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Sab04202024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

"Bonus bebè", il Comune di Udine interviene con fondi propri per garantire l'accesso alle famiglie

Anche quest’anno il Comune di Udine interverrà con fondi propri per garantire l’accesso al bonus bebè anche ai cittadini residenti esclusi dai contributi regionali sul welfare in base alla normativa regionale sul vincolo di residenza. Possono accedere al beneficio le famiglie residenti nel capoluogo friulano con un indicatore Isee non superiore a 30 mila euro e che non abbiano usufruito del contributo regionale di cui all’articolo 8 bis della L.R. 11/2006 in quanto non in possesso dei requisiti di residenza previsti dalla Regione.

La domanda, sottoscritta da uno dei genitori presenti nel nucleo familiare anagrafico del figlio per il quale si richiede l’assegno, potrà essere presentata a partire dal 2 aprile e fino al 3 maggio direttamente al Sissu (Punto Informativo Unico dei Servizi Sociali), presso il centro polifunzionale Micesio, con ingressi pedonali da via Micesio 31 e da via Superiore 3 (aperto il lunedì dalle 8.45 alle 12.15 e dalle 15.15 alle 16.45, dal martedì al venerdì dalle 8.45 alle 12.15), oppure trasmessa a mezzo raccomandata al Comune di Udine, in via Lionello 1 (per la data di presentazione dell’istanza farà fede la data del timbro postale di partenza) o ancora attraverso la posta elettronica certificata (PEC) alla casella istituzionale di posta elettronica certificata (PEC) del Comune di Udine (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

Al beneficio comunale non può accedere chi ha già percepito l’assegno di natalità regionale di cui all’articolo 8 bis della L.R. 11/2006, chi sia stato escluso dal beneficio regionale per motivi diversi dalla mancanza dei requisiti di residenza (ad esempio, per avere presentato la domanda oltre il termine perentorio previsto dalla normativa regionale o per avere allegato alla domanda un’attestazione Isee non valida o per avere prodotto dichiarazioni non veritiere), e chi pur essendo in possesso dei requisiti di residenza per l’accesso al beneficio regionale non abbia mai presentato la relativa domanda. Il modulo di domanda è reperibile allo sportello Sissu (Punto Informativo Unico dei Servizi Sociali), presso il Centro Polifunzionale Micesio, oppure è scaricabile dal sito internet del Comune di Udine (www.comune.udine.it).

 

Biblioteca Civica Joppi, restauro completato della biblioteca restituita ai cittadini di Udine

Biblioteca Civica Joppi, restauro completato della biblioteca che torna ai cittadini

Restauro di palazzo Andriotti, realizzazione del magazzino libri interrato con il relativo giardino pensile, recupero-restauro delle soffitte di palazzo Bartolini e realizzazione della nuova parte soppalcata. Sono questi gli elementi principali dei lavori di restauro della biblioteca civica “V. Joppi”, conclusi oggi 5 marzo con un sopralluogo del sindaco di Udine, Furio Honsell, e dell’assessore alla Gestione urbana, Gianna Malisani, a palazzo Andriotti e palazzo Bartolini. “È un’opera attesa da quasi un decennio – commenta il sindaco Honsell –, con la quale si completa un percorso per l’ampliamento del ruolo e della fruibilità della Joppi”. L’intervento, nel quale il Comune ha investito circa 2,5 milioni di euro, porta a un potenziamento complessivo degli spazi a disposizione della biblioteca civica. “Con questo intervento raddoppiamo sostanzialmente la superficie a disposizione della biblioteca – sottolinea Malisani – sia creando nuovi spazi sia recuperando quelli esistenti”.

La ditta Di Betta Giannino srl, che ha eseguito i lavori, ha realizzato prima di tutto il restauro di palazzo Andriotti, prima inagibile e ora parte integrante della struttura bibliotecaria. All’interno di questo edificio, una struttura quattrocentesca tra le più antiche della città, sono stati recuperati dei “soffitti lignei arricchiti da cantinelle decorate di pregevole fattura – racconta Malisani – tipici dei palazzi rinascimentali friulani. Le tavolette mostrano ritratti femminili e maschili alternati a stemmi delle famiglie proprietarie dell’immobile. È per me una grande soddisfazione aver recuperato uno dei palazzi più antichi di Udine rispettandone le caratteristiche originarie”. Al termine dell’intervento, inoltre, sono finalmente visibili la stanza decorata con stucchi neoclassici e la piccola stanza affrescata da Giovanni Battista Canal, entrambe volute dalla contessa Bartolini. Sempre all’interno di palazzo Andriotti sono state recuperate anche tutte le soffitte, messe poi in collegamento con quelle di palazzo Bartolini, a loro volta adeguate e rese fruibili con un’area soppalcata che garantisce un ampio e nuovo spazio per la consultazione.

