Dalai Lama: "che il nuovo secolo sia orientato da una educazione laica all'etica"
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- Categoria: Udine
- Pubblicato Mercoledì, 23 Maggio 2012 18:11
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Con un silenzio rispettoso e commosso la comunità universitaria di Udine e Trieste, studenti e docenti, la Sissa, con gli allievi dei Conservatori dei due capoluoghi, ha salutato questa mattina, Sua Santità Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama tornato in Friuli, ad Udine per una due giorni di incontri, martedì 22 e mercoledì 23 maggio. La massima autorità spirituale del buddismo tibetano che ha accolto l’invito rivoltogli, come nella precedente occasione, dal Centro Balducci di Zugliano e dal centro buddista Cian Ciub Cio Ling di Polava è stata accolta anche per il suo ultimo incontro da Pierluigi di Piazza, che ha chiesto al pubblico presente, oltre 2500 persone, di raccogliersi e ricordare le vittime della strage di Capaci, (oggi ricorre il ventennale dell’uccisione del giudice Falcone, della compagna Francesca Morvillo e della scorta). “Non si tratta di fare una giornata di commemorazione e di memoria, ha detto Di Piazza, oggi siamo chiamati a vivere la memoria, per essere memoria noi stessi di quanto è accaduto affinché non si ripeta”.
Al magnifico Rettore Cristiana Compagno, è spettato il compito di dare inizio alla giornata di approfondimento che aveva per tema”: “Verso una formazione globale dell'essere umano: spirituale, umanista, scientifica e tecnologica". Il Rettore si è detto certa “che la comunità universitaria risulterà arricchita da questo incontro. La filosofia buddista abbraccia le neuroscienze. La mente e le emozioni e il loro studio possono dare un’importante contributo alla scienza in un più ampio progetto, condiviso dall’Università, di formazione globale degli uomini e delle donne. Le parole di benvenuto del Rettore sono state accompagnate dal dono degli “scarpets”, le babbucce di tessuto cucite in Carnia con i vecchi abiti dismessi. “Un prodotto povero della civiltà contadina, ha detto Cristiana Compagno, che porta in sé il messaggio delle nostre genti, camminare con leggerezza anche dentro le avversità della vita."
L'incontro è poi entrato nel vivo con un primo intervento del Dalai Lama sul tema della responsabilità personale. “La mafia, ha detto approfondendo con la sua riflessione quanto vissuto in meditazione dai ragazzi presenti, in apertura di giornata, è sintomo della negligenza passata e della mancanza di eticità, valore che non è delle religioni ma dell’uomo. Voi giovani siete la chiave del futuro, ed il nuovo secolo, che è il vostro, deve orientarsi all’etica. Operate per la pace, promuovete il disarmo. Il nuovo secolo deve confrontarsi con la Storia, ha proseguito Sua Santità, con le guerre e le devastazioni capitate agli uomini nel xx secolo. Il futuro può essere ripensato dagli esseri umani solo orientando la propria "visione"alla compassione ed ad una laica educazione dell’uomo”.
In altre parole, la globalizzazione ha bisogno di un éthos globale, che non è un peso supplementare, bensì il fondamento e l'aiuto per gli uomini e per la società civile. Il buddismo non è una visione del futuro diversamente concepita e nemmeno un ideale ottimistico, un generico richiamo alla fratellanza bensì una realistica visione di speranza ed un richiamo forte e continuo al senso di responsabilità che muove le scelte dei singoli. Le religioni e le culture del mondo, la politica, ma soprattutto ogni uomo possono contribuire consapevolmente ad evitare lo scontro, i conflitti e le ingiustizie realizzando un nuovo paradigma di relazioni internazionali fondato su modelli etici globali che dall'uno vanno ai molti, mettendoli in relazione di reciprocità.
Gli studenti dell’Università, e le loro domande sulla questione cinese, hanno poi veicolato l'approfondimento sulla contingente situazione tibetana. “Il Buddha e i suoi insegnamenti hanno 2500 anni. Mi rivolgo ai tibetani ma anche alle sorelle e fratelli cinesi: in questo nuovo mondo è cresciuta la fede nel Buddismo e nella sua scienza della mente a fronte della perdita di popolarità dei totalitarismi. Lo spirito del mio popolo, in questi ultimi sessant’anni ( La Cina ha invaso il Tibet nel 1949) non è stato abbattuto. Lo spirito non può essere tolto a nessuno. Certo non sappiamo quando il popolo tibetano tornerà ad essere libero dall'occupazione cinese ma la Cina non è i suoi despoti e appartiene ai cinesi."
A conclusione dell'intervento del Dalai Lama, Plinio Benedetti ( comunità di Polava), ha comunicato ai presenti al Palasport Carnera di Udine, che Sua Santità devolverà cinquanta mila euro alla popolazione dell'Emilia, colpita dal terremoto. La compassione, l'apertura e l'attenzione verso gli altri e la non violenza portano a gesti, l'abbiamo compreso in questi giorni, davvero concreti.
Fabiana Dallavalle