Anziani uccisi a Lignano, atteso dna capello su orologio Rosetta. Setacciata attività società immobiliare fallita
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- Categoria: Udine
- Pubblicato Venerdì, 07 Settembre 2012 09:36
- Scritto da Maurizio Pertegato
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UDINE - La Procura di Udine attende gli esiti degli accertamenti del Ris di Parma sul dna estrapolato da un capello, rimasto impigliato nell'orologio di una delle vittime, Rosetta Sostero.
Questo, forse, durante una colluttazione, nel duplice omicidio di Lignano Sabbiadoro, nella notte tra sabato e domenica del 18 e 19 agosto scorsi, in cui ha trovato la morte anche il marito di Rosetta, Paolo Burgato.
I risultati sul capello potrebbero portare a capire quanti killer hanno agito quella notte di agosto grazie al confronto con i due profili già isolati sulla scena del crimine, questa volta grazie alle macchie di sangue trovate nel garage-lavanderia e ai mozziconi di sigaretta abbandonati in giardino. Il capello potrebbe essere di una terza persona. Ma oltre all'identità dell'aggressore, il capello potrebbe fornire altri elementi utili agli investigatori come ad esempio capire se chi ha agito era sotto sostanze stupefacenti, tra cui cocaina. Con il dna si lavora anche per escludere eventuali sospetti.
Per questo si continuano a prelevare e confrontare campioni. Ne sarebbero già stati prelevati oltre 250, ma l'accertamento non finisce qui. Nel frattempo, in attesa di sviluppi delle indagini scientifiche, gli investigatori continuano a lavorare con metodi tradizionali su tutte le piste possibili, compresa quella del fallimento della ditta immobiliare del fratello della vittima.
Per la pista patrimoniale, tra le ipotesi sul tappeto, si sta procedendo all'analisi della contabilità. Si sta cercando di capire se le vicende possano essere in qualche modo legate. Al setaccio la posizione dei creditori, ma le ricerche, non sembrano avere punti di convergenza che possano mettere in relazione il massacro dei coniugi con la situazione fallimentare della società di Rino Sostero. Creditori preliminaristi che hanno visto andare in fumo milioni di euro con il crack da 56 milioni di euro ce ne sono.
Si tratta però di grosse aziende, fanno notare gli analisti, con fatturati milionari, che già avevano accettato il piano di ristrutturazione mettendo in conto di recuperare circa il 20-30 per cento del credito. La stessa cifra che, più o meno, otterranno con il fallimento. Se anche questo legame venisse definitivamente abbandonato dagli inquirenti, non si giustificherebbe un'ipotesi di vendetta trasversale, tanto più che i rapporti economici tra la coppia di coniugi e l' immobiliarista fallito vengono considerati pressoché nulli.