“Alla fine del mandato questa è una delle opere che mi dà più soddisfazione – sottolinea il sindaco Honsell –. È straordinario pensare che le travi in castagno e larice delle soffitte di palazzo Bartolini siano arrivate sino a noi addirittura dal Quattrocento. Spero che con questo intervento si possano mantenere per altri 500 anni. Per questo risultato ringrazio l’assessore Malisani, la ditta che ha eseguito i lavori e gli uffici comunali che hanno seguito il progetto, in particolare il dirigente Lorenzo Agostini e il responsabile dell’intervento Leo Comuzzi De Odorico”.

Nello specifico questa parte di lavori ha riguardato l’irrigidimento dei solai, la realizzazione di un soppalco in struttura metallica, la coibentazione della copertura e la realizzazione di tutti gli impianti necessari alla normale fruibilità dei locali: impianti elettrici, illuminazione, trasmissione dati, rilevamento fumi, antincendio e climatizzazione. Tra le opere eseguite c’è inoltre la creazione di un nuovo sistema di ascensori per il collegamento tra il piano interrato della sezione Moderna e tutti gli altri piani di palazzo Andriotti. “Con questa ulteriore opera la biblioteca dispone di un’area importante da destinare alla propria attività – sottolinea Malisani –, anche in vista del prossimo intervento relativo a palazzo Bartolini e dell’inserimento dei locali del sottotetto nel più articolato piano di recupero funzionale del complesso”. Prima di avviare gli interventi di recupero di palazzo Bartolini, infatti, la biblioteca dovrà provvedere al trasferimento della propria attività nel rinnovati locali di palazzo Andriotti.

Particolarmente importante la realizzazione del nuovo magazzino librario sotterraneo, ottenuto recuperando lo spazio situato oltre il muro in pietra che si erge a ridosso delle latrine di vicolo Sottomonte. Il nuovo vano interrato, distribuito su 1.400 metri cubi, sarà dotato di una struttura utile all’archiviazione compattata dei volumi, con una notevole razionalizzazione degli spazi. Questa superficie interrata si collegherà in futuro al secondo piano dell’edificio grazie a un nuovo ascensore, con il quale sarà possibile raggiungere anche il primo livello della cinta muraria del colle. “Con questo intervento abbiamo infatti gettato le basi per un futuro collegamento con il piazzale del castello – sottolinea Malisani –, ma senza modificare in nessun modo l’andamento morfologico del colle”.

Sul tetto verde del nuovo magazzino interrato è stato realizzato inoltre un giardino pensile con una piccola caffetteria che servirà sia questa zona all’aperto sia la biblioteca stessa. Sono in fase di completamento, infine, una serie di interventi in materia di prevenzione incendi, con particolare riferimento ai locali in cui sono ospitati i manoscritti e la sezione friulana, e di eliminazione delle barriere architettoniche che inibiscono l’accesso alle persone diversamente abili. Al sopralluogo hanno partecipato anche gli assessori Lorenzo Croattini e Luigi Reitani, oltre all’europarlamentare e candidata alla presidenza della Regione Debora Serracchiani, che ha voluto sottolineare “il grave danno che si rischia di procurare ai Comuni se non sarà sbloccato il patto di stabilità”.

Tutto il Comune di Udine festeggia l'approvazione del nuovo piano regolatore

Tutto il Comune di Udine festeggia il'approvazione del nuovo piano regolatore

“A conclusione del percorso che ha portato all'approvazione del nuovo Prgc, l’assessorato alla Pianificazione territoriale ha il piacere di invitarla ad un brindisi che si terrà al terzo piano di Palazzo D’Aronco”. C’era scritto questo nell’invito spedito qualche giorno fa dagli uffici comunali alla Pianificazione Territoriale. E oggi, 23 gennaio, erano davvero in tanti a festeggiare il nuovo piano regolatore comunale che dopo la pubblicazione sul bur regionale è ora definitivamente e ufficialmente realtà.

