Udine: Finanza, arresta noto commercialista e una professionista
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- Pubblicato Giovedì, 24 Maggio 2012 14:17
- Scritto da Maurizio Pertegato
PALMANOVA - La Guardia di Finanza ha arrestato un noto commercialista di Udine e una professionista, mentre una terza persona, fittiziamente residente all'estero, si e' reso irreperibile. Partendo dalla posizione di una persona che risultava risiedere a Santo Domingo, ma era amministratore di una societa' di Udine, le Fiamme Gialle hanno scoperto un sistema di evasione fiscale internazionale attraverso un giro di fatture false. Oltre 12 milioni di euro la base imponibile recuperata a tassazione, tre milioni l'Iva dovuta e 6 milioni le fatture per operazioni inesistenti accertate.
Dalai Lama: "che il nuovo secolo sia orientato da una educazione laica all'etica"
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- Pubblicato Mercoledì, 23 Maggio 2012 18:11
- Scritto da Fabiana Dallavalle
Con un silenzio rispettoso e commosso la comunità universitaria di Udine e Trieste, studenti e docenti, la Sissa, con gli allievi dei Conservatori dei due capoluoghi, ha salutato questa mattina, Sua Santità Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama tornato in Friuli, ad Udine per una due giorni di incontri, martedì 22 e mercoledì 23 maggio. La massima autorità spirituale del buddismo tibetano che ha accolto l’invito rivoltogli, come nella precedente occasione, dal Centro Balducci di Zugliano e dal centro buddista Cian Ciub Cio Ling di Polava è stata accolta anche per il suo ultimo incontro da Pierluigi di Piazza, che ha chiesto al pubblico presente, oltre 2500 persone, di raccogliersi e ricordare le vittime della strage di Capaci, (oggi ricorre il ventennale dell’uccisione del giudice Falcone, della compagna Francesca Morvillo e della scorta). “Non si tratta di fare una giornata di commemorazione e di memoria, ha detto Di Piazza, oggi siamo chiamati a vivere la memoria, per essere memoria noi stessi di quanto è accaduto affinché non si ripeta”.
Al magnifico Rettore Cristiana Compagno, è spettato il compito di dare inizio alla giornata di approfondimento che aveva per tema”: “Verso una formazione globale dell'essere umano: spirituale, umanista, scientifica e tecnologica". Il Rettore si è detto certa “che la comunità universitaria risulterà arricchita da questo incontro. La filosofia buddista abbraccia le neuroscienze. La mente e le emozioni e il loro studio possono dare un’importante contributo alla scienza in un più ampio progetto, condiviso dall’Università, di formazione globale degli uomini e delle donne. Le parole di benvenuto del Rettore sono state accompagnate dal dono degli “scarpets”, le babbucce di tessuto cucite in Carnia con i vecchi abiti dismessi. “Un prodotto povero della civiltà contadina, ha detto Cristiana Compagno, che porta in sé il messaggio delle nostre genti, camminare con leggerezza anche dentro le avversità della vita."
L'incontro è poi entrato nel vivo con un primo intervento del Dalai Lama sul tema della responsabilità personale. “La mafia, ha detto approfondendo con la sua riflessione quanto vissuto in meditazione dai ragazzi presenti, in apertura di giornata, è sintomo della negligenza passata e della mancanza di eticità, valore che non è delle religioni ma dell’uomo. Voi giovani siete la chiave del futuro, ed il nuovo secolo, che è il vostro, deve orientarsi all’etica. Operate per la pace, promuovete il disarmo. Il nuovo secolo deve confrontarsi con la Storia, ha proseguito Sua Santità, con le guerre e le devastazioni capitate agli uomini nel xx secolo. Il futuro può essere ripensato dagli esseri umani solo orientando la propria "visione"alla compassione ed ad una laica educazione dell’uomo”.
In altre parole, la globalizzazione ha bisogno di un éthos globale, che non è un peso supplementare, bensì il fondamento e l'aiuto per gli uomini e per la società civile. Il buddismo non è una visione del futuro diversamente concepita e nemmeno un ideale ottimistico, un generico richiamo alla fratellanza bensì una realistica visione di speranza ed un richiamo forte e continuo al senso di responsabilità che muove le scelte dei singoli. Le religioni e le culture del mondo, la politica, ma soprattutto ogni uomo possono contribuire consapevolmente ad evitare lo scontro, i conflitti e le ingiustizie realizzando un nuovo paradigma di relazioni internazionali fondato su modelli etici globali che dall'uno vanno ai molti, mettendoli in relazione di reciprocità.
Gli studenti dell’Università, e le loro domande sulla questione cinese, hanno poi veicolato l'approfondimento sulla contingente situazione tibetana. “Il Buddha e i suoi insegnamenti hanno 2500 anni. Mi rivolgo ai tibetani ma anche alle sorelle e fratelli cinesi: in questo nuovo mondo è cresciuta la fede nel Buddismo e nella sua scienza della mente a fronte della perdita di popolarità dei totalitarismi. Lo spirito del mio popolo, in questi ultimi sessant’anni ( La Cina ha invaso il Tibet nel 1949) non è stato abbattuto. Lo spirito non può essere tolto a nessuno. Certo non sappiamo quando il popolo tibetano tornerà ad essere libero dall'occupazione cinese ma la Cina non è i suoi despoti e appartiene ai cinesi."
A conclusione dell'intervento del Dalai Lama, Plinio Benedetti ( comunità di Polava), ha comunicato ai presenti al Palasport Carnera di Udine, che Sua Santità devolverà cinquanta mila euro alla popolazione dell'Emilia, colpita dal terremoto. La compassione, l'apertura e l'attenzione verso gli altri e la non violenza portano a gesti, l'abbiamo compreso in questi giorni, davvero concreti.
