Bilancio lusinghiero per la X edizione di èStoria. Intervista al presidente Adriano Ossola
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- Categoria: Eventi
- Pubblicato Lunedì, 26 Maggio 2014 15:25
- Scritto da Timothy Dissegna
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Gorizia - Per progettare e mandare avanti un festival ci vuole un sacrificio a dir poco mostruoso, una fatica di Ercole che non tutti se la sentono di intraprendere. E non a caso molti eventi culturali in Italia, a volte anche molto ben fatti, sono costretti a chiudere i battenti perché troppo gravosi.
Se poi il tema che si tratta è uno di quelli cruciali per la Storia, e in Italia se ne potrebbe parlare per anni di seguito senza mai fermarsi, l’impresa è quasi impossibile. Non per Adriano Ossola, presidente dell’associazione èStoria e ideatore dell’omonimo festival, giunto felicemente, quest’anno, alla sua decima edizione.
Incontriamo Ossola il 25 maggio, data conclusiva della rassegna durata tre giorni, per commentare l’incredibile successo del festival.
èStoria, decima edizione, 60 mila presenze… Qual è il segreto?
La passione, null’altro. La passione per la storia, per la divulgazione della storia e per la divulgazione della cultura.
La storia, però, non è spesso un argomento molto facile da presentare al pubblico. Ha mai avuto difficoltà nell’ideare il programma del festival? E soprattutto com’è riuscito ad andare incontro ai gusti del pubblico?
Le difficoltà ci sono sempre e devi cercare di immedesimarti, come fa un po’ un direttore artistico in questi casi. Devi cercare di piacere, mescolando diverse forme di divulgazione.
Come ha sentito reagire la città a questa decima edizione?
Si tratta di un'edizione di svolta, da questo punto di vista. È stato un festival diverso dagli scorsi anni per una maggiore partecipazione della città, un diverso entusiasmo, una bella atmosfera più festosa.
Un'ultima domanda. La storia, spesso, a scuola la storia non è una delle materie più amate da molti studenti. Secondo lei dovrebbe puntare di più a collaborazioni con festival come èStoria?
La scuola dovrebbe avere insegnanti che sanno divertire, suggestionare ed emozionare parlando di storia. Ma questa cosa non è difficile: è difficilissima! E di conseguenza pochi lo sanno fare in questo modo e, generalmente, sono a occupare altri tipi di ruoli. Per cui per gli insegnanti non è semplice!
Timothy Dissegna