restare viva. Di spezzarti le gambe forse. Così deve essere successo. Intanto lui è lì , in parte al letto, notte e giorno, la veglia senza perderla di vista un istante.
Controlla anche il suo sonno, l’unica via di fuga. Tutti intorno immaginano cosa può essere successo ma in fin dei conti, non ci sono prove e Maria, lei resta in silenzio. In silenzio a ogni mia domanda , immobile, sembra che non respiri. L’unico segno di vita sono le lacrime mentre la mia voce ripete come un mantra “Non avere pauranonaverepauranonaverepaura”. La paura è una brutta bestia. Ho incontrato la violenza sulle donne quel giorno, tanti anni fa scrivendo come un funambolo, attenta a non cadere nel facile pietismo, nelle accuse senza prove, con emozione e rabbia,cercando le parole più efficaci per provare a raccontare quello che sentivo in un dialogo muto e quello che avevo potuto immaginare.