Giornate FAI, a Gorizia la Banca d'Italia fa il pieno di pubblico
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- Categoria: Eventi
- Pubblicato Lunedì, 23 Marzo 2015 13:32
- Scritto da Timothy Dissegna
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Gorizia - In un fine settimana dove pioggia e sole si sono dati il cambio, le Giornate di Primavera 2015 del Fai hanno aperto nel capoluogo isontino l'ex sede della Banca d'Italia. Unico edificio visitabile in città, poiché era l'unico a poter essere presentato per numero di volontari, i curiosi sono giunti numerosi per ammirare un vero pezzo di storia goriziana e non solo.
Accolti dai giovani ciceroni dei vari istituti cittadini (gli ISIS "Gabriele D'Annunzio - Max Fabiani", "Dante Alighieri - Scipio Slataper" e "Galilei - Fermi - Pacassi"), i visitatori hanno dapprima potuto ammirare la monumentale facciata dell'edificio, in seguito ripresa dalle guide all'interno della Segreteria, dove hanno illustrato nel dettaglio la sua struttura e la presenza di modifiche. Dopo la breve introduzione storica sul ruolo di questo edificio negli anni, finalmente si entra dentro.
Questa sede della Banca d'Italia nacque dalle "ceneri" della già presente banca Austro-Ungarica, quando nel 1918 venne scelto questo edificio come sede, dopo essere stato requisito dall'esercito italiano durante la Grande Guerra. L'origine del palazzo risale però tra la seconda metà del XIX secolo e gli anni Venti del '900, quando il capoluogo isontino si industrializzò grazie alla famiglia Rilche, di origini francofortesi e artefici dello sviluppo della città.
Caratteristica di questa sede, cosa condivisa solo da altre due in tutta Italia (Udine e Palermo), è la posizione del caveau: l'ingegnere Luzzato che si occupò della ristrutturazione dopo il 1919, infatti, decise di collocarlo al primo piano e non sottoterra come si era soliti fare. Per fare ciò si affidò al cemento e calcestruzzo, scelta all'epoca innovativa ma che oggi troverebbe ben pochi seguaci peer via dei rischi collegati.
Insieme ai ragazzi del Fai c'erano anche i membri del Rotary Club goriziano come guide, raccontando il panorama bancario che all'inizio del secolo scorso esisteva in queste zone. Fu un periodo in cui l'usura crebbe tantissimo, poiché i contadini non potevano più pagare le tasse in natura bensì in contanti, cosa che non avevano: nacquero così i Monti di Pietà e in seguito le Casse rurali, antesignane delle odierne BCC.
Il tour tra stanze e scalone d'onore si è concluso con il giardino retrostante, all'epoca destinato a puro scopo privato per chi lavorava nella Banca. Arricchito dal racconto della storia goriziana durante la Grande Guerra, insieme alle considerazioni personali di alcuni ciceroni sulla bellezza del luogo, questo edificio ha strappato dal tempo i visitatori, calandoli nel fascino della storia. Una magia che dovrebbe rivivere più di due volte all'anno, ma a cui devono partecipare più persone: Gorizia ha bisogno di volontari, per scrollarsi di dosso la polvere dell'apatia in cui da tempo è immersa.