“È un piano realistico e realizzabile – ha sottolineato il sindaco Furio Honsell – che pone il cittadino al centro, che semplifica e razionalizza il territorio, interpretando la vocazione che Udine ha sviluppato negli ultimi 40 anni. I principi sono quelli di garantire qualità della vita e sostenibilità, ma anche fermare il consumo di territorio. Il significato di questo piano regolatore non è quello di fare di Udine una città grande, come alcune visioni del passato, ma una grande città modello di gestione del territorio. Un altro aspetto a cui tengo molto – ha concluso Honsell al taglio del nastro – è che questo piano è stato realizzato grazie al lavoro di tanti professionisti interni del Comune di Udine. Per questo motivo voglio ringraziare personalmente tutti, dal direttore di dipartimento Luigi Fantini al dirigente Giorgio Pilosio, ma anche tutti gli altri: Raffaele Shaurli, Mauro D’Odorico, Alessandro Bertoli, Amanda Burelli, Emiliano Francescut, Diana Calligaro, Onorio Martinuzzi, Massimo Mattiussi, Francesco Carbone, Roberto Berti, Renzo Girardello, Emanuela Sgobino, Paola Rusich, Luciano Sapienza, Mario Garbino, Loredana Cecovic, Bruno Grizzaffi e Andrea Romanini”.

All’affissione ufficiale del nuovo piano nel corridoio degli uffici della Pianificazione Territoriale erano presenti, oltre ai dipendenti comunali in vario modo coinvolti nella stesura del prgc e al sindaco, l’assessore alla Pianificazione Territoriale, Mariagrazia Santoro, insieme ad altri colleghi di giunta, e diversi consiglieri comunali di maggioranza e opposizione.

“Vorrei solo dire grazie a tutti – ha commentato Santoro – perché questo piano è come un grande puzzle dove ciascun tassello, seppur piccolo, è stato determinante. Dalla segreteria generale impegnata nelle 100 ore e 50 minuti di 32 sedute di commissione Territorio e Ambiente a tutte le professionalità che hanno redatto il piano. Grazie perché senza di voi tutto questo non sarebbe stato impossibile”.

 

Dopo i discorsi ufficiali via al brindisi e al taglio della torta appositamente creata per l’occasione e con l’immagine del nuovo piano regolatore stampato sopra.

 

 

Young 2013: la camera di Commercio di Udine a disposizione degli studenti

Young 2013: la camera di Commercio di Udine a disposizione degli studenti


Ci sarà come sempre anche la Camera di Commercio di Udine, attraverso la sua Azienda Speciale Ricerca&Formazione, alla settima edizione del Salone dell’orientamento “Young 2013”, organizzata con sempre crescente successo al quartiere fieristico udinese da Udine e Gorizia Fiere, Istituto Scolastico Regionale Miur, Centro dell'orientamento della Regione, Università di Udine, Camera di Commercio di Udine-Azienda Speciale R&F,  Cciaa di Gorizia, Saf e Fondazione Crup.
Lo stand camerale sarà al padiglione 3 e il programma mira a rendere le quattro giornate importanti e soprattutto utili a orientare correttamente al lavoro o all’ulteriore formazione i circa 2500 studenti attesi per le 4 giornate (orari 8.45-12.15), tutti dell’ultimo anno delle scuole  secondarie delle province di Udine e Gorizia, ma anche laureati e universitari, con l’apertura a tutti coloro che desiderano inserirsi o reinserirsi nel mondo del lavoro. Come ha spiegato all’odierna conferenza stampa il consigliere camerale Ivan Baiutti, «l’apporto della Cciaa, che da anni s'impegna a promuovere con numerose iniziative una più forte presenza dei giovani nel mondo dell'impresa, ha avuto come obiettivo la ricerca della miglior integrazione fra i sistemi scuola e lavoro. Di fatto – ha precisato – ci siamo impegnati per proporre casi concreti agli studenti, che possano essere esempio di attività in proprio, coinvolgendo giovani imprenditori che possano dare loro stimoli anche emotivi per appassionarsi alla creatività imprenditoriale, con ciò mirando  a sviluppare più cultura d'impresa nel mondo della scuola. Esempi, poi, che non saranno “solo” di eccellenza, ma anche di fattibilità, obiettivi raggiungibili e realmente rappresentativi di percorsi scolastici e lavorativi. Un secondo messaggio che abbiamo voluto proporre e che sarà approfondito a Young è tutto ciò che viene percepito come necessario dalle imprese in questo momento di crisi e quali competenze vengono richieste effettivamente, per aiutare i ragazzi a capire meglio come muoversi e qual è il contesto oggi».