Fabiana Dallavalle
Dalai Lama ad Udine: siate compassionevoli, non arrendetevi mai
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- Pubblicato Martedì, 22 Maggio 2012 17:53
- Scritto da Fabiana Dallavalle
A quattro anni dalla sua precedente visita, Sua Santità Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama è tornato in Friuli, ad Udine per una due giorni di incontri, martedì 22 e mercoledì 23 maggio. La massima autorità spirituale del buddismo tibetano che ha accolto l’invito rivoltogli, come nella precedente occasione, dal Centro Balducci di Zugliano e dal centro buddista Cian Ciub Cio Ling di Polava è giunto in città dopo avere toccato Klagenfurt e Salisburgo e prima di visitare Vienna. Ad accoglierlo Pierluigi di Piazza, che ha dato il benvenuto ringraziando il lama Lobsang Pende, la guida di Polava, con il quale, ha spiegato, “abbiamo mantenuto nel corso di questi anni una relazione con Sua Santità, per questo abbiamo osato l’inosabile invitandolo ancora una volta, a così breve distanza di tempo. Abbiamo capito che nel 2007 avevamo iniziato un percorso che questo secondo incontro di oggi è destinato a continuare. I temi che affronteremo sono profondamente legati all’attualità e sono espressione di un’urgenza culturale ed etica prima ancora che spirituale».
Pace, giustizia, compassione, scienza, etica, responsabilità individuale, intenzionalità. L’invito iniziale di sua Santità a non arrendersi mai ha percorso come un lungo mantra la coscienza di coloro i quali erano seduti ad ascoltare. E se il primo incontro, tenutosi in un Palasport Carnera gremito ha affrontato il tema “Le religioni per la giustizia, la pace e la salvaguardia dell’ambiente vitale” con l’Imam di Firenze Izzedin Elzin, con il rabbino Rabbi Jeremy Milgrom e con la cattolica palestinese Bassima Award, presidente dell’Istituto di cultura italo palestinese, è dall’appuntamento pomeridiano dal titolo “Dall’aggressività e dalle tante forme di violenza alla non violenza attiva e all’amorevole compassione” che sono emersi gli spunti di maggiore riflessione personale. Perché il Buddismo non indulge in speculazioni metafisiche sulle cause prime; non ha una teologia o una divinità e non c'è deificazione del Budda. Il Buddismo guarda con autentica schiettezza alla nostra condizione di esseri umani, non ha nulla a che fare con il credere vero qualcosa perché lo si desidera intensamente, nella maniera più assoluta. Tutto ciò che il Budda ha insegnato è basato sulla sua osservazione diretta delle cose così come sono.
Ecco dunque che gli sguardi di Vito Mancuso teologo, professore, editorialista de “La Repubblica” e del professor Franco Fabbro professore ordinario di Neuropsichiatria infantile all'Università di Udine, si sono “appoggiati” diversamente eppure complementariamente sul senso ed il significato del termine aggressività che per il teologo “non è forma originaria ma parassitaria. Ciò che la precede è la forza che è originaria ed è la grande matrice del mondo, è principio di organizzazione. Spesso la consapevolezza della violenza nel mondo fa coltivare una cupa sfiducia. Ma è possibile aggregare senza aggredire attraverso la pratica dell’amorevole compassione.” Per il professor Franco Fabbro la violenza è la forma più diffusa di competizione tra esseri umani. Ma gli esseri umani sono in grado di bloccarsi, ha spiegato e possono scegliere”. Ancora una volta l’insegnamento buddista che riporta l’uomo e la sua intenzionalità nell’agire al centro del pensiero sull’humanitas, ha aperto una finestra sulla possibilità di essere segno di cambiamento. Il "mondo là fuori" è in mutamento costante, tutto è impermanente, ed è impossibile stabilire relazioni immutabili con qualsiasi cosa.
Dalle parole pronunciate dal Dalai Lama comprendiamo che se esaminiamo onestamente e attentamente il concetto di impermanenza, capiamo che è onnipervasiva: tutto è contrassegnato dal mutamento. Possiamo postulare un principio relativo ad una coscienza eterna o ad un io superiore, ma se osserviamo da vicino la nostra mente, capiamo che è fatta di processi ed eventi temporanei. Vediamo che il nostro io è, tanto per iniziare, immaginario e, nella migliore delle ipotesi, una speculazione. E' un idea che abbiamo inventato per rassicurarci, per creare un rapporto solido, ancora una volta. A causa di questo, ci sentiamo a disagio e ansiosi persino nei momenti più felici. E' solo quando riusciamo ad abbandonare completamente questo aggrapparci che siamo in grado di trovare sollievo dal nostro malessere.
Se nulla possiamo per la crisi economica che attraversa il mondo né per l’inquinamento del pianeta, tutto possiamo invece per contribuire e non incidere con la nostra presenza sulla terra e peggiorare ulteriormente le cose. Con semplici atti, spiega il Dalai Lama: “spegnere le luci prima di lasciare la stanza, non sprecare l’acqua per non contribuire al consumo delle risorse”. La consapevolezza è anche questo: mettersi in contatto con il mondo perché ogni essere è interconnesso con gli altri esseri. Il qui e adesso, il conosci te stesso, l’essere presenti sono un richiamo forte e laico a tenere l’attenzione costante su di sé a non lasciarsi distrarre dal mondo di fuori che corre veloce. C’è poi l’esortazione di Sua Santità a conoscere il mondo attraverso la scienza senza assumere posizioni definitive, ma continuando la ricerca anche sulla natura della mente dove mente sta per “soul”, anima perché ognuno di noi è maestro di sé stesso, ognuno è Buddha di sé stesso.
Fabiana Dallavalle
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