Madonna di Strada, 95 anni dal voto di Viscone durante la Grande Guerra
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- Categoria: Viaggi
- Pubblicato Lunedì, 18 Agosto 2014 15:47
- Scritto da Timothy Dissegna
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Chiopris-Viscone (Ud) - Se si viaggia sulla strada Palmarina, uno dei percorsi che da sempre sono stati strategicamente importanti per il Friuli Venezia Giulia, non si può non notare la presenza di una chiesetta apparentemente semplice e di poco conto a lato della carreggiata. Venendo da Palmanova la si trova a destra, mentre arrivando da San Giovanni al Natisone bisogna spostare lo sguardo verso sinistra. Si trova proprio in mezzo a questi due centri, un incrocio che apparentemente non dice nulla ma che in realtà cela dentro di sé una storia antichissima.
Siamo a Viscone, paesello con poco meno di 400 anime che costituisce, insieme a Chiopris, uno dei comuni meno popolosi della bassa friulana. È proprio a metà strada tra la città-fortezza e il paese del distretto della sedia, un luogo che affonda le proprie origini già all'epoca dell'antica Roma. Qui, infatti, si trovava una volta, e fino a non molti anni fa, un pozzo che fungeva da zona di sosta e rifornimento per mercanti, messaggeri e soldati che andavano o tornavano da Aquileia e Cividale del Friuli. Ossia la porta per la via per l'Oriente, che passava proprio per questa regione. Una crocevia di commerci e conquiste che hanno reso l'impero romano uno dei momenti storici più importanti al mondo.
Ma oggi cosa resta di tutto ciò? In quello stesso luogo dove sorgeva il pozzo oggi si trova quella chiesetta citata all'inizio, che con il passato da zona di sosta ha qualcosa a che fare. Essa si chiama, infatti, “Madonna di strada” e fu fin dalla sua fondazione (1099) meta di pellegrini, provevienti da ogni dove.
Nel '900 scoppiò la Grande Guerra e il Friuli controllato dagli austriaci fu chiamato nel 1914 sotto le armi, insieme all'Alto Adige. Chiopris Viscone si trovava proprio sul confine tra Impero e Italia, sotto gli Asburgo, per cui i suoi abitanti vestirono le divise dell'esercito austriaco e affrontarono il dramma di combattere contro i propri parenti che vivevano nel regno sabaudo un anno dopo. In questa atroce guerra di trincea, che ancora oggi ha lasciato un solco indelebile sui territori in cui si é consumata, la gente si era affidata alle preghiere affinché qualcuno lassù ponesse fine a quel spargimento di sangue tra fratelli.
Fu per questo che, quando nel 1918 la Grande Guerra finì con la sconfitta degli austriaci e il piccolo comune friulano (insieme a tanti altri) passò sotto il tricolore, i suoi abitanti mantennero fede alle proprie suppliche alla Madonna, figura amata dai paesani proprio nel piccolo santuario a lei intitolato. A lei si erano rivolti affinché il dolore della guerra finisse e non dovessero più seppellire i propri cari nel cimitero dietro la chiesa per colpa del conflitto e, alla fine, qualcosa lassù dovette essere successo perché l'Austria firmò l'armistizio con l'Italia e la pace tornò.
Da quel tempo sono passai ormai 95 anni, quasi un secolo dalla fine di quel primo grande massacro mondiale, e la piccola Chiopris Viscone si appresta a celebrare questo anniversario, portando nel cuore il ricordo dei propri cari caduti per colpa della furia cieca dei nazionalismi.