Il Salone si suddividerà dunque su tre momenti. Nella sala congressi principale ci saranno i “Salotti” d’impresa, quindi i salotti con gli ordini professionali e il giro degli stand. La Cciaa si è impegnata in particolare nell’organizzazione dei Salotti d’impresa, in collaborazione con le associazioni di categoria, oltre che nell’animazione dello stand. Nei Salotti – 3 al giorno quelli messi in scaletta –, uno o due imprenditori, accompagnati da un facilitatore, affronteranno concretamente, come spiegato da Baiutti, il tema delle competenze richieste ai giovani dal mondo del lavoro, con riguardo alle istanze che più emergono con la crisi.  Nello stand, poi, saranno raccolti i curriculum (si consiglia ai giovani di portarli in chiavetta), che saranno poi girati a eventuali aziende interessate. I referenti delle associazioni datoriali e gli orientatori saranno a disposizione dei ragazzi per un supporto alla ricerca attiva del lavoro, con indicazioni utili per la compilazione del curriculum, la presentazione di attività di formazione e dei vari progetti di sostegno all’avvio di imprese giovanili, al progetto Go&learn di mobilità europea e dello Sportello imprenditoria giovanile. In particolare, il primo giorno, il 6 marzo, tra i rappresentanti delle associazioni ci saranno gli imprenditori di Confcooperative, Api e Confindustria di Udine, il giorno successivo ci saranno quelli di Gorizia, mentre venerdì quelli di Confcommercio, Confartigianato, Coldiretti e Confagricoltura. Sabato sarà dedicato alla presenza di giovani imprenditori, oltre a quelli di Confartigianato.



 

Trasferimento del Tribunale da Tolmezzo a Udine, Honsell replica a Zearo

Trasferimento del Tribunale da Tolmezzo a Udine, Honsell replica a Zearo

“Dispiace che il sindaco Zearo attacchi questa amministrazione quando forse avrebbe dovuto attaccare il Governo che la sua parte politica ha sostenuto e che è il responsabile di questa assurda decisione. Decisione, tra l’altro, che il Comune di Udine subisce e che è anche onerosa per le casse comunali del capoluogo friulano”.


Così il sindaco di Udine, Furio Honsell, replica al primo cittadino di Tolmezzo che dalle pagine dei giornali ha criticato l’amministrazione comunale sul trasferimento del Tribunale di Tolmezzo a Udine. Un trasferimento che comporta la chiusura del tribunale tolmezzino per accorparlo a quello di Udine.

“Per quanto mi riguarda – prosegue Honsell – ho più volte espresso al tribunale la valutazione che dal punto di vista dei costi sarebbe più economico mantenere a Tolmezzo il tribunale. Spero che a Roma ci ripensino e si rendano conto che quel trasferimento è molto oneroso per le casse pubbliche. A differenza di quanto Zearo afferma – ribatte il primo cittadino – non ho mai pensato che il trasferimento producesse dei vantaggi al tessuto economico della città di Udine e, anzi, sono e sono sempre stato dalla parte dei carnici e a fianco della loro battaglia. Spero che i tribunali a cui si è presentato ricorso contro il trasferimento diano loro ragione. Il sindaco Zearo – conclude Honsell – dovrebbe comunque sapere che l’attuale legge assegna l’obbligo istituzionale ai Comuni che ospitano i tribunali a far fronte alle loro esigenze, qualora vengano espresse, in quanto è un servizio pubblico a favore dei cittadini che non possono essere danneggiati a causa delle errate valutazioni dei ministri. Invito dunque Zearo a non attaccare più me ma coloro che quella decisione hanno preso”.

