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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Diego Rosa si aggiudica il Giro del Cinquantenario

Diego Rosa si aggiudica il Giro del Cinquantenario

Diego Rosa, dopo aver difeso strenuamente la maglia bianca nell'ultima tappa, si è aggiudicato domenica 6 maggio il 49° Giro del Friuli Venezia Giulia, edizione del Cinquantenario.

La giornata finale, nei saliscendi tra San Daniele e Moruzzo, ha visto una gara condotta sempre a velocità sostenuta nonostante la forte pioggia, che non ha praticamente mai abbandonato i corridori.

Diego Rosa, intervistato a fine giro, ha confessato la sua incredulità: «Ero partito per questo Giro con lo scopo di fare esperienza nelle gare a tappe seguendo Fabio Aru, guardando sì alla classifica, ma non avrei mai pensato di arrivare a questo punto».

Rosa ha dedicato parole di elogio al gruppo: «In questo Giro abbiamo dimostrato di essere una squadra veramente unita: tra la pioggia, il percorso impagnativo, e tutti che ci attaccavano è stata davvero dura, e non so davvero come ringraziare i miei compagni, si sono messi tutti a mia disposizione».

Il Giro di quest'anno ha offerto a ciclisti e appassionati un percorso entusiasmante sia da un punto di vista tecnico che paesaggistico, studiato per ripercorrere alcuni dei momenti più significativi dei 50 anni della corsa regionale.

Gli atleti hanno toccato alcuni luoghi e sedi di tappa che hanno fatto la storia del Giro, sempre seguendo il filo rosso dell’evento “Per ville, castelli e borghi rurali”, volto a scoprire e valorizzare i paesaggi, la cultura e le tradizioni enogastronomiche.








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Guidolin "corsa Champions mi inorgoglisce"

Guidolin

UDINE - L'Udinese e' a un passo dal traguardo. La vittoria di ieri sul Genoa e il contemporaneo, inaspettato, scivolone del Napoli a Bologna, consente all'Udinese di andare a Catania con due risultati utili su tre. Ma guai a pensare che ormai sia fatta. Il tecnico Francesco Guidolin frena gli entusiasmi e continua a restare concentrato sull'obiettivo. ''Questa e' la settimana piu' importante, dobbiamo viverla con la giusta serenita' e concentrazione - commenta - Sappiamo che abbiamo due risultati su tre, ma questo non ci mette al riparo da insidie. Troveremo una squadra che puo' metterci in difficolta'. E' tutto aperto, il terzo posto si decidera' in volata''. Intanto, pero', il crollo del Napoli e' arrivato come un regalo inaspettato. ''Ho sempre pensato alla mia partita. Il Napoli ha perso, come puo' succedere, parlare di crollo penso sia eccessivo. In ogni caso non credo siamo favoriti. Non si puo' negare l'evidenza che il Napoli e' favorito''. Piuttosto che guardare gli avversari, in ogni caso, Guidolin preferisce concentrarsi sui segnali incoraggianti in arrivo dai suoi. ''L'Udinese e' tornata in grande salute, solida. E' tornata a essere squadra. Siamo partiti bene, propositivi, meglio del nostro avversario; la gamba e' tornata - commenta - Mi inorgoglisce il fatto che per due anni consecutivi lottiamo per i posti Champions, credo non sia mai successo di essere cosi' vicini, ma puo' succedere di tutto, ci sono altri squadroni impegnati. Io per ora sono orgoglioso dei miei giocatori poi vedremo cosa festeggeremo, perche' alla fine festeggeremo comunque''. Infine, un pensiero ai singoli. ''Pereyra e' in forma, sta bene, ha lavorato tanto per capire il nostro campionato. E' giusto che giochi, come e' giusto che adesso giochi Pasquale, dopo che Armero ha fatto bene per tre quarti di stagione. E' importante avere ossigeno, magari ci fosse per ogni posizione''. Non commenta invece, Guidolin, la dichiarazione rilasciata da Di Natale a Sky, ''faccio l'Europeo e chiudo''. Gia' dopo la tragedia di Morosini il bomber aveva rivelato il pensiero di appendere le scarpette al chiodo visti i ritmi troppo elevati del nostro calcio. In aggiunta, ora, per il bomber stanno arrivando le sirene di Dubai, con promesse di ingaggi stratosferici per lui e il suo staff personale. Ecco allora che la frase puo' suonare quasi come un addio ai colori bianconeri. ''Dovreste chiederlo a Toto' cosa intende. Sicuro che dopo l'Europeo andra' in vacanza. Per il resto non posso parlare con la voce di un'altra persona'', ha concluso il tecnico.








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Di Natale: gay e calcio, binomio problematico

Antonio Di Natale

Secondo Antonio Di Natale, attaccante dell’Udinese e della Nazionale, intervistato dal settimanale "Chi" assieme a Gianni Rivera, Antonio Cabrini e Diego Milito sul tema dell'omosessualità nello sport, i calciatori gay dovrebbero guardarsi bene dal condividere con altri la loro identità. L'intervista prende spunto da quanto dichiarato dal ct della nazionale Cesare Prandelli nella sua prefazione al libro di Alessandro Cecchi Paone "Il campione innamorato", in cui il tecnico auspica anche nel calcio la presenza di gay dichiarati.

«Infrangere il tabù dell’omosessualità nel mondo del calcio è un’impresa difficile, direi quasi impossibile». Dice Di Natale nell'intervista. «Mi chiedo: come potrebbero reagire i tifosi? Mica possiamo prevedere le reazioni di tutti. Mi dispiace, ma non condivido la scelta di rendere pubblica, almeno nel mondo del calcio, una situazione privata così importante. Il nostro mondo, sotto certi punti di vista, è molto complesso».

«Professionalmente stimo parecchio Cesare Prandelli - si legge ancora nell'intervista a Di Natale - e gli sono affezionato come uomo, ma non sono d'accordo con lui. Infrangere il tabù dell'omosessualità nel mondo del calcio è un'impresa difficile, direi quasi impossibile».
    
Sulla stessa linea anche Rivera, che ribadisce di non aver mai conosciuto colleghi gay, e Cabrini, che realisticamente afferma: «Negli stadi c’è molta ignoranza sul tema della diversità, basta vedere come vengono trattati i calciatori stranieri, si immagini che cosa accadrebbe se un giocatore in attività si dichiarasse, quale sarebbe la pressione mediatica sulla squadra, i compagni, l’ambiente».

Diversa invece l'opinione di Diego Milito, dell’Inter: «Condivido quanto dichiarato da mister Prandelli. Personalmente non mi è mai capitato di percepire che un mio compagno vivesse con questo tipo di segreto. Ma, se così fosse, sarebbe sbagliato tacere. Sono sicuro che i tifosi, i compagni di squadra e gli sponsor amerebbero il calciatore fregandosene della sua vita privata, non farebbero mai e poi mai pesare una situazione simile».








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