Infiltrazioni mafiose in aziende del Nord Est. La Finanza sequestra beni di un pregiudicato a Palmanova
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- Categoria: Udine
- Pubblicato Mercoledì, 20 Maggio 2015 14:56
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - L'ombra delle infiltrazioni mafiose si allunga anche in Friuli Venezia Giulia e in Veneto.
La Guardia di finanza di Catania il 20 maggio ha sequestrato beni per circa 27 milioni di euro a Francesco Ivano Cerbo, 54 anni, arrestato nell'aprile del 2014 e rinviato a giudizio per associazione mafiosa nell'ambito dell'indagine "Scarface" condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Catania nei confronti del clan Mazzei.
Le Fiamme Gialle hanno eseguito un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale su richiesta della Procura. Il provvedimento riguarda significative quote di 13 società in cinque regioni italiane: Sicilia, Lazio, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Nel dettaglio, le aziende, operanti in diversi settori, dall'editoria all'intrattenimento, dall'edilizia al comparto alimentare, si trovano in Sicilia a Catania, Comiso (Ragusa) e Sant'Alessio Siculo (Messina); nell'Italia centrale a Roma e ad Aprilia (Latina); al Nord a Bergamo e Buccinasco (Milano); nel Nord Est a Castelfranco Veneto (Treviso) e Palmanova (Udine).
Sono anche stati sequestrati 28 immobili per lo più concentrati ad Anzio (Roma) e a Ragusa, due automezzi, titoli e conti correnti bancari e postali.
Durante le indagini era emerso il ruolo di Cerbo non solo quale partecipe al clan Mazzei ma anche come intestatario fittizio dei beni riconducibili al clan, e curatore delle relative attività. La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale ha accolto la proposta di sequestro avanzata dalla Procura, dopo che le indagini patrimoniali hanno consentito di individuare beni mobili ed immobili illecitamente accumulati dall'uomo.
Nell'accogliere la proposta di sequestro il tribunale ha motivato il provvedimento sottolineando da un lato la forte sproporzione tra i redditi dichiarati ai fini fiscali ed il valore dei beni acquisiti, dall'altro la pericolosità sociale di Cerbo.
L'ordinanza tiene anche conto delle pronunce del Tribunale del Riesame e della Corte di Cassazione in ordine alle misure personali e reali adottate nei confronti di Cerbo nell'aprile del 2014.