 


 

Birra green nel cuore del Friuli: l'accordo tra birra Castello e il Ministero dell'Ambiente

Birra green nel cuore del Friuli: l'accordo tra birra Castello e il Ministero dell'Ambiente

Gli impegni volontari delle imprese per la valutazione dell’impronta ambientale, finalizzati in particolare al calcolo della carbon footprint e alla riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra, stanno assumendo un ruolo sempre più significativo per il rafforzamento delle azioni previste dalle norme e dalle politiche governative nell’ambito del Protocollo di Kyoto e del “Pacchetto Clima-Energia” adottato dal Consiglio dell’Unione Europea nel 2008.

In questo contesto il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, impegnato da tempo nel supporto alle iniziative volontarie del settore produttivo italiano, ha avviato un intenso programma sull’impronta ambientale dei prodotti/servizi al fine di sperimentare su vasta scala e ottimizzare le differenti metodologie di misurazione delle prestazioni ambientali, tenendo conto delle caratteristiche dei diversi settori economici, al fine di poterle armonizzare e renderle replicabili.

L’iniziativa è finalizzata, inoltre, alla individuazione delle procedure di carbon management delle imprese e alla diffusione nei processi produttivi di tecnologie e buone pratiche a basso contenuto di carbonio. Tali attività rappresentano: un driver non solo ambientale ma anche di competitività per il sistema delle aziende italiane che tiene conto dell’importanza che oggi sul mercato è dato ai requisiti “ecologici” dei prodotti; un importante strumento di sviluppo economico e commerciale in direzione di un’economia sempre più sostenibile; un’opportunità per creare una nuova consapevolezza nel consumatore verso scelte più responsabili e comportamenti virtuosi.

Per la realizzazione del programma è stata istituita, presso la Segreteria tecnica del Ministro, la “Task Force per la valutazione dell’impronta ambientale dei sistemi e dei modelli di produzione e consumo”. Il compito principale della “Task Force” è quello di assistere il Ministero nella progettazione e realizzazione delle attività di competenza, con particolare riferimento al calcolo di carbon footprint e water footprint previsto da accordi volontari con Enti pubblici e imprese, o derivanti da procedure di selezione pubblica promosse e finanziate dal Ministero, in Italia e all’estero.

Hanno aderito al programma promosso dal Ministero dell’Ambiente molte grandi aziende nazionali: Gucci, Gruppo Benetton, Cucinelli (tessile, pelletteria e moda), Autostrade per l’Italia, Aeroporti di Puglia, Autovie Venete, UniCredit, Telecom Italia, SAP Italia, Telespazio, GiPlanet, Autodromo di Modena (infrastrutture e servizi), San Benedetto, Illycaffè, Carlsberg Italia, Birra Castello, Pasta Mosconi (beverage e alimentare), Archimede Solar Energy (energie rinnovabili), L’Oreal, Pirelli & C., Palazzetti Lelio, MCZ Group, Colorificio San Marco (industria), una serie di industrie vitivinicole (Principi di Porcìa, Tasca d’Almerita, Azienda Vitivinicola Planeta, Marchesi Antinori, Mastroberardino , Agricola Castello Montevibiano Vecchio, Masi Agricola, F.lli Gancia & Co., Michele Chiarlo Azienda Vitivinicola e Venica&Venica); LeFay Resort (turismo), Università Cà Foscari Venezia, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Università della Calabria (Formazione), Comuni di Leni, Malfa e Santa Marina di Salina (municipalità).

Hanno vinto il bando del Ministero:Caseificio dell’Amiata, Acqua Minerale San Benedetto , Lete , COOP Italia, Latteria Montello, Distretto Latte Lombardo, Cantine San Marco, Industrie Rolli Alimentari, Eridania Sadam, Azienda Agricola IANVS, Granarolo, Agricola Castello Monte Vibiano Vecchio, Sorrento Sapori e Tradizioni, Attività Riunite Alimentare, Ecor NaturaSì, Ai.Trai, Emilceramica, Gruppo Millepiani, Grafiche Bovini, Suncover, Bauxt, Cispa.

La carbon footprint è una misura che esprime in CO2equivalente il totale delle emissioni di gas ad effetto serra associate direttamente o indirettamente ad un prodotto, un’organizzazione o un servizio.

