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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Stoccaggio di rifiuti non autorizzato, si blocca lo stabilimento Fincantieri. 5000 lavoratori fermi

Stoccaggio di rifiuti non autorizzato, si blocca lo stabilimento Fincantieri. 5000 lavoratori fermi

Monfalcone - L’ex direttore dello stabilimento Fincantieri di Monfalcone, Carlo De Marco, e i titolari di sei aziende in subappalto, sono coinvolti nell'indagine che ha portato al sequestro di alcune aree - e la conseguente sospensione delle attività lavorative - con l'ipotesi di reato nell’attività di gestione degli scarti di lavorazione nelle navi prodotti da parte delle ditte subappaltatrici di Fincantieri, che non risultano titolari dell'autorizzazione a gestire i rifiuti.

La Procura di Gorizia, nel giugno 2013 si era vista respingere la richiesta di sequestro prima dal Gip e poi dal Tribunale, ma la Cassazione ha accolto la tesi d'accusa.

La Corte di Cassazione ha accolto la tesi della Procura, per cui tutte le ditte in subappalto, e non solo Fincantieri, sarebbero soggette all'autorizzazione al trattamento rifiuti, anche in caso di semplice stoccaggio.

La stessa Fincantieri, in una nota diffusa il 30 giugno, comunica che, in attuazione del provvedimento emesso dal Tribunale penale di Gorizia, il Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente – Nucleo Operativo Ecologico di Udine, ha messo in atto il sequestro preventivo di alcune aree del proprio cantiere di Monfalcone, destinate alla selezione dei residui di lavorazione, strategiche per il regolare svolgimento del ciclo produttivo.

La richiesta di sequestro si inserisce nell’ambito di un’indagine avviata nel maggio del 2013, che era stata già respinta dal GIP presso il Tribunale di Gorizia, nonché da quest’ultimo Tribunale in sede di appello.

A seguito dell’accoglimento del successivo ricorso per Cassazione presentato dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia, il Tribunale isontino è stato nuovamente investito della questione e questa volta ha disposto la misura cautelare.

Fincantieri, ferma restando l’intenzione di assumere con urgenza tutte le opportune iniziative in sede giudiziaria al fine di ottenere la revoca di detta misura, che considera particolarmente gravosa anche in ragione dei danni che il permanere degli effetti della stessa potrebbe provocare, è costretta, in ottemperanza al predetto provvedimento del Tribunale, a disporre la sospensione dell’attività lavorativa di tutto il personale coinvolto nel ciclo produttivo del cantiere di Monfalcone.

Sono circa 5000 i lavoratori coinvolti dal blocco, tra dipendenti della Fincantieri e lavoratori di ditte subappaltatrici.

La presidente della Regione Debora Serracchiani, nel corso della seduta del Consiglio regionale, ha voluto aggiornare l'Aula sulla situazione dello stabilimento.

“Oltre agli incontri che come Giunta abbiamo immediatamente fatto nel corso della giornata - ha detto Serracchiani - siamo costantemente in contatto con i ministri Galletti e Guidi e con l'AD dell'azienda Bono. La situazione viene monitorata costantemente a ogni livello per cercare una soluzione nel più breve tempo possibile”.

“Fermo restando il rispetto per le decisioni assunte dalla magistratura - ha aggiunto Serracchiani - stiamo cercando di capire un problema di complessa interpretazione normativa, sul quale va fatta chiarezza. L'Azienda - ha concluso la presidente - si accinge a impugnare il provvedimento di sequestro e nel contempo sta studiando come comportarsi nella specifica questione del trattamento degli scarti di lavorazione del sito”.

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