Migranti alle frontiere: Tarvisio rischia di fronteggiare un doppio flusso. Polizia allo stremo
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- Pubblicato Mercoledì, 17 Giugno 2015 18:14
- Scritto da Tiziana Melloni
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Udine - La Questura di Udine ha annunciato che dal 18 giugno al confine di Tarvisio vi sarà un consistente aumento nel presidio di Polizia per tutelare l'ordine pubblico.
Il Questore di Udine, Claudio Cracovia, ha dichiarato alla stampa: “Ci siamo adeguati alla situazione in essere. Non più controlli a campione ma minuziosi, capillari, sui veicoli in ingresso, con controlli anche sulle canalizzazioni”.
Nel solo 2015 la polizia di frontiera di Tarvisio ha già rintracciato 250 migranti. Ma la reale preoccupazione è che il valico diventi un caso unico in Italia, con migranti che fanno pressione sia in ingresso sia in uscita dal Paese.
Se infatti a Ventimiglia, Chiasso e Brennero i migranti chiedono il passaggio verso Francia, Svizzera e Austria, e vengono respinti dalle rispettive polizie, a Tarvisio si verificano entrambi i flussi.
“Si tratta di persone migranti che vengono da Paesi e situazioni completamente differenti - spiega Onofrio Luca, segretario provinciale del sindacato di Polizia Siulp. - I migranti che entrano clandestinamente da Tarvisio provengono in genere da Afghanistan, Pakistan e Bangladesh, sono uomini, molto giovani. Le persone che cercano di spostarsi dall’Italia verso il Nord Europa entrano in Italia via mare, provengono dalla Siria o Nordafrica in fuga dai conflitti in corso in quella zona e spesso sono famiglie con bambini”.
Il sindacato di Polizia Siulp esprime una forte preoccupazione: “Le forze di Polizia di confine sono allo stremo - afferma il segretario provinciale Onofrio Luca. - la partenza degli specialisti di frontiera destinati alla sorveglianza in occasione dell’Expo per il periodo aprile-ottobre sta avendo già gravi conseguenze sulla vigilanza, la sicurezza ed il controllo del territorio confinario regionale”.
Un’auto della Polizia che presidi il confine sulle 24 ore, sottolinea il sindacato, richiede dai 10 ai 15 addetti alle forze dell’ordine.
La situazione per i comuni dell’Udinese è ormai prossima al punto di rottura: nel capoluogo, dove per legge vengono indirizzati i cittadini stranieri richiedenti asilo, nei parchi cittadini stazionano persone migranti creando ulteriori problemi di polizia.
C’è poi il problema dei minori non accompagnati, in carico ai servizi sociali locali: le strutture di accoglienza sono ormai più che al completo.
In Europa la situazione sta precipitando. L'attuale legislazione sull’asilo politico è insufficiente per far fronte a richieste mai così numerose.
Intanto c’è chi corre ai ripari da solo con metodi drastici: il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha dichiarato che sarà costruita una barriera alta 4 metri al confine meridionale con la Serbia, per fermare i flussi di migranti in aumento.
Deceduto l'escursionista di Reana del Rojale scomparso da venerdì 12 giugno
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- Pubblicato Domenica, 14 Giugno 2015 11:15
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - Il corpo di un escursionista di 43 anni è stato rintracciato nel primo pomeriggio di sabato 13 giugno dall'elicottero dei Vigili del fuoco di Venezia.
Venerdì 12 i familiari, non vedendolo rientrare, avevano denunciato la scomparsa ai Carabinieri
L'uomo si trovava nei boschi di Attimis (Ud). Nessuna possibilità di rianimazione per l'uomo: era già morto. Secondo i primi rilievi, sarebbe deceduto per cause naturali, probabilmente a causa di un infarto.
La salma, ricomposta e imbarellata, è stata recuperata tramite il gancio baricentrico dell’elicottero per essere portata a valle dell’abitato di Attimis.
Vasta azione di polizia contro banda di trafficanti di droga. Richiedenti asilo tra i fermati
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- Pubblicato Venerdì, 12 Giugno 2015 19:28
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - Una vasta operazione antidroga della polizia è stata conclusa il 12 giugno. Le forze dell'ordine hanno sgominato una banda dedita allo spaccio di stupefacenti in provincia di Udine, in particolare marijuana e hashish, con l'esecuzione di sette ordinanze cautelari e 27 perquisizioni a carico di numerosi indagati, in provincia di Udine, Pordenone ed Enna.
C'erano anche richiedenti asilo in regime di protezione tra i componenti dell'organizzazione di
spacciatori di droga.
Hussain Alì Jaffari, detto 'Qaq', afgano di 25 anni, considerato colui che gestiva in maniera diretta e indiretta lo spaccio impartendo le direttive ai complici, è stato arrestato in provincia di Enna dove era ospite di un istituto salesiano quale richiedente asilo che aveva ottenuto la protezione sussidiaria ed era inserito nei relativi progetti.
In protezione sussidiaria si trovava anche Karim Ghorayshy, afgano di 26 anni, ora ai domiciliari, che aveva messo a disposizione la sua abitazione come covo. Mentre Naiaz Khan Sherin, afgano di 24 anni, semplice pusher, entrato in Italia da minorenne, con permesso di soggiorno per asilo politico.
Tra gli arrestati ci sono poi Hasan Hasan, 26 anni, curdo-iracheno irregolare in Italia, e Daniel Osei, 22 anni ghanese, in passato titolare di una carta di soggiorno scaduta, considerato colui che teneva i contatti con i fornitori nigeriani e i corrieri che si rifornivano di stupefacente con viaggi in treno in diverse zone d'Italia.
Regolare in Italia, dove è residente con la famiglia, è invece Otman Baghrar, detto Zibi Marrakesh, marocchino di 21 anni, mentre l'unico italiano del gruppo, Alex Baita, 20 anni, secondo l'accusa sarebbe stato incaricato di tenere i contatti con i ragazzi più giovani.
L'attività arriva all'esito di un'articolata attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile, inizialmente sotto il coordinamento della Procura di Udine e successivamente sotto la regia della Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste.
L'inchiesta ha preso le mosse nel giugno 2013 a seguito di alcuni elementi raccolti nel corso dell'indagine per fare luce sull'omicidio di Mirco Sacher, il pensionato delle ferrovie trovato senza vita in un campo alla periferia di Udine, da cui era emerso che le due adolescenti responsabili della morte del pensionato consumassero occasionalmente marijuana, ceduta loro da alcuni soggetti di differenti etnie presenti a Udine.
A seguito delle indagini la Dda di Trieste, che ipotizza a carico degli indagati la costituzione e partecipazione di un'associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, ha ottenuto dal gip del Tribunale del capoluogo giuliano sette ordinanze cautelari in carcere o ai domiciliari.
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