In conformità al Protocollo di Kyoto, i gas ad effetto serra da includere sono: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido d’azoto (N2O), idrofluorocarburi (HFCs), esafluoruro di zolfo (SF6) e perfluorocarburi (PFCs). La tCO2e (tonnellate di CO2 equivalente) permette di esprimere l’effetto serra prodotto da questi gas in riferimento all’effetto serra prodotto dalla CO2, considerato pari a 1 (ad esempio il metano ha un potenziale serra 25 volte superiore rispetto alla CO2, e per questo una tonnellata di metano viene contabilizzata come 25 tonnellate di CO2 equivalente).

La misurazione della carbon footprint di un prodotto o di un processo richiede in particolare l’individuazione e la quantificazione dei consumi di materie prime e di energia nelle fasi selezionate del ciclo di vita dello stesso. A questo proposito l’esperienza degli ultimi anni suggerisce che il label di carbon footprint è percepito dai consumatori come un indice di qualità e sostenibilità delle imprese. Le aziende, oltre a condurre l’analisi e la contabilizzazione delle emissioni di CO2,si impegnano a definire un sistema di carbon management finalizzato all’identificazione e realizzazione di quegli interventi di riduzione delle emissioni, economicamente efficienti, che utilizzano tecnologie a basso contenuto di carbonio. Le misure di riduzione possono essere integrate dalle misure per la neutralizzazione delle emissioni (carbon neutrality), realizzabili attraverso attività che mirano a compensare le emissioni con misure equivalenti volte a ridurle con azioni economicamente più efficienti o più spendibili in termini di immagine (es. piantumazione di alberi, produzione di energia rinnovabile, etc.).

L’impronta idrica è un indicatore del consumo di acqua dolce che include sia l’uso diretto che indiretto di acqua da parte di un consumatore o di un produttore. L’impronta idrica di un singolo, una comunità o di un’azienda è definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi, misurata in termini di volumi d’acqua consumati (evaporati o incorporati in un prodotto) e inquinati per unità di tempo. Nella definizione dell’impronta idrica è data inoltre rilevanza alla localizzazione geografica dei punti di captazione della risorsa. Il water footprint assessment si sviluppa in tre fasi:

  • quantificazione e localizzazione dell’impronta idrica di un prodotto o di un processo nel periodo di riferimento;
  • valutazione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’impronta idrica;
  • individuazione delle strategie di riduzione della stessa.

Il computo globale della water footprint è dato dalla somma di tre componenti:

  • Acqua blu: si riferisce al prelievo di acque superficiali e sotterranee destinate ad un utilizzo per scopi agricoli, domestici e industriali. È la quantità di acqua dolce che non torna a valle del processo produttivo nel medesimo punto in cui è stata prelevata o vi torna, ma in tempi diversi;
  • Acqua verde: è il volume di acqua piovana che non contribuisce al ruscellamento superficiale e si riferisce principalmente all’acqua evapo-traspirata per un utilizzo agricolo;
  • Acqua grigia: rappresenta il volume di acqua inquinata, quantificata come il volume di acqua necessario per diluire gli inquinanti al punto che la qualità delle acque torni sopra gli standard di qualità.

L’utilizzo delle tre componenti di acqua virtuale incide in modo diverso sul ciclo idrogeologico. Ad esempio, il consumo di acqua verde esercita un impatto meno invasivo sugli equilibri ambientali rispetto al consumo di acqua blu. La water footprint offre quindi una migliore e più ampia prospettiva su come il consumatore o produttore influisce sull’utilizzo di acqua dolce. Essa è una misura volumetrica del consumo e dell’inquinamento dell’acqua. Non misura quindi la gravità dell’impatto a livello locale, ma fornisce un’indicazione sulla sostenibilità spazio-temporale dalla risorsa acqua utilizzata per fini antropici.

