Romanticismo e filologia "fai da te" per Kraška Ohcet 2013. Storia e foto delle Nozze Carsiche
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- Categoria: Eventi
- Pubblicato Domenica, 25 Agosto 2013 21:44
- Scritto da Monica Visintin
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Monrupino (Ts) - Usciti vittoriosi dalla battaglia tetraemeride di balli, bevute e festeggiamenti, Neža Milič e Jernej Kapun hanno finalmente pronunciato il fatidico sì atteso per l’edizione 2013 delle Nozze carsiche, celebrate domenica 25 agosto nella chiesa di Monrupino.
Un cielo annuvolato ma mai veramente temibile ha limitato la partecipazione dei figuranti in costume tradizionale venuti da tutti i paesi del Carso: mancate (ma per poco) quest’anno le tradizionali 500 presenze che annoverano numerosissimi cultori delle tradizioni slovene dell’entroterra triestino, comprese le comunità marine di Barcola e Santa Croce.
Figuranti, sposi e cantori della serenata sono ritratti nella bella fotogalleria pubblicata qui di seguito.
Dopo le serate dedicate agli auguri agli sposi, l’addio al nubilato, la suggestiva serenata dello sposo e il trasferimento della dote alla Casa Carsica, la cerimonia nuziale vera e propria si è svolta alla presenza della comunità di Monrupino – Repentabor, molti turisti (anche da oltre frontiera) e naturalmente le tre centinaia stimate fra invitati e figuranti che hanno colorato la festa di matrimonio con i loro splendidi costumi ricostruiti secondo tradizioni orali di famiglia e il lavoro di ricerca filologica di alcuni centri culturali sloveni, come l’associazione “Vesna” e il gruppo folcloristico “Stu Ledi” che ha curato anche la ricostruzione delle danze popolari che per tre serate hanno fatto ballare triestini e turisti nella piazza di Repen.
“Il recupero filologico della foggia dei costumi non è cosa semplice” spiega Franca Slavec dell’associazione “Stu Ledi”, “la provincia di Trieste non è estesa, ma nell’entroterra sono distinguibili almeno tre diversi stili di abbigliamento: quello dei paesi che guardano all’Istria appartenenti alla zona del Breg (da San Dorligo all’antico paese di Servola), quello della zona dei Mandrieri (che comprende tutta la periferia di Trieste da Contovello a Duino) e la zona costiera rappresentata dalle comunità dei pescatori di Barcola e Santa Croce.
Ognuno ha la sua noša, che per le donne comprende una gonna gonfiata da tante sottogonne, il predpasnik (grembiule) che riprende la fantasia del panciotto degli uomini, il krpun e il fčou (i fazzoletti che adornano testa e spalle) senza dimenticare il pušlč, il bouquet che deve rispettare la composizione del mazzo di fiori donato dallo sposo alla sposa, rigorosamente bianco rosso e blu come i colori dei fiori che crescono negli orti del Carso, presenti anche nella bandiera della Slovenia.”
“Sono costumi che nella loro foggia risalgono ad un’epoca difficile da stabilire, ma ben riscontrabile nelle stampe del XIX secolo: i bambini non portano i calzoni ma vestono una tunichetta bianca, i ragazzi fra i 13 e l’età da marito portano camicia panciotto e cravattino ma non la giacca che viene indossata solo dai maschi maritati. I più ricchi al posto del tradizionale cappello di feltro a tesa larga indossano il caregòn, il berretto in pelo di castorino che i proprietari più abbienti andavano a comprare in città a Trieste”.
Il comune di Repen mette a disposizione la location per le feste di addio al nubilato e le nozze, ma chi produce la coreografia?
“Si deve tutto all’amore per le tradizioni carsiche e alle finanze dei singoli figuranti, che si trasmettono la passione per la rievocazione delle feste storiche del Carso di generazione in generazione. Si tratta di una passione che porta al recupero di tradizioni orali più che di materiale iconografico: gli invitati vestivano gli abiti del loro matrimonio, per acquistare i quali impegnavano una grande parte della dote di famiglia; per questo motivo, dopo averli indossati anche alle nozze di amici e parenti e ad alcune feste comandate, talora si facevano mettere sotto terra con questi stessi addosso. Questo ha fatto sì che molti costumi originali si perdessero”.
Da quando nel 1975 ne è stata istituita la rievocazione storica, il matrimonio secondo il rito Carsico si svolge nell’ultima settimana di agosto, ma abiti e piatti dei ricchi buffett pre e dopo messa ricordano che anticamente questa festa si celebrava nel periodo fra la festa di San Martino (11 novembre) e il mercoledì delle ceneri, quando le famiglie degli sposi potevano offrire a parenti e invitati i prodotti della vendemmia e della macellazione dei maiali.
Le osmize di Repen e dintorni festeggiano le nozze di Neža e Jernej fino alla mezzanotte di domenica.
(Credits: articolo e prime 4 foto, Monica Visintin; foto della serenata, Stefano Savini. Licenza Creative Commons: uso non commerciale, citare la fonte)