Udinese: Stramaccioni ha "pagato" perché voleva cambiare. Ora si ricomincia da Colantuono
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- Categoria: Sport
- Pubblicato Giovedì, 04 Giugno 2015 15:18
- Scritto da Timothy Dissegna
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Udine - I titoli di coda ormai sono passati, calando definitivamente il sipario su quella che, per ammissione di molti, è stata una delle stagioni peggiori per l'Udinese in questi ultimi anni. Non si può chiedere di più alla squadra, si è detto fin dall'inizio del girone di ritorno, quando i risultati iniziavano già a mostrarsi lacunosi e il gioco si vedeva soltanto a sprazzi.
Ma fino alla penultima giornata non ci si aspettava nulla di nuovo per il 2015/16: stesso progetto, stesso allenatore. Pozzo lo aveva sempre ribadito ai giornalisti, anche nei momenti più cupi quando vincere sembrava un'abitudine ormai persa dai bianconeri: Stramaccioni resterà con noi anche l'anno prossimo. E fino all'indomani della partita contro il Sassuolo nessuno ipotizzava l'incontrario, aldilà delle chiacchiere da bar Sport.
Dove non è arrivata l'orribile prestazione dei friulani, però, è arrivato il contrasto tra mister e parôn sul mercato: Strama probabilmente avrebbe voluto ricevere carta bianca su acquisti e cessioni, mandando in "pensione" veterani come Domizzi e Di Natale per far spazio a elementi necessari, come un centrale difensivo. Non le solite future promesse, quindi, che al primo anno in Italia spesso non rispondono prontamente.
La filosofia dei Pozzo però, lo si è capito in tutto questo tempo, ha poco a che fare con l'idea di un allenatore ambizioso e desideroso di creare una squadra che giochi per puntare in alto. Meglio la metà classifica, i 40 punti, e chissenefrega se l'Europa si potrebbe benissimo conquistare, com'è successo con Guidolin: o ti arrangi con quello che hai o arrivederci. E mandi, allora, deve aver risposto Strama. Lasciando quello stadio Friuli dove, per un anno, ha cullato il sogno di gettare le basi per un progetto importante.
Il campionato 2014/15 ha rivelato le fragilità che l'Udinese si trascinava ormai da troppo tempo, non imputabili certo all'ultimo mister. L'accanimento dei tifosi per i miseri risultati andava forse risvegliato prima, quando in panchina c'era ancora il Guido, che per quanto abbia fatto di eccezionale ha anche lui le sue colpe (soprattutto a livello di mentalità), e non nascondere la polvere sotto il tappetto, come ha fatto certa stampa. Ma a pagare è stato chi, invece, avrebbe dovuto veramente cambiare le cose.
Ciò che il fresco ex, "silurato" amaramente ancora prima della fine del campionato, lascia al nuovo Colantuono è una rosa che deve ritrovare la voglia di giocare con decenza. Probabilmente Totò accetterà, in extremis, di rimanere a Udine anche l'anno prossimo, con un ruolo ridimensionato rispetto al passato, ma ciò non risolve nulla, perché in campo scendono in 11 e la difesa va notevolmente rivista. Inoltre, con la quasi certa partenza di Allan, richiesto dal mercato, bisognerà pensare anche al centrocampo: tutto entro fine agosto.
Intanto il nuovo Friuli rimane lì, quasi ultimato, pronto a riaccogliere le zebrette. Il pensiero di rivivere lì dentro un'annata simile all'ultima fa venire i brividi: farebbe dell'impianto un bel pacchetto, vuoto all'interno e troppo costoso. Colantuono risponderà a dubbi e perplessità, con il ritiro estivo in città, e si capirà che cosa dobbiamo aspettarci: l'ennesima Udinese anno zero o una squadra pronta a lottare per qualche titolo?