Camera di Commercio. Da Pozzo: il 2013 anno significativo

Giovani e innovazione, internazionalizzazione e aggregazioni. Oltre ai “classici” dell’azione camerale, il 2013 significherà anche una spinta maggiore nelle principali società partecipate per la valorizzazione del tessuto economico locale, nonché il completamento di una serie di interventi di razionalizzazione, promozione e supporto alle realtà produttive del territorio, andando a chiudere un intero mandato, con investimenti previsti per oltre 5 milioni di euro tra iniziative e progetti a favore della realtà produttiva friulana. «Il 2013 sarà un anno significativo – ha commentato il presidente camerale Giovanni Da Pozzo all’odierna conferenza stampa d’inizio anno –: a settembre si concluderà il percorso con il rinnovo degli organi istituzionali che avranno il compito di delineare la strategia per il prossimo quinquennio. Queste – ha aggiunto Da Pozzo – sono le linee guida su cui impostiamo l’attività, con una rinnovata sinergia con le associazioni di categoria, le istituzioni economiche e finanziarie del territorio e una concreta attenzione al futuro, rappresentato da un impegno per l’innovazione e in particolare per stimolare l’imprenditoria giovanile, in Fvg a livelli più bassi della media italiana: oltre alla proroga dei contributi al 30 giugno, metteremo in campo nuove iniziative di supporto e promozione per circa 1 milione di euro». E sull’innovazione Da Pozzo ha anticipato che, «anche nell’ambito del Friuli Future Forum, percorso che quest’anno sarà ulteriormente rafforzato e si avvarrà del coordinamento di Renato Quaglia, stiamo già lavorando per riportare a Udine una nuova Innovaction, o UdineInnova – il nome è ancora in fase di definizione –, in collaborazione con il Comune, l’Università, le categorie e in sinergia con altre iniziative analoghe del territorio, per riportare il Friuli e la sua produttività al centro del dibattito e dell’azione nell’ambito dell’innovazione».

Si lavorerà poi ancora per le aggregazioni fra imprese, con nuove attività di sensibilizzazione e un nuovo bando da 200 mila euro. Il bando andrà a rinnovare quello promosso per la prima volta nel 2012, grazie a cui si sono finanziate di 6 reti, con nel complesso oltre una trentina di imprese coinvolte, che andranno a realizzare in forma aggregata progetti di internazionalizzazione. Proprio sul fronte dell’internazionalizzazione, si rinnoveranno i voucher alle imprese, quest’anno non solo per iniziative camerali, ma anche per iniziative con e per l’estero proposte dalle imprese stesse (purché in ragruppamenti da cinque) e si svilupperanno attività di conoscenza e missioni in mercati come Canada e Sudafrica, o l’area del Mediterraneo e del Far East, ma anche Repubblica di Corea e Far East e Stan-Countries.

Da Pozzo ha introdotto l’incontro con la stampa presentando in cifre la situazione economica del 2012 e le previsioni del 2013. «Pur se i numeri dell’anno concluso sono quasi tutti negativi e le previsioni non sono così rosee – ha detto – dobbiamo aver fiducia. Però dobbiamo collaborare, dobbiamo definire una strategia comune». Una necessità di razionalizzazione «che non dev’essere solo della politica», ha detto, «ma deve partire anche da noi. Per questo confidiamo che con il prossimo governo si riprenda in mano il percorso di autoriforma che il sistema nazionale delle Cciaa aveva intrapreso con impegno per ridurre sprechi e doppioni e aumentare l’efficienza e, a livello locale, che si possa arrivare a definire il protocollo quadro che, come Unione delle quattro Camere provinciali, abbiamo presentato alla Regione e che prevede una sinergia e una razionalizzazione su diverse linee d’azione». Stessa sinergia che il presidente ha auspicato per le realtà della finanza e del credito regionale, «dove abbiamo tante istituzioni che potrebbero lavorare al meglio se fossero messe a sistema, per dare risposte più puntuali e utili al sistema produttivo». Da Pozzo ha anche ribadito un rafforzamento dell’attività camerale nelle principali società partecipate (Catas, Udine e Gorizia Fiere, Asdi sedia, Ceviq, Friuli Innovazione e Consorzio per lo sviluppo dell'Ausa Corno) e in particolare su quest’ultima ha rimarcato come la Cciaa sia disponibile a ogni tipo di soluzione che vada a intervenire positivamente sul primo problema di questo momento, temporaneo e di natura finanziaria. «Tutti i soci – ha detto – devono prendersi la responsabilità di agire senza indugi per far operare al meglio un Consorzio strategico per lo sviluppo del settore industriale, inserito in un'area dalle formidabili possibilità anche per le opportunità di integrazione logistiche in essa configurate, dalla nave alla ferrovia all’autostrada, opportunità su cui il tessuto economico e, dunque, l’ente camerale contano e puntano molto, convinte che siano vera e concreta leva per la crescita. Se i soci decideranno per un aumento di capitale, la Camera di commercio è in grado di agire nel giro di una settimana».

 

 

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