Il Picolit Docg 2012 di Aquila del Torre è “Vino Slow” per Slow Wine 2015
- Dettagli
- Categoria: Cucina e vino
- Pubblicato Giovedì, 25 Settembre 2014 14:23
- Scritto da Fabiana Dallavalle
- Visite: 782
Il Picolit Docg 2012 di Aquila del Torre è l’unico vino dolce friulano premiato dalla guida Slow Wine 2015 con l’importante riconoscimento “Vino Slow”.
L'importante traguardo è stato annunciato in anteprima ieri sera, direttamente da Francesca e Michele Ciani di Aquila del Torre durante la prima "Cena in Libreria" che l’azienda vinicola ha organizzato a Udine all’interno della "Tarantola", storica libreria cittadina. Aquila del Torre, 18 ettari a vite e altri 66 lasciati a bosco sulle colline di Savorgnano del Torre (Povoletto), utilizza esclusivamente metodi di agricoltura biologica e il picolit è la punta di diamante della produzione, tanto che l’azienda è l’unica a produrre la variante secca del celebre vino bianco dolce ed è fondatrice del progetto Oasi Picolit che coinvolge il Comune di Povoletto e l'Università degli Studi di Udine per valorizzare e preservare il territorio e il luogo d’origine del vitigno. Durante la serata si è parlato proprio di biodiversità con il presidente di Slowfood FVG Max Plett e con l’ospite della serata Mauro Pasquali, presidente di Slowfood Veneto che ha sottolineato come la biodiversità non riguardi solo natura selvaggia e spontanea, ma anche le coltivazioni umane sul territorio.
La monocultura contribuisce ad impoverire la ricchezza della terra: preservare il bosco, proprio come fa Aquila del Torre, significa salvaguardare non solo la vegetazione spontanea ma anche la fauna, in particolare tutti quegli insetti che aiutano a combattere quelli nocivi e infestanti per le coltivazioni di vite. Come ha ricordati Pasquali, con il 20 agosto scorso è finito il margine di autonomia del sistema produttivo mondiale secondo i calcoli del Global Footprint Network, il centro di ricerca che studia l’andamento dell’impronta ecologica dell’umanità: significa che in poco più di 8 mesi l’uomo ha già consumato ciò che aveva a disposizione fino a dicembre, acqua, aria pulita, suolo fertile. Un segnale critico che deve insegnarci a consumare in modo diverso e più consapevole.
La serata è stata sicuramente “diversa”, a partire dalla location: la cena è stata servita a enologi, scrittori, blogger, imprenditori del mondo bio e della cultura udinese e giornalisti all’interno della storica libreria Tarantola in un’ideale condivisione tra città e campagna, sostenibilità e cultura, imprenditoria e senso di appartenenza.